Recensioni Nella Basilica di San Sebastiano di Acireale, gremita all'inverosimile, il M° Giovanni Ferrauto ha diretto lo scorso 9 marzo un concerto magico
Può l’arte avere la magica forza di salvare l’arte? Ebbene sì: questo piccolo grande miracolo è avvenuto lo scorso 9 marzo, nella suggestiva Basilica di San Sebastiano ad Acireale dove, dinanzi a una chiesa gremita all’inverosimile di spettatori, le note dei Carmina Burana di Orff, nella suggestiva versione con due pianoforti e percussioni, hanno riempito, in un’atmosfera di religiosa sospensione, le volte e le navate, aleggiando tra i preziosi affreschi di Pietro Paolo Vasta. E tutto con un benefico ed edificante scopo: contribuire con parte del ricavato alla tutela della preziosa chiesa, dichiarata Monumento Nazionale, che si appresta a divenire sede di una tra le più blasonate stagioni musicali e concertistiche grazie alla sinergia tra il Coro Lirico Siciliano, l’Accademia Scarlatti, il direttore artistico degli eventi culturali della Basilica acese, Nino Di Blasi, e la Camerata Polifonica Siciliana.
Dopo lo struggente inizio con l’Ave Verum Corpus di Mozart eseguito in omaggio a Margherita Quattrocchi, Enrico Cordella e Lorenzo D’Agata, i tre ragazzi inghiottiti dal mare a Santa Maria la Scala, durante l’esecuzione del caposaldo della musica corale moderna, fondata sul Codex buranus del tredicesimo secolo, la sapiente bacchetta del M° Giovanni Ferrauto, direttore artistico della Camerata Polifonica Siciliana, ha impresso il giusto afflato a voci e strumenti, con una direzione agile, elegante, efficace e brillante, in particolare nella più nota delle cantiones profanae, “O Fortuna”.
Il Coro Lirico Siciliano, istruito con la solita cura e precisione dal M° Francesco Costa, è diventato davvero “voce dell’umanità”, confermandosi un’ensemble affiatato, capace di passare agevolmente dai passi più prettamente melodici a quelli ritmici con la massima disinvoltura.
Commosso e incisivo il tocco dei pianisti Maria Pia Tricoli e Roberto Carnevale, cui ha fatto da degno contraltare l’orchestra di percussioni Percussio Mundi, capace di valorizzare al meglio la scansione fortemente ritmica del linguaggio musicale di Orff. Ottima la prova del soprano Ann Marie Alexis, che ha regalato al pubblico momenti di grande emozione, affiancata dal baritono Salvatore Todaro e dal tenore Massimiliano Giusto, che si sono distinti per una tecnica sicura e un’adeguata emissione vocale.
Un plauso a parte va al Coro di voci bianche acese preparato a dovere da Giusy Nicotra, che ha offerto il momento più tenero dell’esecuzione. Un po’ inusuali gli applausi del pubblico tra un brano e l’altro, ma una serata sull’onda emotiva non poteva che rifuggire dalle regole. Amor volat undique, recitano i Carmina Burana. E Acireale ha davvero vissuto un concerto magico, che si è risolto in un grande inno all’amore per l’Arte.