Blog L'8 marzo la tv trasmetterà l'ultimo episodio della fortunatissima saga, protagonista Luca Zingaretti, nata dalla arguta penna di Andrea Camilleri. E gli amministratori del Sud-est siciliano che in questi 20 anni hanno beneficiato della indiretta promozione televisiva dei cosidetti "luoghi di Montalbano" adesso si sentono doppiamente orfani dopo la morte dello scrittore. Chi risolleverà le agonizzanti sorti del turismo azzerato dal Covid?
Finisce l’era del Montalbano televisivo e l’unico a gioire sarà Vittorio Feltri che non lo ha mai sopportato, perché “un terrone” che gli rompeva i coglioni. Per il resto è una tragedia! Tragedia che non vedremo a teatro (i teatri come è noto sono chiusi per Covid) ma che gli amministratori del Sud-est siciliano stanno già mettendo in scena con tanto di appello: ancora uno, per favore, ancora uno! L’uno in questione sarebbe l’ultimo episodio della fortunatissima saga televisiva del commissario più amato di sempre della fiction letteraria italiana. Lo chiede a mani quasi giunte il sindaco di Noto Corrado Bonfanti, lo chiede alla casa di produzione Palomar, al suo proprietario Carlo Degli Esposti, lo chiede a Luca Zingaretti che per 20 anni circa ha prestato il suo volto al commissario-monstre nato dalla penna arguta del compianto Andrea Camilleri, lo chiede alla poltica siciliana tutta. Cosa chiede Bonfanti? Di girare l’ultimo episodio di Montalbano tratto dal romanzo pubblicato postumo “Riccardino”. Perché lo chiede Bonfanti? Perché quello che sarà l’ultima di Montalbano in tv – “Il metodo Catalanotti” in calendario lunedì 8 marzo -, non può bastare, perché il Sud-Est siciliano, soprattutto le iblee Scicli, Ragusa Ibla e Punta Secca ma non solo, set naturale del Montalbano prodotto televisivo firmato dal compianto regista Alberto Sironi, non può permettersi proprio adesso di restare orfano non solo di Camilleri, il “santo subito” laico della letteratura italiana ma pure della fiction tricolore più vista che mai che ha avuto come effetto collaterale – grazie alla potenza delle immagini televisive che magnificamente sposavano le arzigogolate storie poliziesche figlie della immensa creatività di Camilleri – di creare un ambiente turistico di grande successo a livello internazionale che dal film ha ereditato pure il nome: i luoghi di Montalbano.
Chi di Montalbano gioisce, di Montalbano perisce? Dispiace dirlo ma il rischio esiste. Anche perché il Covid ha colpito molto duramente azzerando o quasi il turismo un po’ ovunque, Sud-Est siciliano compreso, facendo crollare la fiducia nei viaggiatori in un futuro prossimo di quasi normalità. L’unica cosa certa che sappiamo al momento è che in Italia lo stato di emergenza dettato dalla pandemia resterà in vigore fino ad aprile. E poi chissà, spaccati come siamo tra fautori del riapriamo comunque le attività turistiche “in sicurezza” e coloro che ribattono che l’unica sicurezza che conosciamo è che le varianti impazzite del virus aumentano di giorno in giorno. Certo non aiuta avere un neo ministro al Turismo – il leghista Massimo Garavaglia – che se la prende col ministro della salute Roberto Speranza perché impedisce le riaperture delle piste da sci causa contagi ancora alti, e soprattutto chiede, il neo-ministro del Turismo, immediati ristori per gli operatori del settore turistico montano dimenticando che è proprio lui, in quanto ministro con portafoglio, che deve pensare ai ristori stessi.
Forse più che Draghi, conveniva nominare premier direttamente San Giorgio, almeno su un miracolo certo, qualsiasi esso sia, potevamo contare. Ma lasciando stare le beghe romane, la Regione Siciliana, da parte sua, è ancora all’anno zero e proprio due giorni fa ha chiuso il bando per trovare un operatore di marketing a cui affidare il progetto di comunicazione di SeeSicily per promuovere l’Isola come meta ideale per le vacanze. Il progetto vede sul piatto quasi 75 milioni di euro del Po Fesr 2014-2020 per l’acquisto di servizi turistici (pernottamenti, visite guidate, ingressi ai musei) che saranno gratuitamente messi a disposizione dei turisti attraverso dei voucher. Di questa cosa si parla da quasi un anno ma siamo ancora al “buongiorno e buonasera”. Comunque sia: basterà questa misura a rimettere in moto la macchina turistica che negli ultimi anni aveva visto la Sicilia in testa alle preferenze turistiche nazionali e internazionali? Chi vivrà vedrà. Certo, se prima non sarà completata almeno a livello nazionale ed europeo la campagna di vaccinazionazione di massa la fiducia dei turisti difficilmente tornerà. Quindi se tutto va bene nel 2022 ne riparliamo.
Nel frattempo la tv ha spostato più a nord il suo focus letterario-turistico magnificando intanto la Napoli contemporanea di Mina Settembre, il personaggio creato da Maurizio De Giovanni e nato proprio in casa Sellerio (tranne l’ultimo romanzo uscito a settembre pubblicato da Einaudi), la casa editrice palermitana cui si deve il boom editoriale di Camilleri e che ha gestito con la Palomar e la Rai il Montalbano televisivo. E tra poco, dal 21 febbraio, la tv darà lustro anche a Bari con la nuova serie poliziesca di Lolita Lobosco, personaggio creato dalla scrittrice barese Gabriella Genisi, una emula dichiarata del Montalbano di Camilleri. Particolare non da poco, la protagonista sarà incarnata da Luisa Ranieri, moglie di Luca Zingaretti che produce la serie. Ebbene sì, chi di Montalbano gioisce, di Montalbano perisce.
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