A Catania “Totò e Vicè” apre AltreScene
In un mondo sempre più connotato da una crescente contaminazione fra i piani della conoscenza e dell’azione, anche il palcoscenico per forza di cose assume una valenza sempre più multidisciplinare. Questo imperativo, ben riassunto nei parametri guida del Ministero della Cultura, è il faro che guida l’azione di Zō Centro Culture Contemporanee di Catania che si appresta a varare la nuova stagione di AltreScene, la rassegna di creazioni contemporanee.
Il multidisciplinare è inscindibile dal contemporaneo, sono le arti di scena 2.0. Il teatro che propone AltreScene più che rompere ulteriormente con la tradizione, vuole invece recuperare e rivisitare la memoria ma in chiave contemporanea come nel caso di “Totò e Vicè” di Franco Scaldati, nella rivisitazione inedita di Giuseppe Cutino con Rosario Palazzolo, AntonGiulio Pandolfo, Egle Mazzamuto e Sabrina Petyx che apre la rassegna sabato 5 novembre, una produzione Associazione culturale Energie Alternative, Palermo, produzione esecutiva ACTI Teatri Indipendenti, Torino, con il sostegno di Babel/Spazio Franco, Palermo e Compagnia dell’Arpa, Enna.
Totò e Vicé sono due tra i più straordinari personaggi dell’universo di Franco Scaldati: nati e vissuti in un tempo altro, legati nell’anima da un’amicizia reciproca e assoluta, vivono di frammenti di sogni, sempre in bilico tra terra e cielo, in un tempo imprendibile, in una Palermo dalla notte eterna, dove passato e futuro coincidono in un presente infinito; Totò e Vicè si alimentano l’un l’altro, perché solo se sono in due, solo se sono loro due possono riuscire ad essere. Un testo poetico e commovente che offre innumerevoli spunti per riaffermare che il miraggio esiste: il miraggio di un teatro, il vero teatro, quello che ti toglie il fiato con un nulla; il teatro che non distingue tra i vivi e i morti; il teatro che ti sfugge di mano e ti insegna il mistero dell’amore.
Il regista Giuseppe Cutino: «Totò e Vicè è il teatro che mette in scena quella umanità che vive sempre in penombra ma sulla scena mostra l’insopportabile luce della felicità, che fa sembrare logora ed effimera la realtà che ti circonda. Una realtà che oggi più che mai ha la necessità di riappropriarsi della spiritualità della morte».
AltreScene, il palco multidisciplinare di Zō, focalizza sui temi degli esclusi e dei diritti
Commenti