Bullismo e omossessualità ne “Il nodo” con Ambra Angiolini
Ambra Angiolini e Arianna Scommegna sono le protagoniste de “Il nodo” di Johanna Adams, una delle più interessanti drammaturghe americane, che sarà portato in scena al Teatro Vittorio Emanuele di Messina dal 15 al 17 marzo (alle ore 21, venerdì 17 alle ore 17.30). Il testo, tradotto da Vincenzo Manna e Edward Fortes, tratta dell’intenso confronto su temi delicati e prepotentemente attuali (bullismo e omosessualità), tra il mondo della scuola e il complicato universo dei rapporti genitori-figli.
Un’aula di una scuola pubblica. È l’ora di ricevimento per una insegnante di una classe di prima media (Arianna Scommegna). È tesa, ha la testa altrove, è in attesa di una telefonata che non arriva mai. Al colloquio si presenta inaspettatamente la madre di un suo allievo (Ambra Angiolini). Vuole parlarle, ma non sarà un dialogo facile. Suo figlio alcuni giorni prima è stato sospeso, è tornato a casa pieno di lividi e lei vuole a tutti i costi capire il perché. È stato vittima di bullismo o forse lui stesso è stato un molestatore… forse l’insegnante l’ha trattato con asprezza…
Sciogliere questo nodo, cercare la verità è l’unica possibilità a cui aggrapparsi. Perché, come conseguenza del fatto, il figlio ha commesso qualcosa di tremendo, di irreparabile. E solo un confronto durissimo tra le due donne potrà dare un senso al dolore, allo smarrimento e al loro reciproco, soffocante senso di colpa.
«“Il nodo” – spiega Serena Sinigaglia – non è semplicemente un testo teatrale sul bullismo (il che, comunque, basterebbe a renderlo assolutamente attuale e necessario), è soprattutto un confronto senza veli sulle ragioni intime che lo generano. Osa porsi le domande assolute come accade nelle tragedie greche, cerca le cause e non gli effetti. Ed è questo aspetto ad attrarmi di più. Heather Clark e Corryn Fell non sono solo l’insegnante e la madre di Gidion. Il loro conflitto, come quello tra Medea e Giasone, tra Dioniso e Penteo, tra Eteocle e Polinice, racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. E ci pone di fronte alle nostre responsabilità: per ogni ragazzo ferito, umiliato, ma anche per chi umilia e ferisce, siamo noi ad essere sconfitti – conclude la regista – come individui e come società, nostra è la responsabilità, nostra è la pena e il dolore».
Haether e Corryn sono due figure tragiche che si fronteggiano, il campo di battaglia è la classe, il tempo è quello dell’ora dei colloqui e per l’esattezza dalle 14.45 alle 16.15. Un’ora e mezza di attacchi, difese, strategie, accordi sperati e immediatamente traditi, senza sosta. Una grande prova d’attore. Ambra Angiolini e Arianna Scommegna combatteranno per noi, sul palco, questa battaglia nella speranza che si possa tornare a parlarsi con senso di responsabilità e di rispetto. Perché parlarsi è meglio che combattersi, sempre.
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