Fabrizio Carminati sul podio del Bellini di Catania per il concerto di Capodanno
Valzer e polke viennesi, ritmi sudamericani, perle del repertorio sinfonico, colonne sonore, marce circensi. Il Teatro Massimo Bellini di Catania inaugura il 2025 con il tradizionale Concerto di Capodanno, che sarà carico di suggestioni cosmopolite. La serata, dedicata agli appassionati di musica e a tutti coloro che vogliono iniziare il nuovo anno in bellezza, propone infatti un programma straordinariamente vario che attraversa epoche, stili e culture, per un abbraccio di fratellanza tra i popoli. Sul podio Fabrizio Carminati, direttore artistico del Bellini, forte di una carriera internazionale che lo ha portato sui podi dei principali teatri d’opera. In primo piano l’Orchestra dell’ente lirico, per dare vita ad una straordinaria sinfonia di auspici augurali. L’evento si inserisce in quella che è ormai una tradizione diffusa e globale: salutare il nuovo anno con l’effervescenza delle note.
E il Concerto di Capodanno di Catania, tra i più importanti in Italia, spicca per la qualità del repertorio, l’eccellenza artistica e l’energia coinvolgente che sa trasmettere, rappresentando un momento di condivisione culturale e festiva per il pubblico. L’appuntamento è per il primo giorno del 2025, alle ore 19.
Continua intanto la campagna abbonamenti per la Stagione di Opere e Balletti, che si inaugurerà il 18 gennaio con “Norma”, in omaggio al 190° anniversario della scomparsa di Vincenzo Bellini. Dall’8 gennaio sarà inoltre possibile acquistare anche i singoli biglietti per ciascuno dei 7 titoli in programma, tutti di grande richiamo, come la pucciniana “Madama Butterfly”, il donizettiano “Don Pasquale”, il “Don Giovanni” di Mozart, l’“Otello” verdiano ma anche il balletto “Othello 2.0”, moderna rivisitazione in danza della tragedia scespiriana. E per finire un altro classico come il balletto “Lo schiaccianoci”, su musiche di Ĉajkovskij.
Il cartellone che rispecchia le scelte del direttore artistico Fabrizio Maria Carminati, che dopo il trionfale successo riscosso con “La Gioconda” alzerà la bacchetta per l’atteso Concerto di Capodanno. La serata si apre con “Einzug der Gladiatoren” composta da Julius Fučík nel 1899. Originario di Praga e allievo di Antonín Dvořák, Fučík è ricordato come il “Sousa di Boemia” grazie alle sue numerose marce militari. Il brano, dalla forte carica evocativa, è oggi indissolubilmente legato al mondo del circo. Si prosegue con il “Main Title” del film “Star Wars” (1977), uno dei massimi successi dell’americano John Williams. Il tema principale della saga di George Lucas è un emblema di eroismo e avventura. Ed è un esempio di come Williams abbia ridefinito l’universo del “film scoring”, anche con altre opere che spaziano da “Lo squalo” a “Harry Potter”.
Il programma continua con “Mandrake”, recentissima suite composta nel 2023 da Nicola Colabianchi, che rende omaggio al celebre “mago” nato nel 1934 dalla penna del fumettista Lee Falk. Seguono le note travolgenti di “Zorba il Greco”, colonna sonora firmata da Mikis Theodorakis nel 1964 per il film diretto da Michael Cacoyannis. Figura centrale della musica ellenica del XX secolo, Theodorakis ha reso immortale il “sirtaki”, simbolo di festa e resilienza.
Si vira verso il Sudamerica con “Tico-Tico no Fubá”, scritto nel 1917 dal brasiliano Zequinha de Abreu. Compositore e clarinettista, Abreu è considerato uno dei pionieri del genere Choro, rappresentato qui in versione orchestrale grazie all’arrangiamento di Paul Riggenbach. Dal Brasile si passa alla Russia. Si comincia con due brani di Dmitri Šostakovič: “Tea for Two” (Tahiti Trot, op. 16), trascrizione di un celebre motivo americano, fu composta nel 1927 in soli 45 minuti, mentre il Valzer n. 2, parte della “Suite per orchestra di varietà”, offre un momento di grande eleganza e introspezione.
Non poteva mancare Igor Stravinskij, con la sua “Circus Polka”, scritta nel 1942 per il circo Barnum & Bailey su richiesta del coreografo George Balanchine. Un omaggio alla tradizione italiana e “La boutique fantasque”, in cui Ottorino Respighi, ispirandosi a Rossini, intreccia il frenetico ritmo del can-can con il folclore della tarantella.
La seconda parte del concerto si apre con “Cavalleria leggera” (1866) di Franz von Suppé, noto per la sua abilità nel creare ouverture vivaci che combinano melodie orecchiabili e intensità drammatica. Ed ecco immancabile irrompere nel programma Johann Strauss figlio, simbolo della musica viennese, che domina subito l’attenzione con tre celebri polke: la giocosa “Pizzicato Polka”, la frizzante “Unter Donner und Blitz” e la trascinante “Tritsch-Tratsch Polka”. E a chiudere il programma ufficiale è il suo valzer forse più amato, “Il Danubio Blu”, composto nel 1867 e divenuto l’inno non ufficiale dei festeggiamenti di Capodanno in tutto il mondo.
Trasgredendo ad una regola non scritta, il concerto del primo gennaio prevede sempre generosi bis che si possono in via eccezionale svelare per alimentare ulteriormente l’attesa. Come “encore”, si eseguiranno due brani di grande impatto emotivo: “Caruso”, scritto da Lucio Dalla nel 1986 in omaggio al leggendario tenore italiano, e il celeberrimo Can-Can tratto da “Orfeo all’Inferno” di Jacques Offenbach, che suggellerà la serata con un’irresistibile esplosione di energia.
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