Dolci Un Master in “Legal Advisor & Human Resources Management” non le è bastato a tenerla nelle aule di tribunale di Roma. Per Serena Urzi, figlia del proprietario del noto Bar Ernesto di Catania, il richiamo del laboratorio di pasticceria, e soprattutto della preparazione dei gelati, ha prevalso: «La passione è la chiave di tutto. Non tornerei mai indietro». La sua tenacia e il suo gusto per le sperimentazioni le hanno fatto vincere, nei giorni scorsi, il Premio Mondo Donna per l'enogastronomia di Capo d'Orlando
Dall’aula di tribunale al laboratorio di gelati, è nel segno della dolcezza, la “seconda vita” di Serena Urzì a cui è stato conferito, per la sezione enogastronomia, il “Premio Mondo Donna 2022” giunto alla nona edizione. A decretarlo, la Pro Loco di Capo d’Orlando ed il Comune della costa tirrenica messinese che ha premiato anche, per il giornalismo, le inviate Rai Lucia Basso e Maria Cuffaro. «Incredibili le loro storie – dice Serena Urzì – al loro confronto mi sentivo davvero piccola». Avvocata o gelatiera? «In occasione del premio è stato coniato il termine, avvo-chef – dice sorridendo Serena Urzì, catanese, una massa di capelli biondi ricci che le incorniciano il viso dandole un’aria piuttosto sbarazzina e qualche anno in meno dei suoi 39 – ma per me va bene uguale perchè ciò che conta veramente è fare ciò che ami».
Determinata, dopo il lungo iter che l’ha portata ad iscriversi all’albo degli avvocati, continuando a specializzarsi con un Master in “Legal Advisor & Human Resources Management” alla Luiss Guido Carli di Roma specializzandosi in diritto del lavoro e ad esercitare la professione in un importante studio catanese con sede anche a Roma, tre anni fa decide di seguire il cuore. «Non c’è molto da dire, semplicemente – si racconta – non ero felice. Sentivo che non era quello il mio posto. Non è stata una decisione facile: mollare ciò che in anni di sacrifici avevo costruito e ricominciare da capo in un ambito sì che mi era familiare ma di cui non conoscevo quasi nulla».
La sua famiglia è infatti proprietaria del bar, pasticceria e gastronomia “Ernesto” sul lungomare di Catania, dal 1974 tappa imperdibile per palati golosi. Fu Ernesto Risita, maestro gelatiere ad aprire la caffetteria che dieci anni dopo fu rilevata da Francesco Urzì, papà di Serena che qui aveva lavorato come dipendente: «Sei sicura, era la domanda più frequente che mi sentivo rivolgere dall’avvocato dello studio e dai miei genitori – spiega Serena – increduli rispetto a quella scelta difficile da comprendere che sentivo di dover fare».
Finché papà Francesco e mamma Maria non capitolarono di fronte alla sua irremovibile decisione, con buona pace del titolo di avvocato faticosamente conquistato che Serena avrebbe riposto nel cassetto ma che in realtà «mi ha dato metodo ed organizzazione nel mio nuovo lavoro – continua Serena -. Chiuso quel capitolo adesso era arrivato il momento di rimboccarmi le maniche e di mettermi a studiare. Perché per fare un buon gelato, nulla è lasciato al caso. Dalla scelta delle materie prime, assolutamente di qualità ed espressione del territorio e del stagioni, la gelateria è anche e soprattutto – sottolinea – matematica. La preparazione si basa su delicati equilibri, sulla tecnica, sulla precisione e ogni dettaglio è il frutto di un lavoro minuzioso».
Secondogenita di quattro figlie, Serena se lo ricorda ancora quando da piccola sgattaiolava nel laboratorio di famiglia dove affascinata ammirava la preparazione dei dolci, dei gelati. Ma adesso era diverso. Da spettatrice a protagonista, con umiltà e caparbietà impara i segreti del mestiere. Dopo un periodo di gavetta, il lockdown è il banco di prova: sola in laboratorio passa ore e ore a sperimentare, a far sì che i codici di diritto dell’avvocata Serena Urzì lascino spazio alla creatività della chef glacier. Entra a far parte della “Duciezio”, la prestigiosa associazione siciliana che rappresenta il gotha dell’arte pasticciera dell’Isola, partecipa con successo classificandosi tra i primi 50 finalisti al Gelato Festival World Masters. E’ l’unica donna maestra gelatiera del Centro Sud d’Italia, segno che è ancora una professione declinata al maschile.
«Certo non è un lavoro facile – confessa -, lavorare per le feste quando gli altri si divertono, o stare in laboratorio d’estate con il caldo a 40 gradi. Ma io sono felice così e non tornerei indietro». La passione, la chiave di tutto, è il mantra di Serena Urzì che ha condiviso con gli allievi dell’Istituto Alberghiero di Giarre quando lo scorso anno è salita in cattedra da professoressa: «Solo se amate il vostro lavoro, lo potete fare perché tante le rinunce ma altrettante le soddisfazioni di poter fare ciò che appassiona». Serena si fa largo a passo deciso proponendo gusti nuovi che attingono alla tradizione dolciaria tipica catanese. Così il famoso biscotto “Rame di Napoli”, si lega con il cacao e la glassa fondente, in un tripudio di sapori, dentro il cono o la brioche. «Destagionalizzare il gelato, è la mia sfida – spiega la chef glacier etnea – portando, un passo alla volta, a cambiare anche le abitudini e i gusti dei clienti abituati a scegliere sempre lo stesso gusto. Ed invece occorre uscire dalla zona di comfort food perché il gelato, se realizzato senza l’utilizzo di semilavorati e polveri, è un capolavoro del gusto, il dolce viatico di un viaggio multisensoriale».
Appassionata di vino, esperta sommelier, fa dell’analisi gusto-olfattiva il plus valore della sua esperienza. A dicembre dello scorso anno, il panettone al gelato con la riduzione di Passito, è il dolce simbolo delle sue passioni. Il mondo della gelateria non ha confini per lei che frequenta diversi corsi professionali, da quello sulla pasticceria gelato con il maestro e campione del mondo Francesco Boccia al corso sul bilanciamneto dei semifreddi con il maestro Antonio Chiera e perfino un corso di pasticceria vegana e di marketing del gelato. Gelato senza confini per Serena che si appassiona anche alle nuove frontiere dell‘ice cream, dall’antipasto al dessert, dalle spezie ai formaggi alle verdure, frequentando i corsi di Antonio Mezzalira, guru del gelato gastronomico. E tra il lavoro e gli impegni, riesce a ritagliarsi del tempo per seguire anche il fitness e fare volontariato nell’associazione LAD Onlus che opera al Centro di Oncologia Pediatrica di Catania.
Prima di appendere il grembiule alla fine di una giornata di lavoro in quello che ormai è il “suo” laboratorio, guarda sorridendo quella coppa Serena, delizia di fragoline e di panna montata, che papà Francesco le ha dedicato quando era bambina. E se fosse stata una predestinazione?
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