Visioni Il lavoro appartiene alla più ampia serie di documentari “Sicily Folk Doc – Racconti di feste popolari” che Mauro Maugeri condivide col collega regista Daniele Greco
“Acquasanta” di Mauro Maugeri si è aggiudicato il premio come miglior cortometraggio all’Italian Film Festival of Minneapolis/St. Paul. La kermesse, organizzata dal Centro di Cultura Italiana del Minnesota in collaborazione con MPS Film Society, ha concluso la sua XI edizione premiando il documentario girato nel borgo di Santa Maria La Scala (Acireale). Il lavoro appartiene alla più ampia serie di documentari “Sicily Folk Doc – Racconti di feste popolari”, progetto cinematografico di Mauro Maugeri e Daniele Greco (entrambi registi e autori), prodotto da Giulia Iannello, e a cui collaborano Antonio Toscano (montatore) e Fabio Trombetta (direttore del suono).
Mauro Maugeri premiato a Minneapolis – ph Lisa Venticinque
«In giro per il mondo c’è un interesse autentico per le tradizioni siciliane, percepite come uniche – ha detto Mauro Maugeri ritirando il premio sul palco di Minneapolis – e questo ci spinge a proseguire nella nostra indagine antropologica e visiva». Dopo che i singoli capitoli della serie hanno ricevuto, sotto forma di cortometraggi, decine di premi nei festival italiani e soprattutto a internazionali, è attualmente in fase di sviluppo un unico documentario incentrato su quattro feste religiose della Sicilia. Queste svelano un legame ancestrale tra le comunità locali e un preciso elemento della natura: oltre all’acqua del corto oggi premiato (la festa della Madonna della Scala si svolge in seno al mare di Acireale) “Sicily Folk Doc” racconta la congiunzione dell’uomo col fuoco (esaltata dalla festa di San Sebastiano a Tortorici), con la terra (nella celebrazione di San Giacomo a Capizzi) e con l’aria (nella festa della Madonna Assunta a Randazzo).
Misteri della cultura siciliana indagati con una tecnica che molto riflette sulla soggettività del punto di vista e sulla necessità di non alterare la realtà nel momento stesso in cui la si osserva. Uno studio che i due registi siciliani hanno scelto di condurre in assenza di dialoghi, ma al tempo stesso elevando il paesaggio sonoro a elemento privilegiato della narrazione. Non essere vincolati a una lingua precisa (e quindi a traduzioni e sottotitoli) ha certo rappresentato un vantaggio nella distribuzione dei documentari, che avvalendosi di un linguaggio universale e immediato hanno partecipato a centinaia di festival cinematografici in tutto il mondo.
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