A Enna va in scena “Cicoria”, un inno alla vita dal gusto un po’ amaro
Per “Un teatro per la città” la rassegna che guarda al sociale – dai temi proposti al prezzo d’ingresso – impaginata da Walter Amorelli che l’Amministrazione comunale ha organizzato al Teatro Garibaldi di Enna parallelamente alla stagione “Flussi continui” rivolgendosi a un pubblico giovane, venerdì 7 febbraio alle ore 21 sarà messo in scena “Cicoria”, spettacolo scritto e diretto da Francesco Romengo, e prodotto Mezzaria Teatro, che nel 2015 ha ricevuto una menzione speciale alla XII edizione de “Il Racconto nel Cassetto – Premio Città di Villaricca”.
“Cicoria”, che vede in scena Francesco Bernava al fianco di Alice Sgroi, è ambientato a pochi giorni da Natale in un carcere del Sud, dove un detenuto ed una detenuta si svegliano e si ritrovano dentro la stessa cella. Dopo l’inevitabile stupore di entrambi inizia una discussione che dapprima è scontro, ma che lentamente diventa amicizia. Angelo e Rosa, lui poliziotto coinvolto nella morte di un giovane e lei spacciatrice per necessità, si confidano e parlano della loro vita. I loro racconti sono spontanei e amari come la cicoria. Fra realtà e visione si muovono due mondi distanti accomunati dalla solitudine nella quale vivono e dalla quale si difendono. È la solitudine, quindi, la comune radice che nutre la disperazione nella quale entrambi si trovano. Eppure dietro gli sguardi disperati di questi “fantasmi”, che sembrano destinati a restare prigionieri della rinuncia, c’è ancora la luce di chi vuole spiccare il volo e tornare ad essere anima libera. Cicoria oltre a volere fare da eco al malessere che accompagna la vita carceraria, è soprattutto un racconto denso di emozioni, un invito alla vita.
Rosa e Angelo, coi loro gesti quotidiani, semplici eppure intensissimi, propongono al pubblico un dialogo appassionante, oltre ogni tempo, in una lingua poetica e al contempo cruda, ricca di elementi vividi, di “sicilianitudine”, che danno efficacia umoristica ad uno spettacolo pieno di momenti onirici. Il tutto in una scena pressoché nuda, con solo qualche elemento dal valore simbolico, arricchita da incursioni musicali che vanno da Arvo Part a Lola Marsh, da Puccini ai The Album Leaf.
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