Mario Incudine guida “I Mille del ponte”
Sfidare il tempo, certo, ma lanciarsi anche contro le pastoie burocratiche: è quello che è successo a Genova dove il Ponte crollato è stato ricostruito con tempi straordinari per l’Italia dei cantieri infiniti. E questo, grazie al lavoro di operai, maestranze, professionisti come un gruppo di 56 notai che riuscirono a consegnare per tempo le pratiche di tutela dall’esproprio ai residenti ai piedi del ponte: tutti al servizio della rinascita di un’intera città ferita. Nasce proprio da questo riconoscimento, “I Mille del ponte” da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco e di Raffaella Luglini, presidente di Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo, lavoro scritto da Massimiliano Lussana di scena martedì 31 agosto, alle 19.30 per il BarbabluFest nel sito archeologico di Morgantina ad Aidone. Saranno presenti Rosaria Bono, animatrice del gruppo dei notai genovesi e Andrea Benveduti, assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria.
A un anno di distanza dalla pubblicazione del libro fotografico «I Mille del ponte» edito da Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo con testi a cura di Massimiliano Lussana, arriva lo spettacolo teatrale e musicale che ha debuttato a luglio al Nervi Music Ballet Festival. Lo spettacolo è dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno ricostruito il Ponte Genova San Giorgio e che sono raccontati nel volume attraverso i loro i volti, mani, calli, occhi e le immagini del lavoro, dalla demolizione all’esplosione fino alla ricostruzione. In scena il cantante e attore ennese Mario Incudine, il chitarrista e mandolinista Manfredi Tumminello il polistruimentista Antonio Vasta, specializzato negli strumenti della tradizione popolare siciliana, e il contrabbassista Pino Ricosta, con l’ausilio di video e musica, raccontano le storie di coloro che hanno materialmente “fatto” il Ponte: operai, ingegneri, saldatori, controllori di gestione, autisti, decine di categorie professionali che sono eccellenze italiane, apprezzate in tutto il mondo.
Lo spettacolo si dispiega oggi sull’arco di tre atti: un primo atto dedicato agli “artefici” del ponte, le mani operose di oltre cinquanta tipologie di professionisti diverse confluite nell’opera monumentale di ricostruzione del Ponte, sulle note di o’ Guarracino e de La storia di De Gregori, le competenze tecniche, i lavori manuali. Un secondo atto dedicato al “record dei notai”, dedicato al contributo dei 56 notai che hanno battuto il record dei primati del notariato riuscendo a consegnare per tempo le pratiche di tutela dall’esproprio ai cittadini residenti ai piedi del ponte, un racconto che si snoda sullo sfondo di musiche estratte da quella che, nell’ambiente forense, è nota come la “playlist dei notai”: Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Lodo e Lo Stato sociale, i Pinguini tattici nucleari, Achille Togliani, Roberto Vecchioni e Giorgio Gaber e Ivano Fossati e tanti altri. Ma anche “Zorro” e “Messico e nuvole” per raccontare le ricerche degli aventi diritto fino all’altro capo dell’Oceano. Un terzo atto intitolato, “Ponte di luce”, dal nome dell’idea di Renzo Piano: dove i suoni industriali – dal robowash che pulisce i vetri, ai sensori più moderni esistenti in questo settore dell’ingegneria civile – si intrecciano alle colonne sonore di cartoni animati – citiamo in particolare la canzone Ufo Robot, colonna sonora di Goldrake – sullo sfondo di scene da film “cult”, che tutti possiamo ricordare, come la famosa “dai la cera, togli la cera” di Karate Kid, che contrappuntano con umorismo il ritmo del lavoro incessante immortalato, in corso d’opera.
Partendo dal canto popolare di o’Guarracino, e citando Renzo Piano che proprio in quella canzone aveva ritrovato in qualche modo l’elenco di tutte le professioni del Ponte, Incudine trasforma le parole di Massimiliano Lussana in un sabba inarrestabile, divertente e commovente, dove le storie dei lavoratori si sono fuse, sulle note sempre più incalzanti di “La storia” di Francesco De Gregori, che fotografa alla perfezione la grandezza di ciascuno di loro, fino all’omaggio a Paolo Micai, operatore e fotoreporter che fotografava e riprendeva il cantiere, ed è morto di Covid in un letto dell’ospedale San Martino di Genova.
Biglietti: 8 euro. www.terzomillennio.info. Si entra con green pass.
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