Da Zō il songwriting di Erri e il blues desertico di Stefano Meli
Per la rassegna Seltz – Palco Aperto di Zō Centro culture contemporanee di Catania, negli spazi esterni di SpiaZō, mercoledì 4 agosto spazio alla musica con il concerto di due musicisti ragusani, Carlo Natoli in arte Erri e Stefano Meli, per un live set all’insegna del cantautorato d’urto, e del blues più pisichedelico. Stefano Meli suonerà con Ugo Rosso, Erri suonerà con Giuseppe Schillaci e Andrea Sciacca, due set diversi (blues desertico vs songwriting) «che s’incontrano da qualche parte nel deserto dei tartari delle nostre vite odierne» come ribadiscono i due musicisti. Ospite d’eccezione Cesare Basile.
Erri è il progetto solista di Carlo Natoli (Gentless3, Tellaro, Skrunch, Blessed Child Opera e molti altri), artista in equilibrio tra la ricercatezza del cantautorato e le sonorità ruvide e corpose del rock. Nel 2016, grazie al suo primo disco “Dentro la stessa tempesta”, viene inserito tra i finalisti di Opera Prima di cantautore nell’ambito del Premio Tenco. Nel 2019 viene pubblicato, in esclusiva su Sentireascoltare, “Non Importa”. Essenziale, tagliente, a tratti psichedelico, onirico e spietatamente concreto. “Non Importa” di Erri, è un concept – termine ormai in disuso – pieno di tensione, un disco mai urlato laddove il compito di far scuotere teste e coscienze viene lasciato all’elettricità degli strumenti. Si parla di noi, del nostro mondo, della società, tra violenza, politica, redenzione e speranza. Un progetto fuori dal tempo, quindi attualissimo.
Stefano Meli, chitarrista blues strumentale e folk/fingerpicking psichedelico, ha pubblicato sette album da solista tre dei quali, tra cui l’ultimo “Stray Dogs”, con l’etichetta catanese Viceversa Records. Il blues elettrico di Stefano Meli è la musica del deserto. Quello di alcune zone meridionali degli Stati Uniti, dell’Africa sahariana, della Palestina… ma anche della Sicilia. Il deserto è sempre stato linea di spartizione tra regioni, popoli e nazioni; terra di confine per antonomasia. Luogo di contraddizioni. Ostile alla vita e proprio per questo pieno di (r)esistenze ostinate. Uomini e animali che hanno scelto di sfidare ogni giorno la solitudine e vagano attraverso l’ingrata frontiera; resistenti, ruvidi e spinosi come cactus, ritti e maestosi come saguari. La chitarra e gli struggenti, affascinanti slides di Stefano Meli ci fanno attraversare come cani randagi il silenzioso, infuocato e pericoloso deserto che alligna in ognuno di noi in una sorta di viaggio iniziatico senza meta.
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