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A Davide Livermore l’Eschilo d’oro: «Il teatro greco di Siracusa è un posto amatissimo dagli dei»

Teatro e opera Al regista torinese il prestigioso riconoscimento dell'Istituto nazionale del dramma antico. La consegna, da parte del consigliere delegato Inda Marina Valensise, al Teatro greco di Siracusa prima della replica della "Medea". Il premio a Livermore "per avere guidato Elena e i tre atti di Orestea a eccezionali risultati di critica e di pubblico; per avere impresso un'importante svolta in termini di gusto, e di attualizzazione al contemporaneo, negli allestimenti teatrali dei testi classici"

La Fondazione Inda ha assegnato l’Eschilo d’Oro 2023 al regista Davide Livermore. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento si è svolta ieri sera al Teatro Greco di Siracusa, prima della replica della Medea di Euripide. L’Eschilo d’Oro è il riconoscimento assegnato dal 1960 dall’Istituto nazionale del dramma antico a personalità che si sono internazionalmente distinte nel teatro classico e negli studi sulla classicità greca e latina. Nel corso degli anni è stato assegnato a figure come Theo Anghelopulos, Ariane Mnouchkine e Peter Stein ma anche a Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Irene Papas. Vanessa Redgrave, Eva Cantarella, Guido Paduano e, lo scorso anno, all’attore Glauco Mauri.

Davide Livermore ha diretto a Siracusa Elena di Euripide nel 2019 e poi tra il 2021 e 2022 i tre atti dell’Orestea di Eschilo: Agamennone, Coefore, Eumenidi. A consegnare il premio è stata Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione Inda.

Davide Livermore e Marina Valensise, foto Franca Centaro

La motivazione del riconoscimento assegnato dall’Inda è la seguente: “L’Istituto Nazionale del Dramma Antico conferisce l’Eschilo d’oro per l’anno 2023 al regista Davide Livermore, per avere guidato “Elena” e i tre atti di “Orestea” a eccezionali risultati di critica e di pubblico; per avere impresso un’importante svolta in termini di gusto, e di attualizzazione al contemporaneo, negli allestimenti teatrali dei testi classici; per avere introdotto con eleganza nuove tecnologie per una migliore e più ampia fruizione del dramma antico; per l’arte sua registica e per la profonda attenzione all’interpretazione degli attori. Per aver saputo valorizzare il coro, il canto e i molti artisti, anche siracusani, da lui diretti. Per avere saputo realizzare tali scelte artistiche con il valore aggiunto di una carica affettiva e umana nata dal profondo attaccamento alla città di Siracusa, ampiamente dimostrato sui media e in altre sedi”.

«Questo posto è amatissimo dagli dei e ci fa sentire degli esseri umani migliori – sono state le parole di Davide Livermore -. Dopo che siamo stati a vedere una tragedia in questo luogo siamo persone migliori e lo siamo perché questo teatro ci fa sentire profondamente comunità, oggi, insieme. E io non posso che essere grato alla vita perché questo posto, come per voi, è casa mia. Molte volte si parla di spettacolo attualizzato, spettacolo non attualizzato, noi facciamo teatro per i viventi, voi lo siete, noi lo siamo. E’ bellissimo poter considerare un fatto teatrale qualcosa che ci fa godere, soffrire, gioire, stare insieme, oggi. Il teatro è fatto dalle persone, per farlo servono donne e uomini straordinari. Sono certamente gli artisti, tutti quanti, ma sono le persone che alle 5 della mattina smontano le scene, sono le persone che sotto la calura fanno delle cose straordinarie, sono le persone che per tutto l’anno lavorano per questo festival straordinario».

A Davide Livermore è stata consegnata una moneta realizzata dall’orafo siracusano Massimo Sinatra.

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