Tutto fa panza La trentunenne segretaria di Aci Sant'Antonio ha convinto i giudici Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli ed ha sbaragliato gli avversari Gilberto Neirotti e Gloria Clama. Ha vinto centomila euro e la possibilità di pubblicare un libro di ricette: «Devo tutto a mia nonna, stavo sempre con lei ai fornelli»
Valeria Raciti è la vincitrice dell’ottava edizione di MasterChef Italia. Valeria, segretaria di 31 anni di Aci Sant’Antonio, ha battuto Gilberto Neirotti e Gloria Clama in una finale di colpi di scena. Per Valeria – celebrata sotto una pioggia di coriandoli dai parenti, dagli altri cuochi in gara e dai quattro giudici Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli – il premio consiste in 100.000 euro in gettoni d’oro e nella possibilità di pubblicare il suo primo libro di ricette, edito da Baldini&Castoldi. «É normale che la tecnica in cucina ci debba essere, la velocità… beh, ho dimostrato che la “cazzimma” ce l’ho e l’ho fatta uscire – ha dichiarato a caldo dopo la vittoria -. Il mio futuro è in cucina. Spero di riuscire a inserirmi in una realtà della mia zona, perchè va valorizzata».
Il suo motto è: “Nella continua ricerca di felicità, che è il senso stesso della vita, la cucina è la mia soluzione!”. Valeria Raciti ha iniziato il suo percorso nella cucina più famosa d’Italia piena di insicurezze e lo ha concluso con una grandissima certezza: è lei l’ottavo MasterChef d’Italia! Nelle prime prove, pur ricevendo diversi complimenti, ha faticato ad emergere forse frenata dalla paura di mettersi in mostra. Per Valeria la cucina è sempre stata solo un posto in cui rifugiarsi e coltivare una passione; a MasterChef ha trovato nella cucina il suo mezzo per comunicare, un modo per esprimere sé stessa al meglio e soprattutto un’occasione unica di cambiare la propria vita facendo quello che ha sempre amato.
«L’amore per la cucina è nato con me, non ricordo un punto effettivo d’inizio – aveva dichiarato all’inizio dell’avventura televisiva – da piccola stavo spesso da mia nonna e lei era praticamente sempre ai fornelli, cucinava per tutti, quando mia madre mi passava a prendere di ritorno da lavoro avevo con me quasi sempre il gavettino con la cena preparata da lei. Così, sin da bambina, quando capitava che restavo a casa da sola, anch’io per farle trovare qualcosa di pronto mi mettevo a preparare le ricette più improbabili, immangiabili certo, ma sono servite sicuramente da esercizio. La mia voglia di sperimentare non finisce mai! Mia nonna è stata la mia musa ispiratrice: quando assaggiavo qualcosa preparata da lei pensavo che non potesse esisterne una versione migliore. Spero che qualcuno un giorno provi queste stesse sensazioni mangiando i miei piatti».