Privilegiando la rete di relazioni con operatori culturali internazionali, si è chiuso lo scorso 31 dicembre il terzo step del progetto culturale e sociale “Chalermo”, organizzato da Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, in partnership con la cooperativa sociale Prospettiva di San Giovanni Galermo, grazie a “Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini”, il progetto del Comune di Catania finalizzato alla diffusione della cultura nelle periferie
Da tre anni Zō Centro culture contemporanee di Catania, attraverso la partnership con la cooperativa sociale Prospettiva, che svolge la sua attività formativa con i minori del quartiere periferico catanese di San Giovanni Galermo, porta avanti il progetto culturale e sociale “Chalermo” (l’antico nome di San Giovanni Galermo), reso possibile grazie al sostegno di “Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini”, il progetto del Comune di Catania, finanziato dal Ministero della Cultura, finalizzato alla diffusione della cultura nelle periferie e nelle aree più degradate del centro storico della città etnea.
Dopo “Chalermo”, prima edizione del progetto svoltosi nel 2022, il successivo step “Chalermo Evolution” del 2023, da luglio allo scorso dicembre si è svolto il progetto “Chalermo Networking”, nelle sedi della cooperativa Prospettiva, da Zo centro culture contemporanee e nel borgo medievale di Motta Santa Anastasia. In continuità con gli anni precedenti, è proseguita l’indagine sul territorio per creare azioni collettive teatralizzate a cura dei partecipanti ai laboratori, migliorare la socializzazione con i gruppi teatrali incontrati (vedi il gruppo teatrale Note di Colore, che accoglie portatori di disabilità) ampliando anche i pubblici e mescolando i fruitori delle attività. I workshop e le performance realizzate – che hanno privilegiato i linguaggi contemporanei e multimediali – hanno approfondito la conoscenza con artisti di fama internazionale, con ottimi risultati sul piano della creazione collettiva e dell’espressione individuale.
Il progetto è iniziato con il networking, la rete, che voleva dare l’impronta a questa terza edizione. I ragazzi e le famiglie del quartiere di San Giovanni Galermo, a luglio sono stati invitati a partecipare ad alcune attività di “Rebound!”, festival dedicato alle percussioni realizzato da Zo a Motta Sant’Anastasia, facilitando l’accesso, nei seminari e laboratori di formazione legati alla percussione, ai concerti e alle aree didattiche teoriche. Il percorso più legato all’ambito musicale ha visto da una parte una indagine sonora del quartiere di Balatelle (San Giovanni Galermo), focalizzato sull’indagine sonora del quartiere periferico e dedicato al rilevamento acustico, elaborazione musicale e istallazione sonora in collaborazione stretta con i giovani coinvolti. Da questo, si è passati alla nascita di “Chalermo Percussion”, un percorso in cui i ragazzi di Balatelle hanno registrato suoni, voci e rumori tipici del luogo, rielaborandoli poi musicalmente. Il percorso creativo ha avuto diverse fasi di elaborazione, ed il lavoro già svolto è stato ulteriormente curato a metà novembre dal duo audioviviso Spaccamonti/Moro (da Zo per la rassegna Partiture), che hanno elaborato tracce audio e video registrate dalla comunità di giovani del quartiere Balatelle traducendole in composizione multimediale originale.
Gli incontri di “Chalermo Networking” hanno permesso il confronto con gruppi che lavorano sul superamento delle difficoltà e delle diversità. Note di Colore, per esempio, che accoglie portatori di disabilità ma non solo, si è unito ai ragazzi della cooperativa creandone uno nuovo, una massiccia presenza di giovani in grado di dialogare insieme, giocare, e sperimentare strategie di comunicazione artistiche attraverso le arti visive, la gestualità e la poesia. A ottobre Note di Colore ha avviato un percorso teatrale e musicale, con una incursione del percussionista compositore Josè Mobilia, musicista e insegnante che spazia dalla musica antica all’avanguardia, dalle tradizioni popolari al jazz e i suoi derivati, dal repertorio classico all’improvvisazione e alla musica elettronica. Mobilia è stato affiancato dalla musicista e attrice Claudia Guidi, formatasi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e all’Accademia teatrale nazionale.
Pamela Toscano, project manager di “Chalermo Networking” per Zo Centro culture contemporanee: «“Chalermo Networking” ha scelto di privilegiare le azioni creative degli abitanti di San Giovanni Galermo, per ampliare i loro orizzonti culturali, i gusti artistici di riferimento e la possibilità di espressione. Rispetto alle edizioni precedenti di “Chalermo” si è rilevato un balzo in avanti, sia dal punto di vista dell’interesse e della partecipazione che dei risultati artistici multidisciplinari. Le performance ideate e realizzate dai giovani a rischio hanno dimostrato di avere assorbito le modalità delle proposte dei tutor esterni, migliorando le capacità di ascolto e relazione nei gruppi, il team-working, le composizioni e le drammaturgie collettive».
Un percorso già intrapreso nella edizione precedente di “Chalermo” è stato il tema della identità e della valorizzazione di luoghi e persone, un lavoro portato avanti da Stalker Teatro, che ha realizzato un workshop e una performance di grande impatto emotivo facilitando la conoscenza e la collaborazione tra diverse comunità provenienti da contesti socio culturali differenti. Tema dell’identità approfondito a fine novembre con l’accezione dell’appartenenza ad una comunità nel laboratorio curato dall’attore, scrittore e regista Angelo D’Agosta e dalla stessa Toscano. D’Agosta ha anche presentato nella sede di Prospettiva il suo spettacolo “Parada Argentina” frutto di un percorso di ricerca tra le comunità di emigrati all’estero.
A metà dicembre l’acrobata giocoliere Giulio Linguiti ha realizzato il suo lavoro circense “Il cerchio”, frutto di una elaborazione poetica sui temi del degrado delle periferie. Lo scorso 20 dicembre la danzatrice francese Nach, in scena da Zo con la performance “Cellule”, ha svolto un percorso didattico-performativo accogliendo numerosi partecipanti tra cui giovani della comunità a rischio, migranti, persone con disabilità cognitiva e persone della comunità lgbtq+ in una riflessione teorico-pratica sui temi dei pregiudizi inconsci e della possibilità di esprimere il proprio disagio tramite azioni fisiche e vocali.
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