Musica “Cambiamento” è il brano che dà inizio alla stesura del secondo album di Beatrice Campisi, prodotto e arrangiato da Alessandro Alosi, e in uscita nel 2021. «Il valore che ho cercato di trasferire nella scrittura e nell’interpretazione di “Cambiamento”, e che rappresenta il filo rosso di tutto l’album - spiega la 30enne cantautrice avolese -, è legato alla ricerca, al movimento necessario e incessante, anche doloroso, dell’uomo verso un altrove migliore»
“Cambiamento” è il brano che dà inizio alla stesura del secondo album di Beatrice Campisi, prodotto e arrangiato da Alessandro Alosi, e in uscita nel 2021. «Il valore che ho cercato di trasferire nella scrittura e nell’interpretazione di “Cambiamento”, e che rappresenta il filo rosso di tutto l’album – spiega la 30enne cantautrice avolese -, è legato alla ricerca, al movimento necessario e incessante, anche doloroso, dell’uomo verso un altrove migliore, sia in senso figurato, sia letterale. L’ispirazione nasce dalla mia esperienza di insegnante presso la Casa Circondariale di Voghera; dall’incontro con i detenuti, di cui molti segnati da un passato di fuga da guerre e povertà, è scaturito un momento di profonda riflessione sulla sofferenza altrui, sulla necessità di un riscatto individuale che passi attraverso un percorso di catarsi, sull’importanza dell’accoglienza e del rispetto per il prossimo».
Il brano vuole mettere in evidenza il parallelismo fra la traversata del Mediterraneo che compiono i migranti per cambiare le proprie vite, e il viaggio interiore che ogni essere umano deve affrontare per rinnovarsi. Da un lato la paura di lasciare ciò che è familiare, come l’attaccamento nostalgico al fanciullo che ha dovuto lottare e soffrire per “affrontare il mare” della vita; dall’altro il bisogno di riscattarsi da questa parte buia della nostra anima, per lasciare emergere, e poter accogliere, una nuova visione di noi stessi.
Il pezzo, registrato ai Downtown Studios di Pavia, mixato al Duna Studio di Ravenna e masterizzato al La Maestà Mastering di Giovanni Versari a Milano, è strutturato su un’idea di arrangiamento che assecondi i concetti del brano, rappresentando la crescita individuale con l’arricchimento delle trame strumentali, segnando tanto l’aspetto drammatico di un percorso doloroso quanto la forza vitale della tensione verso un nuovo inizio. Si è scelto di ricorrere tanto ad elementi classici e acustici quanto a suoni attuali, perché il tema trattato ci è parso universale, senza tempo.
Il videoclip del brano, diretto da Lù Magarò, e realizzato in collaborazione con il collettivo “Riflessi ACV”, vanta la partecipazione di Christian Fagetti, ballerino solista del Teatro alla Scala; l’artista interpreta una coreografia originale incentrata sullo scontro/incontro di luci e ombre, di bianco e nero, e mette in scena con il proprio corpo le forze opposte che ci guidano e che possono convergere nella profonda trasformazione che chiamiamo “cambiamento”.
Il primo album di Beatrice Campisi “Il gusto dell’ingiusto” (Ultra Sound Records, 2017), è stato prodotto dal cantautore americano Jono Manson e realizzato in collaborazione con Siae e Ministero per i Beni e le attività culturali nell’ambito del progetto “Sillumina”. Il disco è composto da 12 brani inediti che abbracciano un ampio spettro di influenze artistiche, dalla canzone d’autore alle radici siciliane, passando per contaminazioni jazzistiche. Dopo il progetto “Jukebox” (2019), una raccolta di brani della grande tradizione italiana e dialettale siciliana arrangiati in chiave personale, arricchiti dalla presenza di ospiti d’eccezione e accompagnati da videoclip, Campisi si è immersa nella scrittura e nella produzione (con Alessandro Alosi) del secondo album di inediti, la cui uscita è programmata per il prossimo anno.
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