Musica E' uscito il 19 febbraio il nuovo album del ricercatore e cantore siciliano che, partendo da una matrice folk, si tinge di jazz, progressive, pop e world music con un approccio cantautorale che fa dell’uso ricercato della vocalità uno dei suoi punti di forza
Anticipato dal singolo “Donna gintili”, il 19 febbraio è uscito “Amanti Santi e Naviganti”, il nuovo album del ricercatore e cantore siciliano Antonio Smiriglia, tra gli esponenti più interessanti della musica popolare d’autore in Sicilia.
“Amanti Santi e Naviganti” è un album che, partendo da una matrice folk, si tinge di jazz, progressive, pop e world music con un approccio cantautorale che fa dell’uso ricercato della vocalità uno dei suoi punti di forza, insieme a fraseggi strumentali e sonorità che, seppur attuali, afferiscono anche a strumenti tipici della tradizione popolare.
«L’intento, alla fine della stesura di questo prodotto musicale – dice Smiriglia – rimane quello di non privarlo del legame indissolubile con le proprie tradizioni e con la propria terra, tentando, anzi, di rivitalizzarle, riattualizzandole e arricchendole di stratificazioni di tutte quelle esperienze che ci conducono inesorabilmente alla contemporaneità».
Echi del Peter Gabriel della “svolta” world music convivono con i sentori di formazioni italiane quali Canzoniere Grecanico Salentino e Nuova Compagnia di Canto Popolare, fino ad arrivare a produzioni vicine a quelle di Eugenio Bennato e Ambrogio Sparagna.
L’ascolto, sin dal primo brano, palesa limpidezza, eleganza ed una trama compositivo/esecutiva complessa ma scorrevole e di facile acquisizione, mai ingombrante e funzionale ad un sound che avvolge e coinvolge emotivamente attraverso il sapiente dosaggio di meticciamenti di generi, forme e stili, frutto di mescolanza fra il recupero della memoria di ciò che è stato e la contemporaneità.
«Questo nuovo lavoro – aggiunge l’artista – nasce parallelamente all’esigenza di svelare una nuova forma di canzone d’autore che, pur restando fedele alla propria lingua d’origine, la proietta oltre i suoi confini attraverso inflessioni e idiomi plurilinguistici col fine di comunicare sentimenti ancestrali, arcani e attuali allo stesso tempo, con nuovo sapore e sapere aperto a diversi orizzonti musicali e semantici senza rigide coordinate stilistico/formali né cristallizzazioni di carattere storico, geografico, sociale e antropologico. È un lavoro con una forte componente evocativa ed una sottesa pregnanza di immagini che, idealmente, accompagnano le narrazioni contenute nei testi, talvolta scaturiti dalla ricerca delle tradizioni o, altrimenti frutto dell’odierna originalità creativa del cantore».
Complessivamente ne scaturisce un nuovo percorso di ricerca musicale e personale dell’autore e dei musicisti che lo hanno coadiuvato, dalla quale sgorga un’originalità unica nel suo genere, atta a scandagliare l’animo umano nelle sue diverse sfaccettature, attraverso il tempo che scorre.
Registrato negli studi di Giuseppe Faranda a Brolo (ME) ed edito in coedizione da Aventino Music-Opensoundmusic, “Amanti Santi e Naviganti” è interamente scritto da Antonio Smiriglia (che si destreggia fra voce e chitarra acustica), coadiuvato da Fabio Sodano (anche flauto traverso, ottavino flauto, di canna, sax soprano, xaphoon) e Tonino Lazzaro (alla fisarmonica) agli arrangiamenti. Chiudono il cerchio i musicisti Sebastiano Montagna (chitarra classica), Socrate Verona (bouzouki, violino), Pino Garufi (basso, contrabbasso), Stefano Sgro’ (batteria) e Michele Piccione (tamburi a cornice, marranzano). Hanno preso parte alle registrazioni gli ospiti Oriana civile (voce), Nino Milia, (chitarra classica), Calogero Emanuele (mandolino) e Marco Corrao (elettronica).
L’immagine di copertina realizzata da Charley Fazio, ritrae la nudità simbolo del peccato che sostiene una conchiglia simbolo di rinascita e di resurrezione: il sacro ed il profano paradigma della cultura popolare siciliana. L’elaborazione grafica è di Ettore Ventura.
«Il lavoro si conclude con il brano “Tempu”, un invito a cogliere l’attimo e a vivere intensamente il momento hic et nunc – conclude Smiriglia – perché il domani è incerto. Una profonda riflessione sul momento storico che stiamo vivendo da due anni a questa parte …».
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