Roy Paci al Marranzano World Fest con la banda di Collesano
Strombazzare è la sua nobile arte retorica. Roy Paci con una tromba in mano è cresciuto nella banda di Augusta, la sua città. Correvano caldi gli anni Settanta, il piccolo Rosario aveva 10 anni quando faceva i primi passi nella banda. Un anno dopo era già il primo trombettista. «Dove minchia vai con quella tromba in mano» gli ripetevano. Ma il piccolo Rosario non smetteva di soffiare, e più lo deridevano più forte faceva urlare quella tromba. «Quando imbracciai la tromba per la prima volta fui folgorato, come quando John Belushi vide la luce in chiesa nel film “The Blues Brothers”. Nel giro di un mese la sapevo già suonare. A casa ascoltavo il jazz, soprattutto Louis Armstrong. Poi mio padre mi regalò un vinile di Roy Eldridge e a me parve anche migliore di Satchmo, tanto che il mio soprannome Roy è dedicato a lui».
Roy Paci ha poi fatto “l’università della calle”, la scuola della strada, come dicevano i vecchi cubani del Buena Vista Social Club. Nel 1990 si è trasferito in Sudamerica per suonare con la big Band di Stato dell’Argentina, con i gruppi di Cumbia e musica popolar do Brasil. Poi si è fermato nelle isole Canarie e infine in Senegal, suonando con musicisti di strada e griot senegalesi come Baaba Maal. Si è unito alla Radio Bemba Sound System di Manu Chau. Infine, tornato in patria, ha formato la sua banda, Ionica, originale formazione che ha inciso le musiche per banda che nel Sud Italia accompagnano le processioni della Settimana Santa. Poi ha fatto ballare mezza Europa con la banda di gangster e soulmen degli Aretuska. Quarantadue anni dopo, con quella tromba in mano ha suonato su palchi prestigiosi, ha girato il mondo, è arrivato al successo, ha fatto teatro, televisione e cinema (Nastro d’argento per le musiche del film “La febbre” di Alessandro D’Alatri), ha otto dischi sulle spalle a suo nome e innumerevoli collaborazioni, ha una etichetta discografica ed è un richiestissimo produttore.
Con un simile curriculum alle spalle, era solo questione di tempo che la vecchia fiamma per la banda riprendesse vigore. L’occasione gli viene offerta dal 13° Marranzano World Fest, il festival di folk e world music diretto da Luca Recupero, che l’1 luglio affiderà alla tromba e alla bacchetta del musicista aretuseo la direzione della Banda musicale Pierluigi da Palestrina di Collesano, una tra le più antiche della provincia di Palermo, fondata nel 1863.
La serata sarà aperta dalla formazione franco-belga-balcanica Orchestre International du Vetex. L’orchestra è nata nel 2004 nella piccola città fiamminga di Kortrijk per un’occasione speciale: riunire musicisti professionisti e dilettanti delle Fiandre, della Vallonia e del nord della Francia per sostenere il progetto di ristrutturazione dell’antica fabbrica tessile Vetex situata in una zona abbandonata della città. Parteciparono alcune associazioni locali e un paio di settimane dopo l’Orchestre International du Vetex salì sul palco al festival “Fiesta Mestiza” di Kortrijk per tenere il suo primo concerto.
È l’inizio di una grande avventura. La band si fa subito notare nel mondo musicale in Belgio grazie a una pazza miscela di ottoni e a un ritmo trascinante ed eccentrico, che unisce la brassmusic, la tradizione balkanica, note klezmer e ska, ma anche sonorità popolari come quelle della tarantella, del cumbia, del reggae, il tutto sempre con un’attitudine punk-rock. Semina energia ovunque vada, non solo per lo stile o per i numerosi musicisti, anche perché a loro non piace essere troppo seri e sicuramente vogliono divertirsi con gli spettatori. È una band transfrontaliera, con persone provenienti da tre diverse regioni in due diversi Paesi, che però hanno alcuni obiettivi importanti in comune e che lottano per le stesse idee.
Nel 2005, dopo una serie di concerti in Belgio e Francia, l’Orchestre International du Vetex registra il suo primo album, “Le Beau Bazar”, un cd e un dvd con dodici canzoni e un documentario sulla vita di questa band transfrontaliera. Poi, registrano “Flamoek Fantasy” nel 2007. Entrambi gli album ricevono ottime critiche in Belgio e in altri Paesi europei. Nel 2011 pubblicano “Morzewski: Total Tajine”, album registrato a Novi Sad, in Serbia, come naturale conseguenza delle strette collaborazioni con musicisti balcanici intrattenute negli ultimi anni, che hanno fortemente influenzato lo stile nord europeo dell’orchestra. “Total Tajine” è più di un semplice disco: è un doppio album con ventotto tracce originali e una ricetta inedita, la tajine internazionale fatta con farina fiamminga, vallona e francese. Con “Cumbia international” (2012) e “Fifavela” (2016), l’Orchestra trasferisce ottoni e percussioni tra le favele del Sudamerica, mentre l’ultimo album, “Plaza Major” del 2021, segna il ritorno tra ritmi mediterranei ed europei.
Finora, il Vetex ha suonato più di 600 concerti: da piccoli club e feste a palchi grandi e famosi, dalle strade di Sarajevo alla metropolitana di Praga, dai Giochi Olimpici di Torino ai prestigiosi festival di street music e world music di Graz, Santander, Amsterdam, Berlino.
Il Marranzano World Fest è inserito all’interno di “Porte aperte Unict”, il contenitore culturale estivo coordinato dall’Università di Catania.
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