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Classici e contemporanei nel colorato novembre da leggere

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog Parafrasando Ercole Patti è veramente un bellissimo novembre per chi ama la lettura. Già nelle prime due settimane sono usciti libri straordinari, e sono numerose le meravigliose penne - quali Scotti, Ereditato, Eve Ensler, Murakami, Angelou, Zardi, Simonelli, Mancuso, Gil, Geraci, Rennani, Valeria Trabattoni - anche per le due settimane che chiudono il mese

Già nella precedente “puntata” di “Massimo volume”, pubblicata due settimane fa, avevo annunciato che novembre sarebbe stato un gran mese per le uscite librarie sia di autori contemporanei, sia di classici riproposti con nuove edizioni. Forse il periodo più importante mai realizzato ad oggi dal nostro blog, grazie alle pubblicazioni di case editrici indipendenti. Bastano pochi nomi per dare il via alle danze letterarie che consigliamo per le due settimane a seguire: in copertina il regista Rai Paolo Restuccia, il quale torna nuovamente nella collana Sidekar di Arkadia con “Il sorriso di chi ha vinto“, nuovo romanzo che ha bruciato le tappe di prenotazione nei bookstore on line e fisici; in controcopertina un altra penna eccellente, quella di Alessio Rega autore di “La tela di Svevo” pubblicato da Les Flaneurs Edizioni. Arkadia pubblica anche “Babbo di Pinocchio” di Paolo Ciampi mentre Les Flaneurs pubblica L’ultimo treno da Kiev della magistrale Stefania Nardini. Tra i classici, Gammarò/Oltre Edizioni piazza il grande colpo con Guido Gozzano e il suo “…ma lasciatemi sognare!” curato da Maria Teresa Caprile; lo stesso vale per Graphe.it edizioni che pubblica Sommamente invitante è la tastiera  di Giorgio Manganelli.

Già in libreria

Guido Gozzano “…ma lasciatemi sognare!” a cura di Maria Teresa Caprile, Gammarò/Oltre edizioni 

Con Guido Gozzano comincia all’inizio del Novecento una stagione del tutto nuova per la poesia italiana, non più scritta da nobili chiusi nelle loro biblioteche come Leopardi e Manzoni o da professori eruditi come Carducci e Pascoli e neppure da uomini di mondo in cerca di successo come d’Annunzio. No, Gozzano è un ragazzo di famiglia della buona borghesia che ama la lettura condotta da autodidatta, e che cerca nella scrittura di esprimere i suoi stati d’animo: spesso combattuti tra il desiderio della vita semplice in una natura ancora non intaccata dagli uomini e la sua insoddisfacente condizione intellettuale; e per uscire da questo perdurante malessere, ravvivato da un tono ironico fino ad allora quasi assente dalla letteratura italiana, non rimane che la fuga nel mondo dei sogni, raccontati con parole e immagini chiare e coinvolgenti. Nella sua breve vita, Gozzano (1883-1916) ha pubblicato solo due raccolte complete di poesie: La via del rifugio (1907) e I colloqui (1911) che qui ora presentiamo affidate alle cure di Maria Teresa Caprile, con un saggio introduttivo di Vincenzo Gueglio e una presentazione di Francesco De Nicola, che precisa le caratteristiche di questa edizione, ricca di note su personaggi, situazioni storiche e vocaboli oggi non più in uso, ma del tutto priva, tranne qualche breve osservazione alla conclusione di ciascun testo, di interpretazione o classificazione delle poesie di Gozzano che ciascun lettore, come ci sembra indiscutibile, valuterà secondo la sua sensibilità e formazione.

Stefano Mancuso, Fitopolis, la città vivente, Laterza

Da specie generalista capace di vivere dovunque, nell’arco di poche generazioni abbiamo subìto una trasformazione e ci siamo ridotti a vivere in una sola e specifica nicchia ecologica: la città. Una rivoluzione paragonabile soltanto alla transizione da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori avvenuta 12.000 anni fa. Questo mutamento, da un punto di vista della reperibilità delle risorse, è di certo vantaggioso. Ma è altresì pericoloso: la specializzazione di una specie è efficace soltanto in un ambiente stabile. In condizioni ambientali mutevoli diventa pericolosa. La vita in città presuppone un flusso continuo ed esponenzialmente crescente di risorse e di energia, che però non sono illimitate. A ciò si aggiunge la crisi climatica che può cambiare l’ambiente delle nostre città in modo netto, oltre che a mettere in pericolo la nostra stessa sopravvivenza. Ecco perché è diventato fondamentale riportare la natura nel nostro habitat. Le città del futuro dovranno trasformarsi in fitopolis.

Le uscite di mercoledì 15 novembre

Giorgio Manganelli, Sommamente invitante è la tastiera, Graphe.it edizioni

Fra le quarte di copertina d’autore che disseminano la storia editoriale italiana, quelle di Giorgio Manganelli si possono considerare un piccolo tesoro unico nel genere. Manganelli scrive le quarte a modo suo. Sta proprio qui il valore (e il gusto) di questa raccolta, materiale per bibliofili, lettori esigenti e per chiunque trovi un’intima soddisfazione incontrando una pagina letterariamente perfetta e umanamente complessa, come fu il suo autore.
«Le quarte di copertina di Manganelli, funamboliche aggiunte ai suoi testi, sono quei preziosi marchi, timbri, segnali e segni che rendono i suoi libri inimitabili e unici»: scrive così Lietta Manganelli nella nota di lettura che accompagna la presente raccolta. Per favorire, quindi, la conoscenza di tali «preziosi marchi, timbri, segnali e segni» nasce questo libro, di cui una prima versione era uscita nel 2019 per i tipi di Aragno con il titolo di Quarte di nobiltà. In questa nuova edizione sono presenti più testi del Manga (sia quelli scritti per i suoi libri che le quarte vergate per altri), sono state riviste e aggiornate tutte le note bibliografiche e inseriti degli indici (a cura di Massimiliano Pagani). Quasi a voler sottolineare le emozioni che si provano ad avere tra le mani il proprio libro, abbiamo arricchito il testo con un breve percorso iconografico. […] Forse da qualche parte Giorgio Manganelli starà commentando con un suo classico «sgrunt!» questa iniziativa, ma a noi piace pensare che colui che «seppe – più di ogni altro – nobilitare la quarta», per citare la prefazione di Luigi Mascheroni, sia lieto di questo nostro omaggio. Del resto, anche per noi, sommamente invitante è la tastiera. (dalla Nota dell’editore al libro)

Marco Simonelli, Bestiario, Industria & Letteratura 

In “Bestiario” di Marco Simonelli gli animali giocano a travestirsi fino ad assomigliare agli esseri umani. Una carrellata di ibridi, uno studio sulle dinamiche sociali (e sul loro fallimento) nel rispetto (nel tradimento) dei bestiari medioevali: in versi rigorosi e feroci, con un’attenzione laica e profana alla realtà.

Paolo Zardi, La meccanica dei corpi, Neo 

Cosa regola i nostri corpi? Le spinte, le attrazioni e le prevaricazioni esercitate tra questi ultimi? In La meccanica dei corpi, Paolo Zardi racconta queste forze. Una ragazza lavora nella grande città, decisa a smarcarsi dalle origini di provincia. Un uomo che ha tutto ma gli manca comunque qualcosa. Un vecchio prossimo alla morte riceve la visita di fantasmi del passato, e anche fax in bianco e telefonate di nessuno. Una donna assiste alla trasformazione di suo marito in un estraneo. Due amici, durante una cena casalinga, attraversano il tempo.

Maya Angelou, Lei che mi ha liberata, Le plurali 

Maya Angelou, tra le più importanti autrici afroamericane e venuta a mancare nel 2014, arriva finalmente nelle librerie italiane con Lei che mi ha liberata, un romanzo autobiografico, in cui viene narrata la vita dell’autrice attraverso il rapporto con la madre. Sullo sfondo, gli Stati Uniti del Ku klux klan, del proibizionismo e delle lotte per i diritti civili degli afroamericani.

Le uscite di giovedì 16 novembre

Ryü Murakami, Audition, Atmosphere libri

Su insistenza del figlio Shigehiko, Aoyama, quarantaduenne regista e produttore di documentari che ha perso la moglie dopo una grave malattia, decide di risposarsi. Accetta perciò di organizzare, con la collaborazione dell’amico Yoshikawa, una falsa audizione per trovare la compagna ideale. Finisce per innamorarsi della ventiquattrenne ex ballerina Asami, travagliata da un’infanzia infelice, per la quale sviluppa un’ossessione. La sua scelta, apparentemente perfetta, segnerà l’inizio della sua sofferenza. Dal romanzo è stato tratto l’omonimo film cult di Miike Takashi.

Le uscite di venerdì 17 novembre

Libro copertina, “Il sorriso di chi ha vinto” di Paolo Restuccia, Arkadia

Che fine hanno fatto Daria Gentile e Carla Ferrara, due ragazze giovanissime scomparse senza un motivo plausibile nel centro di Roma? E il giovane attore Casemiro Rosco è morto per un abuso di droghe oppure è stato ucciso? E che ci fa la tonaca di un sacerdote cattolico nel suo appartamento? È coinvolto forse uno dei preti della Chiesa della Perfezione di tutti i Santi? Magari proprio il maestro che dirige una scuola di musica e un coro di giovani? A questi interrogativi cercano di rispondere la filmaker Greta Scacchi e Tommaso Del Re, un dirigente di polizia sospeso dall’incarico che collabora con il canale televisivo Crime Net. Mentre l’indagine va avanti, un uomo sta allestendo una cappella in cui presto si consumerà qualcosa di indicibile e, sullo sfondo degli eventi, ritorna protagonista l’azienda farmaceutica Biolab. Nel nuovo romanzo di Paolo Restuccia convergono tutti gli elementi per un thriller ricchissimo di colpi di scena e incalzante come le sequenze di un film.

V (Eve Ensler), Io sono un’esplosione. Una vita di lotta e di speranza, il Saggiatore 

Io sono un’esplosione è il viaggio di un’attivista attraverso le ferite del nostro tempo, con l’obiettivo di ritrovare una connessione, come individui, a un più alto obiettivo comune. Nel corso della sua quarantennale esperienza di lotta, V (il nome che Eve Ensler si è attribuita dopo aver abbandonato quello del padre violento), si è occupata dei temi più diversi: dalle molestie e gli abusi degli uomini sulle donne, vissuti in prima persona, alle tragedie dell’AIDS e del Covid-19, fino al cambiamento climatico e alla vittoria di Trump in America. In tutti questi casi, la sfera pubblica si intreccia indissolubilmente con quella privata; ecco perché i suoi racconti prendono spesso le mosse da storie personali: la sua di figlia abusata, quella di altre donne violentate durante i conflitti per le risorse minerarie della Repubblica democratica del Congo, quelle di chi ha perso il lavoro durante la pandemia oppure di coloro che hanno contribuito a far cadere il muro di Berlino. In questo incessante movimento dall’io al noi, Io sono un’esplosione prende la forma di una raccolta di prose, poesie, sogni, lettere e piccoli saggi: le mille forme in cui lo sguardo critico di V si è posato sul mondo, eviscerando e mettendo sotto analisi le sue storture.
In modo intimo e introspettivo, ma allo stesso tempo coraggioso e risoluto, questo libro insegna a creare una spinta irrefrenabile al cambiamento, ad amare e a sopravvivere all’amore, a fare i conti con i propri demoni e riprendere possesso del proprio corpo. Perché se riconosciamo che il male e il dolore personale sono collegati, lottare per qualcosa diventa un modo per curare le ferite più profonde e riscoprirsi liberi.

Antonio Ereditato, Lettera agli scienziati del futuro, il Saggiatore

Di cosa si occuperà la scienza domani? Come cambierà il modo di condurre esperimenti e ricerche? Che caratteristiche dovrà avere chi si occuperà del sapere in futuro? Antonio Ereditato, uno dei più importanti fisici italiani, scrive una lettera sulla scienza del futuro, per capire quali saranno le scoperte di domani, e i dilemmi etici che affronteremo. Ereditato racconta cosa potremmo trovare guardando al centro delle galassie, avvicinandoci alla velocità della luce, decodificando con precisione i segreti del dna; che impatto avranno le intelligenze artificiali e le nuove tecnologie; e come dovranno essere le scienziate e gli scienziati del futuro: curiosi, intraprendenti, coraggiosi e un po’ folli. Raccontando anche la sua esperienza al CERN e la storia del laboratorio, Ereditato traccia una strada per la scienza di domani, e anticipa quello che scopriremo.

Stefania Nardini, L’ultimo treno da Kiev, Les Flaneurs

Irina è una “badante” ucraina ex professoressa di Lettere. Una tra le migliaia di donne costrette a emigrare per sopravvivere alla fame. Siamo negli anni di Kučma, tra il 1992 e il 2005, prima della “rivoluzione arancione” e il suo paese è allo sbando: quasi nessuno percepisce uno stipendio. La corruzione dilaga a tutti i livelli. Madre di una figlia a cui vorrebbe donare un futuro diverso, per procurarsi un passaporto e un viaggio in Italia, dovrà passare attraverso un perverso sistema in cui a farla da padrone sono le mafie. Le hanno promesso un lavoro da domestica. Ma non ha scelta. È il prezzo da pagare dopo il crollo del Muro di Berlino, quando l’Ucraina del post comunismo diviene una “terra di nessuno” e un Eldorado per il capitalismo selvaggio. Irina arriverà da clandestina, in un’Italia dove quelle come lei sono un supporto indispensabile per molte famiglie. Sarà l’inizio di un viaggio anche dentro sé stessa. E l’incontro con Rosa, giornalista femminista e sua datrice di lavoro, la metterà di fronte a un mondo sconosciuto che la storia le ha omesso. La sua rigidità sovietica sopravviverà all’urto con la cultura occidentale? Assorbirà da Rosa, i principi di emancipazione e autodeterminazione? Chi sceglierà di diventare infine Irina: una madre della patria, come voleva la dittatura, o una figlia della libertà? Una storia di ordinaria umanità, che si snoda attraverso l’Europa per scavalcare le frontiere delle nostre sicurezze. Un romanzo sorprendente, a tratti crudo e a tratti struggente, che si rivela uno strumento utile per leggere il dramma di un paese la cui tragedia è sotto i nostri occhi.

Francesca Scotti, Scintille, effequ 

È Capodanno. Lea, Stefano, Rebecca, Giulia, Flavio e Aya sono riva all’acqua. Hanno tutti tredici anni e non sanno nulla del loro futuro. Il primo giorno dell’anno va avanti lento in mezzo a sfide da adulti e giochi da bambini, in quella terra di mezzo che è la preadolescenza. Ogni protagonista divide con gli altri una scintilla di Elettra, e la più Elettra di tutte è la misteriosa Aya, preziosa e perfetta bambolina che va sempre tenuta per mano e che non parla quasi mai. Tra piccoli e grandi conflitti questo terzo episodio è come la scintilla di una stella filante a Capodanno, un momento prima di spegnersi.

Carlo D’Amicis, Il grande cacciatore (e altre violenze), TerraRossa


Quanto misura la distanza che divide l’umano dal disumano, il tragico dal comico, la generosità dall’egoismo? Secondo le due protagoniste di questo beffardo racconto di Carlo D’Amicis la distanza è minima, come quella che c’è tra i rispettivi appartamenti: un’infermiera vocata al soccorso, apparentemente ingenua, e una ex playmate, apparentemente smaliziata, si contendono il pianerottolo, i ruoli di vittima e carnefice e un fidanzato ossessionato dagli alieni e dalla caccia. Fino a quando tra di loro irrompe la semplicità di un cane, a mostrare la voragine che si è aperta tra la natura e i contorti sistemi usati dagli umani per sentirsi amati e un po’ meno soli.

Le uscite di martedì 21 novembre

Officina Saggiatore, Piccolo manuale illustrato per cercatori di font, il Saggiatore

Calibri o Helvetica? Times New Roman o Garamond? Come e perché scegliere una font rispetto a un’altra? Come sono state creati e qual è la loro storia culturale che si intreccia con i marchi, i loghi, le pubblicità iconiche e gli utilizzi più comuni? Un piccolo manuale, accompagnato dalle illustrazioni di Giacomo Agnello Modica, ricco di curiosità e informazioni che soddisferanno i cercatori più esigenti, gli appassionati e tutti i curiosi. Perché chiunque prima o poi si è trovato o si troverà di fronte a una scelta… di carattere!

Paul Auster, Baumgartner, Einaudi

Tutta l’esistenza di Seymour Baumgartner è stata definita dall’amore provato per la moglie Anna. Ma ora Anna non c’è più e Baumgartner si addentra nei settant’anni tentando in qualche modo di vivere senza di lei. Dopo un romanzo-mondo come 4321, Paul Auster torna in libreria con un libro apparentemente lineare e racconta la vita di un uomo alla fine dei suoi giorni che si interroga sulle cose essenziali.



Le uscite di mercoledì 22 novembre

Maria A. Geraci, Comprendere il mondo dei bambini giocando, Armando 

Questo libro è una guida pratica, diretta e utile per aiutare i genitori a comprendere i momenti di difficoltà dei bambini e aiutarli a superarli con gli strumenti e l’approccio giusto. Nella società di oggi, sempre più spesso i genitori, presi dalla frenesia della vita, dalla corsa alla carriera e da obiettivi da raggiungere, in breve tempo hanno difficoltà nel comprendere i propri bambini, nel dedicargli del tempo ed entrare nel loro mondo. Esiste la possibilità di rallentare e di ritagliarsi tempo prezioso con i propri figli? Sì, attraverso il gioco! Questo è il modo più naturale per entrare in relazione con i bambini, comunicare con loro ed essere presenti come genitori. Comprendere e ascoltare i bisogni dei propri figli sono aspetti fondamentali, che possono esprimersi sia durante i momenti di gioco sia nella vita di tutti i giorni. È fondamentale, quando un bambino manifesta comportamenti preoccupanti, collegare il problema attuale con altri aspetti della sua crescita, o meglio storia, che potrebbero spiegare le cause e aiutare a costruire una soluzione. Ecco che, da semplice manifestazione ludica, il gioco può trasformarsi in terapia. Il gioco, così, diventa uno strumento efficace per conoscere i vissuti del bambino, per esplorare i pensieri e i sentimenti e per apprendere comportamenti più adattivi. Per giocare, quindi, è necessario, anzi indispensabile, avere consapevolezza delle proprie competenze e abilità genitoriali e vivere il gioco come piacere condiviso. Il coinvolgimento dei genitori nel percorso è fondamentale ed è finalizzato ad apprendere nuove modalità comportamentali e comunicative attraverso l’uso di strategie che accompagneranno il bambino al superamento delle difficoltà e al mantenimento dei risultati nel tempo.

«Da mamma, oltre che terapeuta, rispondo che bisogna imparare a fare il “lavoro più difficile al mondo” per non cadere nella trappola di pensare che i bambini crescano da soli. La play therapy cognitivo-comportamentale coinvolge il bambino nella terapia attraverso il gioco. In questo modo il bambino è un partecipante attivo e i problemi della resistenza e del mancato coinvolgimento possono essere affrontati più facilmente».

Carlos Gil, La fine del marketing. Umanizzare il vostro marchio nell’era dei social media, Armando 

In una società post-pandemica, come possono i marchi adattarsi alla nuova era del marketing senza alienare i loro clienti? Come possono le aziende rimanere rilevanti in un’epoca in cui un influencer di TikTok ha più impatto di un’azienda da miliardi di dollari? La risposta è essere umani. Nell’eco sistema digitale frammentato e rumoroso di oggi, molte persone apprezzano il valore di un marketing autentico e di una comunità coinvolta piuttosto che il numero di “mi piace” su un post o le offerte del loro marchio preferito. La fine del marketing rivoluziona il mono in cui i marchi, le agenzie e i marketer dovrebbero affrontare i consumatori di oggi avvalendosi di esempi che coinvolgono celebrità come DJ Khaled, Kim Kardashian, Ja Rule e Kany e West, e organizzazioni come Marriott, Wendy, Airbnb e Zoom. Il libro di Gil si presenta come un manuale pratico e snello per chiunque voglia avvicinarsi a un nuovo modo di promuovere il proprio marchio.
Il libro si impegna nell’illustrare, con esempi e casi di studio, un marketing diverso, vicino ai tempi correnti, non più “verso qualcuno”, bensì “attraverso qualcuno”. Da questo punto di vista, sì: possiamo dire che il marketing, per come lo conosciamo, “è morto”. La strategia promozionale che si basa sul bombardamento pubblicitario ai danni del potenziale cliente non basta più a garantire il successo di un marchio, per quanto agguerrito.

Le uscite di giovedì 23 novembre

Valeria Trabattoni, I FiL Food. Il mondo nel piatto, Mursia

I FiL Food” è un invito a esplorare con curiosità, gentilezza e coraggio il tuo “io” per scoprire la ricchezza di un universo in continuo divenire. Ed è la possibilità di usare la relazione con il cibo per accedere a questo mondo

Il cibo è solo cibo. O forse no. Cosa c’è sul piatto quando mangiamo pur essendo sazi? O quando cerchiamo nel cibo ciò che questo non può darci? Cosa si cela dietro la riluttanza a lasciare un boccone nel piatto? La nostra relazione con il cibo rivela molto di ciò che siamo: le nostre credenze più radicate, l’attitudine verso la vita, ciò che inconsciamente crediamo di meritare. Tutto il nostro mondo è lì, dentro al piatto in cui mangiamo. La pratica del mindful eating ci guida alla riscoperta dei sapori e ci invita a tornare a vivere con serenità e gioia il rapporto con il cibo e con noi stessi. Proposto con un linguaggio semplice e con parole che si rivolgono direttamente all’anima del lettore, questo saggio è un intreccio di filosofia, cucina e spiritualità.

Fabio Rennani, Appuntamento ignoto. Una indagine per Innocenti, Mursia

«Adele ha sempre odiato dover dipendere da eventi che non può controllare. Vediamoci alle dieci, nel piazzale dentro il parco. È il messaggio arrivato stamattina. Non ha risposto subito, ma poi ha deciso di seguire la follia da cui è stata pervasa in quest’ultimo periodo»

Adele Conti è una donna bella, intraprendente e risoluta, manager di successo di una grande azienda romana. Ha però un segreto, anzi, più di uno. E, quando il suo cadavere viene ritrovato nel parco vicino a casa in una piovosa notte di novembre, la ricerca del suo assassino scoperchia il pozzo nero di bugie, inganni e tradimenti che hanno accompagnato gli ultimi mesi della sua vita. Chi era davvero Adele Conti? In una Roma autunnale splendida e violenta, le indagini dell’ispettore Claudio Innocenti e della criminologa Patrizia Valle si articolano tra false piste e improvvise rivelazioni che coinvolgono a vario titolo tutti i protagonisti della storia, ognuno dei quali ha nell’armadio piccoli o grandi scheletri che Adele aveva scoperto prima di essere uccisa.

Le uscite di venerdì 24 novembre

Libro controcopertina, “La tela di Svevo” di Alessio Rega, Les Flaneurs

Svevo ha settantatré anni e vive nel suo buen retiro a Molfetta, in Puglia: qui si dedica alla pittura, anche se è costretto ad accontentarsi di commissioni di arte sacra che provengono da politicanti che disprezza. In occasione della presentazione della sua nuova Madonna, Svevo incontra per la prima volta dal vivo Anna, talentuosa giovane arpista utilizzata come modella inconsapevole per il suo quadro. Nei dodici mesi in cui si frequentano, Svevo si lascia sconvolgere dalla freschezza e dall’ambizione della ragazza, dando il via a un viaggio sentimentale fra l’Italia e la Corsica (dove i due andranno alla ricerca del figlio di Svevo, da lui mai conosciuto e riconosciuto), che costringerà entrambi a guardarsi dentro guardando nell’altro.
Cosa sceglierà Svevo quando si renderà conto di essere d’ostacolo alle ambizioni di Anna, e di aver ricoperto la sua giovane esistenza di un velo di malinconia? E Anna sarà all’altezza di raccogliere la lezione del suo troppo amato maestro, dedicandosi all’anticonformismo e alla ricerca della libertà?

Filippo Morelli e Cesare Paris, Filmaccia. Cento film italiani da evitare dal 2000 ad oggi, Bibliotheka

L’irriverente catalogo firmato dai critici Filippo Morelli e Cesare Paris punta nomi quali: Dario Argento, Walter Veltroni, Luciano Ligabue, Roberto Benigni, Ferzan Özpetek, Leonardo Pieraccioni, Silvio Muccino e Mario Martone

Dal 2000 a oggi il cinema italiano ha prodotto un’infinità di pessimi film. Non solo pellicole trash e imbarazzanti pastrocchi, ma anche opere spesso incensate dalla critica o idolatrate dal pubblico, che, a un esame più attento e a una lettura più analitica, rivelano crepe strutturali evidenti e profondissime. Di questi “capolavori al contrario” i critici cinematografici Filippo Morelli e Cesare Paris hanno fatto un attento esame selezionandone cento. È nato così “Filmacci. Cento film italiani da evitare dal 2000 a oggi”, in libreria dal 24 novembre per le edizioni Bibliotheka (360 pagine, 18 euro, versione ebook a 4,99).
È una parte cospicua, anche se non esaustiva, della peggio gioventù della nostra settima arte. Un viaggio trasversale in un oceano di bruttezza che ha cercato di non tralasciare nulla, per quanto possibile: film che non sono stati visti nemmeno da chi li ha girati accanto a cinepanettoni in totale disarmo; esordi di autori oggi considerati maestri a braccetto con stanche parabole comiche di registi con pochi argomenti. E, ancora, pellicole indipendenti e lacrima movie, horror senza capo né coda, le grottesche maschere divenute – senza motivo – star del tubo catodico e spinte a forza nel grande schermo.
Per questo Morelli e Paris non risparmiano nessuno e tra le pellicole messe sotto esame ci sono anche opere firmate da Dario Argento e Walter Veltroni, Luciano Ligabue e Roberto Benigni, Ferzan Özpetek e Leonardo Pieraccioni, Silvio Muccino e Mario Martone. Senza dimenticare Ezio Greggio, Christian De Sica, Sergio Castellitto, i fratelli Vanzina, Neri Parenti, Roberta Torre, Alessandro Siani, Asia Argento, Federico Moccia, Paolo Genovese, Jerry Calà e Fabio de Luigi.
“Per entrare in questo libro non basta essere un brutto film – scrivono gli autori -. C’è bisogno di una spinta in più che trasformi il semplice disprezzo in ammirazione sgomenta. Bisogna essere sublimi”.

Riley Black, Gli ultimi giorni dei dinosauri. Come un asteroide ha dato inizio al nostro mondo, il Saggiatore

Era un giorno come tutti gli altri, 66 milioni di anni fa, quando la vita organica sulla Terra cambiò per sempre. Un mondo rigoglioso e colorato, ricco di biodiversità e affascinante complessità fu spazzato via, in parte immediata- mente, in parte nei giorni successivi. Questa è la storia di quel momento: Riley Black racconta gli ultimi giorni di vita dei dinosauri prima dello schianto del celeberrimo asteroide e prima dell’estinzione di massa, e ricostruisce tutti gli eventi che l’hanno seguita: scopriamo cos’è successo la pri- ma ora, il primo giorno, il primo mese, il primo anno dopo l’impatto, e come la vita è riuscita a rinascere dalla distruzione totale. La grande forza del libro sta nel passo narrativo che l’autrice dà a un resoconto scientifico accurato e preciso, ma anche incalzante e avvincente, che ci consente di immergerci nei boschi, pianure e foreste del Cetaceo, ma che arriva fino ai giorni nostri e ai modi in cui quel catastrofico evento preistorico influisce ancora sull’organizzazione dei nostri ecosistemi.

Lettere d’amore, Carteggi di scrittori del Novecento, il Saggiatore

L’amore non ha bisogno di parole, eppure non esisterebbe- senza le parole: parole sussurrate o gridate, parole che rivelano il sentimento o che faticosamente lo celano, parole trepidanti, parole arrabbiate, parole estatiche, parole tradite, parole fredde, parole infuocate. Parole che spesso devo no raggiungere chi è lontano e che per secoli sono state affidate a missive, cartoline e telegrammi; a fogli di carta stropicciati e consumati, piegati e strappati.
Quest’opera raccoglie le Lettere d’amore che diciotto scrittrici e scrittori del Novecento hanno inviato da ogni angolo del mondo. Dalla solennità della prosa di Gabriele D’An- nunzio all’enfasi di Salvatore Quasimodo, dal sentimentalismo di Erich Maria Remarque alle associazioni inconsuete di Franz Kafka, dalle reticenze di Colette all’erotismo di James Joyce, fino al calore di Edith Wharton, queste epistole raccontano un lato privato e inconfessabile del loro mondo e della loro personalità. Nei turbamenti e nelle incertezze li scopriamo così fragili, esposti, contraddittori, impulsivi, ridicoli nell’amore esattamente come lo siamo noi, come noi trascinati da forze che, a differenza di quando compongono le loro poesie e i loro romanzi, non possono e non sanno controllare.
Scrive nella prefazione Massimo Onofri che «quello dell’amore è un discorso impossibile: non può essere analizzato, ma solo enunciato». E in effetti questa raccolta è soprattutto il tentativo di rispondere, attraverso i palpiti dei grandi autori, alla domanda che ha accompagnato l’essere umano sin dall’inizio della sua storia: è possibile, sarà mai possibile, spiegare l’amore a parole?

Daniel Arasse, Il dettaglio. La pittura vista da vicino, il Saggiatore

A partire dal Rinascimento e fino agli ultimi decenni del XIX secolo l’opera pittorica è stata concepita per essere guardata a distanza: il pittore deve seguire una precisa economia del dettaglio, mentre l’osservatore è tenuto a rispettare il punto di distanza ragionevole dal quale apprezzare la bellezza e l’armonia della composizione. Daniel Arasse, smontando il principio della distanza classica, dimostra che nell’ordine generale di ogni quadro s’annidano dettagli che sfuggono a quest’ordine fino ad annullarlo. Il libro, qui in una nuova edizione prestigiosa che ne valorizza la ricchezza delle immagini, permette di vedere per la prima volta molti capolavori a tutti noti, e da tutti ripetutamente visti, a una distanza ravvicinata. Improvvisamente, attraverso un dettaglio, spunta una nota ironica o un’allusione erotica in un dipinto d’argomento sacro; affiora la critica politica o la testimonianza umana ed esistenziale in un quadro apparentemente convenzionale; o, ancora mediante l’uso del dettaglio, il pittore può rivelare le sue più autentiche scelte stilistiche. Gli elementi segreti che si colgono solo se si guarda da vicino, le piccole parti che suscitano stupore, deviando dalla lettura generale del quadro e mettendo in discussione le teorie consolidate degli storici dell’arte, sono spesso quelle parti che incuriosiscono e incantano l’osservatore costituendo le vere occasioni di godimento della pittura.

Paolo Ciampi, Il babbo di Pinocchio, Arkadia

È la notte di San Lorenzo, una notte di festa nel cuore della torrida estate fiorentina, la città come sempre presa d’assalto dai turisti. Due uomini si siedono sulla stessa panchina, osservano il mondo che passa intorno a loro, cominciano a chiacchierare. Chi parla è un giornalista dei nostri anni, che avrebbe preteso di più dal suo lavoro e comunque dalla vita. Ma possibile che l’altro sia Collodi? Perché no? Sono tante le cose che possono succedere nella notte di San Lorenzo a Firenze, se si ha voglia di crederci. Soprattutto se si vagabonda fino all’alba, nei luoghi che furono di Collodi e poi di Pinocchio. Fino a scoprire la Firenze che era nella Firenze che è. Oppure l’uomo dietro lo pseudonimo Collodi, Carlo Lorenzini, una creatura fragile e notturna, segnata da innumerevoli delusioni annegate nell’alcol. Eppure capace di regalare sorrisi e sogni, con il suo sguardo ironico e la battuta pronta che da sempre è nello spirito dei fiorentini. Un viaggio in una Firenze insolita, nell’esistenza del grande scrittore e della sua principale creatura, Pinocchio, capace di regalarci ancora oggi, in tempi così complicati, un esempio autentico di vita.



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