Recensioni Fascino combinato quello fra la musica espressa da alcuni dei migliori talenti classici etnei, e quello del settecentesco chiostro francescano catanese da poco recuperato alla cultura viva. Tutto questo è stato “Violoncelles Vibrez", terzo appuntamento della rassegna "Chiostri e Cortili" della Camerata Polifonica Siciliana. Sul palco, la Camerata Strumentale Siciliana diretta da Vito Imperato e i violoncellisti solisti Alfredo Anastasio, Bruno Crinò, Vincenzo Di Silvestro e Alessandro Sica
La serata si è aperta con una delle più insolite ma anche note interpretazioni del “prete rosso”: il Concerto in sol maggiore per archi e basso continuo, “Alla rustica”. Tre movimenti che nel 2006 la regista Sofia Coppola inserì nella colonna sonora del suo fortunato film, “Maria Antonietta”. Poi i due giovani solisti del violoncello hanno eseguito un altro pezzo molto amato del grande Antonio Vivaldi: il Concerto in sol minore per due violoncelli, archi e basso continuo.
Ecco come ha preso il via “Violoncelles Vibrez”, il terzo appuntamento della rassegna “Chiostri e Cortili” della Camerata Polifonica Siciliana che si tiene nel restaurato chiostro della chiesa di Santa Maria di Gesù di Catania. Sul palco, la Camerata Strumentale Siciliana diretta dal Maestro Vito Imperato ha affiancato i quattro talentuosi violoncellisti solisti Alfredo Anastasio, Bruno Crinò, Vincenzo Di Silvestro e Alessandro Sica. Gli stessi che lo scorso maggio hanno preso parte alla Cello Orchestra di Giovanni Sollima nell’ambito del Festival InterSezioni.

Da sinistra i violoncellisti Alfredo Anastasio, Vincenzo Di Silvestro, Bruno Crinò e Alessandro Sica e alle loro spalle la Camerata Strumentale Siciliana
Se Anastasio e Di Silvestro, entrambi allievi al Conservatorio di Catania, hanno aperto al meglio la serata con i pezzi vivaldiani, è toccato poi al pluripremiato Alessandro Sica, eseguire il Concerto n. 9 in si bemolle maggiore per violoncello e orchestra, il più conosciuto di Luigi Boccherini; un vero banco di prova per violoncellisti maturi.
Il concerto si è concluso con lo struggente Kol Nidrei, op. 47 e Adagio su melodie ebraiche per violoncello con orchestra e arpa di Max Bruch, con Bruno Crinò, diplomato al Conservatorio etneo e già allievo dello stesso Maestro Ferrauto, al violoncello. Kol Nidrei è formata da variazioni su due antiche e commoventi melodie ebraiche.
A fare da cornice al concerto graditissimo dal pubblico, il settecentesco Chiostro francescano e i suoi affreschi riportati alla vita grazie agli interventi finanziati dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana e curati dalla Soprintendenza di Catania.

Il Chiostro Santa Maria di Gesù a Catania
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