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A Lentini un nuovo murales dell’artista Mauro Patta

Arte Si chiama “Ethnika” il murales di 285 mq con cui l'artista sardo ha decorato l'intero plesso scolastico dell’ex monastero di Lentini: un'opera d'arte strutturata come un dittico che celebra l’operato agrumicolo lentinese, risorsa preziosa per il territorio

Nel quartiere Badia di Lentini quella che era un’anonima palazzina scolastica oggi è una vera e propria opera d’arte. Merito di Mauro Patta, muralista sardo di Atzara, 35 anni, a metà tra il muralismo classico sardo e la street art contemporanea, appassionato di tradizioni e folklore popolare, induce a stimolare i ricordi degli anziani e a far riscoprire le proprie radici ai giovani, permettendo loro di conoscere la storia e le tradizioni della propria terra. È il caso di un’artista coerente con la filosofia del “Lost & Found” , per la consegna di un bagaglio culturale e iconografico a lungo smarrito.

“Ethnika”, il murales realizzato a Lentini da Mauro Patta – ph Francesco Quadarella e Nuccio Costa

L’opera, nata per promuovere il territorio lentinese, è stata voluta e promossa dalla coop Badia Lost & Found, sostenuta dal Comune di Lentini, dalle aziende Decor Center Vacante (che ha fornito il materiale pittorico), e l’azienda Oranfrizer, grazie alla quale è stata possibile la trasferta dell’artista in Sicilia. Un progetto che ha visto una forte sinergia con le realtà associative del territorio: la Pro Loco Lentini, l’Associazione Culturale Melograno, l’A.N.C. sezione di Lentini, con il patrocinio di INWARD osservatorio nazionale creatività urbana.

L’opera, grande 285 mq, prende vita sui tre piani di due prospetti, rispettivamente uno cieco ed uno finestrato, del plesso scolastico dell’ex monastero di Lentini, nel quartiere Badia. Strutturata come un dittico, l’opera vuole celebrare l’operato agrumicolo lentinese, risorsa preziosa per il territorio in quanto uno dei prodotti d’eccellenza nel campo agro-alimentare, un vanto per la Sicilia e per i suoi abitanti.

L’artista Mauro Patta – ph Francesco Quadarella e Nuccio Costa

Nella facciata di sinistra si trovano i riferimenti alle maioliche siciliane, un patchwork di decori in filigrana verde sulle quali emergono arance e foglie; in quella di destra una giovane contadina, vestita con abiti tipici della tradizione siciliana, in primo piano rispetto a una mezza arancia varietà “moro”, eccellenza a pigmentazione rossa, tipica allegoria della salute e della battaglia di prevenzione al tumore. Non è un caso, infatti,  che la residenza d’artista e il completamento dell’opera coincida con il mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore al seno.
La parte centrale è quella figurativa, occupata dalla donna che, come una Dea Madre, raccoglie metaforicamente nelle sue vesti la prosperità della terra, quelle dei campi leontini, oggi piana di Catania, da secoli “fecondata” dalle ceneri laviche; ricorre quindi una doppia analogia: la femminilità dell’Etna con la figura della donna, e la polpa rossa dell’arancia con la lava vulcanica. L’affaccio a nord dell’opera determina il titolo scelto dall’artista: “Ethnika”, dal greco ethnikós “popolo”, ovvero “fusione di elementi diversi”, da cui il topos Etna.

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