Blog Copertina alla messinese Nadia Terranova che oggi esce per Einaudi con "Trema la notte". Controcopertina a "Favole della notte" di Melina Scalise, con i dipinti di Francesca Magro, Oltre Edizioni. In memoria della rocker friulana Elisabetta Imelio, morta due anni fa, è in preparazione un libro dei fan siciliani
Apriamo l’ultima settimana di consigli letterari del mese di febbraio, in memoria e ricordo della bassista e cantante Elisabetta Imelio, che la notte tra il 29 febbraio e il 1° marzo di due anni fa moriva per un tumore al seno. La bassista e cantante, che ha fatto la storia del nuovo punk rock di fine anni ’90 e anni 2000, cofondatrice di gruppi quali Prozac+ e Sick Tamburo, assieme ai compagni e colleghi di musica ha fatto saltare, pogare e ballare più d’una generazione. Aprire così per annunciare che si sta lavorando ad un volume sulla bravissima musicista pordenonese, che lascia un vuoto notevole nel panorama musicale e umano. Un ricordo, che la tiene sempre presente.

Elisabetta Imelio nella illustrazione di Fausto (Krausto) Collarino
Prima di procedere con i consigli di letture delle nuove uscite, leggiamo il terzo step di candidati al Premio Strega 2022, annunciati oggi:
Ecco il terzo gruppo di libri proposti pubblicati il 22 febbraio sul sito del Premio. Ecco chi sono: “Oliva Denaro” (Einaudi) di Viola Ardone, presentato da Concita De Gregorio; “L’alta fantasia” (Solferino) di Pupi Avati, presentato da Paolo Di Paolo; “Elsa” (Ponte alle Grazie) di Angela Bubba, presentato da Laura Pugno; “Gli iperborei” (Bompiani) di Pietro Castellitto, presentato da Teresa Ciabatti; “Il confine” (Neo edizioni) di Silvia Cossu, presentato da Renato Minore; “Lei che non tocca mai terra” (NN Editore) di Andrea Donaera, presentato da Daniele Mencarelli; “Il profumo della libertà” (Mondadori) della messinese Giovanna Giordano (unica siciliana di questo terzo gruppo), presentato da Antonella Cilento; “Divorzio di velluto” (Feltrinelli) di Jana Karšaiová, presentato da Gad Lerner; “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli) di Claudio Piersanti, presentato da Renata Colorni; “Niente di vero” (Einaudi) di Veronica Raimo, presentato da Domenico Procacci; “Un uomo sottile” (Neri Pozza) di Pierpaolo Vettori, presentato da Paolo Mauri; “Giorni felici” (Coconino Press) di Zuzu, presentato da Valeria Parrella.
E da una scrittrice messinese ad un altra, proprio oggi esce il nuovo romanzo di Nadia Terranova: ed è subito libro copertina.
Libro copertina: “Trema la notte” di Nadia Terranova, Einaudi
28 dicembre 1908: il piú devastante terremoto mai avvenuto in Europa rade al suolo Messina e Reggio Calabria. Nadia Terranova attinge alla storia dello Stretto, il luogo mitico della sua scrittura, per raccontarci di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un’inattesa possibilità. Quella di erigere, sopra le macerie, un’esistenza magari sghemba, ma piú somigliante all’idea di amore che hanno sempre immaginato. Perché mentre distrugge l’apocalisse rivela, e ci mostra nudo, umanissimo, il nostro bisogno di vita che continua a pulsare, ostinatamente. «C’è qualcosa di piú forte del dolore, ed è l’abitudine». Lo sa bene l’undicenne Nicola, che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria, la moglie del piú grande produttore di bergamotto della Calabria. Dall’altra parte del mare, Barbara, arrivata in treno a Messina per assistere all’Aida, progetta, con tutta la ribellione dei suoi vent’anni, una fuga dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo. La terra trema, e il mondo di Barbara e quello di Nicola si sbriciolano, letteralmente. Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma cosí violenti che resteranno indelebili. In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre.
L’autrice
Nadia Terranova (Messina, 1978), si è laureata in filosofia e si è dottorata in storia moderna. Per Einaudi ha scritto i romanzi “Gli anni al contrario” (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l’americano The Bridge Book Award) e “Addio fantasmi” (2018, finalista al Premio Strega, vincitore del premio Subiaco Città del libro, del premio Alassio Centolibri, del premio Nino Martoglio e del premio Mario La Cava). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui “Bruno il bambino che imparò a volare” (Orecchio Acerbo 2012), “Casca il mondo” (Mondadori 2016) e “Omero è stato qui” (Bompiani 2019, selezionato nella dozzina del Premio Strega Ragazzi), e un saggio sulla letteratura per ragazzi, “Un’idea di infanzia” (ItaloSvevo 2019). Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.
Le uscite di mercoledì 23 febbraio
Ulf Stark, Il bambino portentoso, Iperborea
Ancora un’avventura per il piccolo Ulf che si dovrà confrontare con la più facile delle infrazioni: disobbedire alla mamma e al papà. Il piccolo Ulf si perde sempre. Per questo suo padre gli ha proibito di andare con il fratello Janne a vedere la Grande gara in biciletta che attraversa la città. Ma una volta rimasto solo a casa, Ulf sfoglia i fumetti dei supereroi e si accorge di avere anche lui una tuta stretta come la loro: il suo pigiama rosso! Basta indossarlo, infilare il caschetto da hockey e attaccarsi il numero 1 sul petto, ed ecco Super Ulf, il bambino portentoso, capace di sfrecciare per le strade in sella alla sua bici senza mai perdersi, di volare a diecimila chilometri all’ora e di vincere ogni sfida. In poche pedalate Super Ulf varca il cancello e si ritrova proprio tra i ciclisti in corsa, allontanandosi sempre più da casa. Ma basteranno i suoi superpoteri a portarlo in trionfo? O anche solo a evitargli di perdersi come sempre? In una nuova divertente avventura, il piccolo Ulf ricorre a tutta la sua fantasia per scendere a compromessi con il più difficile dei compiti: ubbidire a mamma e papà.
Le uscite di giovedì 24 febbraio
Aldo Grandi, Gli ultimi giorni di Giangiacomo Feltrinelli, Chiarelettere
“Non c’è speranza che le istituzioni di uno stato democratico possano mantenersi al di sopra delle classi. La storia dimostra che sono sempre state travolte o utilizzate da una classe o dall’altra”. Da una lettera di Giangiacomo Feltrinelli a “L’Espresso”, gennaio 1970. “Banditi, contrabbandieri, trafficanti di armi, giovani estremisti, i gap, le brigate rosse, potere operaio, lavoro illegale, la guerriglia in Sudamerica, il Che, Fidel Castro, l’avventura di un uomo che è stato il simbolo delle contraddizioni, delle passioni e degli errori di un’intera generazione”. Il 15 marzo 1972, a Segrate, nei pressi di Milano, viene trovato il cadavere di un uomo sotto un traliccio dell’alta tensione, il corpo dilaniato dall’esplosione di un ordigno rudimentale. Nemmeno ventiquattr’ore e tutti sanno di chi si tratta: Giangiacomo Feltrinelli, editore geniale, estremista che dopo la strage di Piazza Fontana ha scelto la clandestinità, ma anche una delle persone più ricche d’Italia. Sono passati cinquant’anni e sebbene ci sia ancora chi dietro la sua morte vede le ombre della Cia o del Mossad, dei fascisti o di un compagno che lo avrebbe tradito, ben pochi sono i dubbi su quella tragica fine. Ciò che invece colpisce è come, nel racconto della lotta armata che ha segnato gli anni Settanta in Italia, Giangiacomo Feltrinelli rappresenti il centro della scena, il simbolo di una stagione e di una generazione. Accanto a lui si muovono tanti dei protagonisti di allora: Piperno, Scalzone, Morucci, Curcio, Franceschini, Sofri e moltissimi altri. Attraverso documenti e testimonianze, molte delle quali inedite, Aldo Grandi ricostruisce con passione una storia tragica e indimenticabile, tenendo sempre sullo sfondo l’Italia di quegli anni. Gli ultimi giorni di Feltrinelli sono il momento in cui la lotta armata arriva al suo punto di non ritorno. Il 3 marzo 1972 le Br compiono il loro primo sequestro, il dirigente della Sit Siemens Idalgo Macchiarini; l’11 marzo la città di Milano è messa a ferro e fuoco dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il tappo è saltato, l’insurrezione sembra imminente. È in quel frangente che Feltrinelli sente l’urgenza e la responsabilità di entrare in azione. È arrivato il suo momento, serve un gesto esemplare, il blackout di un’intera città. Finirà come lui stesso aveva profetizzato: “Se un giorno troverete il cadavere di un uomo nudo, quel cadavere è il mio”.
Josh Ritter, Una grande, gloriosa sfortuna, NNE
“A volte la mia unica vera casa era quella che costruivo con la mia immaginazione in quel paesaggio mitico. Questo libro è una sorta di canzone d’amore dedicata a quel luogo”. Weldon Applegate è un vecchietto irascibile di 99 anni. Sul letto di morte per un colpo sparato dal suo nemico di sempre, Weldon racconta con rabbia e nostalgia il suo passato eroico e burrascoso in Idaho. Rimasto orfano a tredici anni – il padre Tom viene schiacciato da un tronco gigantesco – Weldon decide di riscattare la memoria degli Applegate, leggendari taglialegna, impugnando l’accetta e continuando la tradizione di famiglia. Ma il “Lost Lot”, il lotto di foresta che il nonno ha vinto a carte, sogno e incubo della zona, si dimostra una spina nel fianco per Weldon che, però, non ha nessuna intenzione di lasciare la proprietà ereditata al temibile Linden. Così Weldon, memore delle imprese dei suoi antenati, rinuncia all’amore, e combatte una guerra all’ultimo sangue per salvare il suo bosco.
Kate Lister, Sesso. Una storia imprevedibile. Dall’antichità ai giorni nostri, Il Saggiatore
Il Kamasutra dice che se un uomo prepara una torta di riso utilizzando uova di passero nell’impasto, ci versa sopra miele e burro chiarificato e ne mangia a sazietà potrà fare l’amore con infinite donne. Bizzarro, forse, ma in Europa attribuiamo proprietà afrodisiache a un mollusco grumoso e puzzolente come l’ostrica. Consacrate a Venere, dea dell’amore, le ostriche non sono realmente in grado di provocare eccitazione erotica; la loro fama è piuttosto da ricondurre alle loro pieghe carnose, che ricordano quelle di una vulva. Siamo gli unici animali per cui l’atto sessuale non è solo fisi- co e istintivo, ma anche intellettuale; per noi, il sesso è questione di come ce lo raccontiamo. Sesso è un viaggio tra secoli e culture alla scoperta delle più interessanti curiosità intorno al nostro rapporto con il corpo e il piacere, dalle opinioni di Ippocrate sulla masturbazione maschile all’origine dei nomignoli dati alla clitoride, dalla nascita del mestiere più antico del mondo all’invenzione dei sex robot. Kate Lister ci racconta com’è cambiato nel tempo l’uso della parola «puttana », da dove provengono i pregiudizi sul piacere femminile e su quello maschile, e cosa si usava per contenere lo sperma prima che esistessero i preservativi – una vescica di capra, nel caso di Minosse. C’è chi si eccita per i peli pubici e chi li preferisce rasati, e c’è persino chi si eccita per l’esposizione ai raggi del sole (un fenomeno chiamato «actirastia»): la varietà dei modi che abbiamo di vivere la sessualità e di cercare il piacere, in- finitamente complessi e creativi, è espressione della nostra intelligenza di specie. Come l’esplorazione delle umide terre della petite mort, scoprirli è un’avventura aperta a chiunque ne provi il desiderio.
Helen McClory, Una storia di fantasmi, Il Saggiatore
Tom dorme con gli occhi aperti, rannicchiato nella sua solita posizione. Órla osserva il suo compagno nel letto. Tom. Chi è Tom? Un uomo cui piacciono la birra, la palestra, le donne. Forse. Tom è anche il coinquilino di Daniel, che lavora in un seminterrato in cui, come in un laboratorio segreto, una prodigiosa stampante 3D è in grado di riprodurre qualsiasi cosa. Ora Tom è ossessionato da un diario del XIX secolo nel quale, tra un appunto e l’altro, si riporta la testimonianza di un omicidio. In effetti, da quando ha iniziato a leggere quel diario Tom non è più lo stesso. Come se qualcosa ne avesse preso il posto. Chi è Tom adesso?
Una storia di fantasmi è il romanzo di tre vite intrecciate, tre personaggi segnati da eventi inconsueti, atmosfere sospese e incontri inspiegabili con entità misteriose ai margini della realtà. Tutto comincia con un’innocente festa per acco- gliere il nuovo coinquilino, tutto finisce con una serata di Halloween che si trasforma in un rito dai risvolti surreali. Daniel, Órla e Tom assistono impotenti al crollo dell’illu- soria stabilità delle loro vite, confrontandosi con una forza oscura proveniente dal passato che sfugge a ogni spiegazione razionale.
Con la sua prosa poetica e volatile, Helen McClory firma la storia di fantasmi del nostro tempo. Erede di Henry James e Shirley Jackson, McClory pone un nuovo, decisivo tassello nella grande tradizione letteraria dello straniante e del perturbante. Un tassello opaco come uno specchio in frantumi, un punto di vista frammentato in tre personaggi, tre voci spezzate che di volta in volta celano o svelano nuovi elementi della loro storia. Una fessura attraverso la quale esistenze diverse sembrano sovrapporsi, lasciando che entri qualcosa di radicalmente altro.
Libro controcopertina: Melina Scalise, con dipinti di Francesca Magro, Favole della notte, Oltre Edizioni
Ti sei mai chiesto perché le favole si leggono la sera, prima di andare a dormire? Perché sono preparatorie alla notte. Perché dietro ogni storia, ogni incantesimo che si rompe, ogni malvagio che sconvolge la scena, c’è la storia dell’Uomo. La favola, nonostante gli ostacoli e le avversità, ci offre un lieto fine, una possibilità. Quando si è adulti nessuno pensa di toglierci dalla paura della notte leggendoci una favola. Con l’età ci diseducano all’uso dell’immaginazione. Ci lasciamo sempre più stringere dalle braccia della razionalità, ma non sempre la ragione riesce a dare risposte alle grandi incognite della vita. Quando non riusciamo a muoverci nella notte, quando davanti a noi abbiamo il buio, quando alle spalle abbiamo rovine o semplicemente la nostra sedia vacilla, affidarci alla fantasia, al sogno, alla magia può essere l’unico modo, anche solo per poco, “per uscire dal mondo” e per ritrovarlo anche poco diverso da prima, ma quanto basta per farci vedere le porte del possibile. Il sonno, tutte le notti, ci costringe a confrontarci con la notte. Con i sogni, ci trasporta altrove. Lì conserviamo ancora tutto il potere del caos da cui affiorano immagini, parole, ricordi, a volte, anche rivelazioni…
L’autrice
Melina Scalise, giornalista e psicologa, è presidente (con grande passione e tenacia) dello Spazio Tadini, centro d’arte e cultura a Milano. Ama l’arte, il design, la creatività, la cultura, e, soprattutto, l’impegno sociale.
Le uscite di venerdì 25 febbraio
Lorenzo Coltellacci e Andrès Abiuso, M.C. Escher. Mondi impossibili, Tunué
Dai sogni di un bambino, alla realizzazione di un artista: la vita e le opere di Escher come nessuno ve le ha mai mostrate e raccontate. A 50 anni dalla morte di Maurits Cornelis Escher il graphic novel che rende omaggio al grande genio olandese, oggi uno degli artisti più amati a livello globale e i cui mondi impossibili sono entrati nell’immaginario collettivo rendendolo una vera icona del mondo dell’arte moderna, che ci porta alla ricerca infinita dell’ordine in mezzo al caos della sua – e della nostra – vita.
Michael Von Albrecht, Ad scriptores Latinos. Epistulae et colloquia e Cari classici. Lettere e dialoghi, Graphe.it
Possiamo dialogare oggi con i classici latini? L’autore non teme di dimostrarlo: a Ovidio, Catullo, Seneca, Virgilio e ad altri grandi del passato dedica infatti quattordici componimenti in metrica, collocandosi nel solco dello scambio poetico erudito che animava la comunità intellettuale di Roma e dell’Impero. Spariscono d’incanto i secoli che credevamo dividerci dagli antichi, dalle radici della cultura occidentale: siamo noi a parlare la loro lingua ed essere da loro ascoltati e compresi. Per gli studiosi questo saggio sarà un’imperdibile fonte di godimento letterario, ma anche tutti gli appassionati potranno fruirne grazie all’altrettanto pregevole testo a fronte: troveranno l’eco del medesimo amore per la letteratura che ha animato le ricerche del filologo tedesco. Traduzione poetica e prefazione: Aldo Setaioli.
Michaele Von Albrecht, è professore emerito di Filologia classica dell’Università di Heidelberg (Germania). Autore di numerose pubblicazioni sulla letteratura latina e la letteratura comparata, è noto anche per il suo lavoro sulla musica. È Accademico ordinario della classe di lettere e arti dell’Accademia Nazionale Virgiliana (Mantova). Per le sue poesie latine ha ricevuto il primo premio internazionale di poesia Mimesis. Modernità in Metrica. Aldo Setaioli, è professore emerito di Lingua e Letteratura Latina dell’Università di Perugia. È autore di numerose pubblicazioni sulla letteratura latina con uno sguardo attento alle sue radici greche.
Sabina Nurakmedova, Storia di Azadeh, Oltre Edizioni
Come è la vita di un profugo? Qual è il suo stato d’animo nel lasciarsi la propria vita alle spalle, abbandonando tutto, i propri congiunti, gli affetti, i propri beni, i luoghi, una qualità della vita conquistata e ben conosciuta, in cambio dell’incertezza, precipitato in terra straniera in uno stato di assoluto bisogno, con l’esigenza di dover ricominciare tutto da zero, preoccupato per l’incolumità di chi non è potuto fuggire, l’animo roso dall’ingiustizia degli uomini e dei sistemi, e dal desiderio di un intervento di equità che divino o terreno che sia, comunque non arriva mai. Quello che invece inesorabilmente arriva, è … il giorno dopo, e poi quello dopo ancora, il trascorrere del tempo nella speranza che tutto si risolva, nell’attesa che il pericolo in Patria cessi e che presto potrà esserci un ritorno, una ritrovata normalità. Passano i giorni, che si accumulano in mesi e poi in anni, che con la loro imperterrita indifferenza alle vicende umane, fanno sedimentare tutto, smorzano desideri ed entusiasmi e anestetizzano dolori e rancori. Quel trascorrere del tempo che inevitabilmente finisce per far sentire cittadini in terra straniera e stranieri in patria, che ammanta tutto della polvere delle cose vecchie, datate, delle quali è fin quasi disdicevole parlare, il passato da relegare negli angoli della memoria, celato e da raccontare malvolentieri persino ai propri figli e nipoti.
L’azera Sabina Nurakhmedova in questo romanzo appassionato racconta la guerra tra l’Azerbaigian e l’Armenia, denuncia l’assurdità di tutte le guerre per le conseguenze che provocano nei destini di tanta gente, come lei, costretti a lasciare il proprio Paese, la propria casa, la propria famiglia finendo inevitabilmente per far sentire gli esuli “cittadini in terra straniera e stranieri in patria”.
Sabina Nurakmedova (Нурахмедова Сабина Александровна) è nata nel 1988 a Baku, Azerbaijan. All’età di 15 anni si è trasferita ad Almaty (Kazakistan) dove si è laureata nella Facoltà di Geografia all’Università Nazionale Kazaka Al-Farabi. Nel frattempo studia la lingua italiana e dopo la laurea, fatto il concorso indetto dall’Ambasciata Italiana, si trasferisce nella capitale Astana (oggi Nur-Sultan), dove per complessivi nove anni lavora prima presso la Delegazione Militare Italiana e poi presso l’ICE, Istituto Commercio Estero, fino ad arrivare a ricoprire l’incarico di Responsabile dell’Ufficio di Nur Sultan. E’ candidato al titolo di maestro di scacchi. Oggi vive in Italia, è sposata e ha due figli.
Giancarlo Narciso, I guardiano di Wirikuta, Oltre Edizioni
Autore dalla cifra internazionale, Giancarlo Narciso ci porta con questo suo primo romanzo, uscito nel 1994 per i tipi della mitica casa editrice Granata Press fondata dal compianto Luigi Bernardi, in Messico alla caccia di un tesoro. Protagonista, l’avventuriero italiano Antonio Balestrieri, che dovrà vedersela con nemici non meno pericolosi di lui. Un romanzo avvincente, ricco di azione e suspense, secondo la migliore tradizione di scrittori come B.Traven e Desmond Bagley. Giancarlo Narciso, scrittore milanese. Le sue storie sono spesso ambientate in estremo oriente, dove a lungo ha vissuto, o vive ancora. Spinto da un compulsivo bisogno di viaggiare, ha compiuto tre volte il giro del mondo nella direzione seguita da Phileas Fogg e una in quella di Magellano, stabilendosi di volta in volta a Tokyo, in Kuwait, a Kathmandu, a Città del Messico, a Singapore e in Indonesia e dedicandosi ai lavori più disparati, dall’interprete alla comparsa, dal reporter al dirigente d’azienda, sempre intervallati dalla sua seconda passione dopo i viaggi: la scrittura. Oltre alla trilogia di Rodolfo Capitani – composta dai romanzi Incontro a Daunanda (Premio Scerbanenco 2006), Singapore Sling (Premio Tedeschi 1998 e soggetto della trasposizione televisiva italo-serba Belgrado Sling) e Le zanzare di Zanzibar – Giancarlo Narciso è autore, fra l’altro, di Otherside, Un’ombra anche tu come me. Ha dato vita al personaggio dell’investigatore privato Bruno ‘Butch’ Moroni, protagonista dei romanzi Solo fango e Sankhara (finalista Premio Scerbanenco 2002). Sotto lo pseudonimo di Jack Morisco firma per Segretissimo Mondadori una fortunata serie di romanzi di spionaggio centrati sul personaggio di Banshee.
Stefano Bordoni, Aquiloni di ferro, Oltre Edizioni
Una scrittura fredda, oggettiva, chirurgica ci introduce in una storia di normale follia, dai risvolti surreali; tra allucinazioni del protagonista ed elettroschok. Un romanzo, questo di Stefano Bordoni, qui al suo esordio, per il quale l’aggettivo “kafkiano” non appare esagerato, nutrito com’è di un’esperienza personale che egli ha saputo trasfigurare fino al punto da farne letteratura. Stefano Bordoni, 56 anni, una vita non facile, spesa nel volontariato, lo ha portato a un lavoro di introspezione e di osservazione, che lo ha spinto verso la scrittura. I suoi primi racconti sono usciti sulla rivista online L’irrequieto. Gli piace la fotografia, che scatta, elabora e modifica, riassemblandola sotto altri contesti, trasformandola in disegno. Grazie alla sua creatività, ha progettato diversi manifesti e magliette, che poi sono state messe in vendita per finanziare l’associazione di volontariato a cui presta la sua opera. Aquiloni di ferro è il suo primo romanzo.
Alessandra Cenni, Salve, libertà. Foscolo, Calvo, Solomòs e il risveglio della coscienza nazionale, Oltre Edizioni
In questo saggio viene raccontata la vita dei tre massimi poeti provenienti dalle isole Ionie, con scritti e testimonianze che documentano i momenti e i luoghi della convergenza culturale tra la Grecia e l’Italia, nella prima metà del sec. XIX, in vista di rivoluzioni che portarono alla liberazione dei due paesi dalla sudditanza alle potenze europee della Restaurazione postnapoleonica. Periodo del risveglio perché coincide, non solo con la nascita e l’affermazione di una coscienza nazionale, ma con un vero e proprio rinascimento culturale e artistico per le due più antiche civiltà del Mediterraneo.
La poesia e la storia si intersecano su percorsi che bisogna compiere, seguendo le orme delle posizioni etiche, culturali, politiche degli autori di cui ci si occupa. Nel XIX secolo, i contatti tra gli intellettuali italiani e greci sono numerosi e rilevanti, in particolare tra i poeti provenienti dalle Isole Ionie (Eptaniso) che si sono formati nelle scuole e università italiane. Alessandra Cenni, docente di Letteratura Italiana e Letterature Comparate. Si occupa da molti anni di poesia e di teatro, didattica e ricerca. Ha curato l’Opera completa di Antonia Pozzi per diversi editori (Scheiwiller-Garzanti e Bietti), oltre alla biografia: In riva alla vita, (Rizzoli, 2002). Ha scritto anche un accurato ritratto critico-biografico di Emily Dickinson: Cercando Emily Dickinson (Milano, Archinto, 1998) e il saggio biografico Gli occhi eroici (Mursia, 2011) Ha pubblicato poesie che interpreta in forma di performances, allestite in spazi inusuali: Silhouettes-L’Altra Poesia (1994), Le tuffatrici (1997) e Cosmonautiche (2002), Corpi celesti (2010) che ha ottenuto il primo premio al concorso internazionale di poesia Tulliola, Città di Formia, 2012.
Le uscite di sabato 26 febbraio
Leonardo Sciascia, Breve storia del romanzo poliziesco, a cura di Eleonora Carta, Graphe.it
Pubblicato per la prima volta nel 1975 su Epoca in forma di duplice articolo, più tardi confluito nella raccolta Cruciverba edita da Adelphi, il breve saggio riproposto in questo volume consente una preziosa visuale su come apparisse il cosiddetto “giallo” all’interpretazione di uno straordinario scrittore come Leonardo Sciascia. Non che quest’ultimo si riconoscesse come appartenente a tale genere letterario, per alcuni aspetti del quale non risparmia anzi le critiche; eppure i lettori appassionati della sua opera si rendono certo conto di come Sciascia abbia sfiorato e talvolta percorso – a suo modo – le strutture del noir e del poliziesco, e troveranno estremamente interessanti le parole che egli spende sul tema. La presente edizione è arricchita dalla curatela di Eleonora Carta, che firma la corposa prefazione.
Leonardo Sciascia (1921-1989), maestro di scuola, giornalista e politico, è considerato uno dei migliori scrittori del Novecento.
Le uscite di lunedì 28 febbraio
Paolo Gubinelli, Povera Patria. I processi agli ufficiali italiani nella prima guerra mondiale, Gaspari Editore
I fanti ignoranti e gli ufficiali inferiori portati al macello da arroganti ufficiali superiori è un pregiudizio che non ha riscontro nella storia. L’esame delle sentenze degli ufficiali processati mostra che vi furono denunce con la ragionevole speranza che venissero ascoltate, testimoni a favore della parte offesa che non ebbero paura di testimoniare, e giudici. L’indagine di Gubinelli viene però a costituire un tassello importante della trasformazione dell’immagine della Grande Guerra in Italia cui parte della storiografia, in particolare lo sforzo editoriale Casa editrice Gaspari, hanno contribuito in questi ultimi decenni. Si tratta probabilmente di un’immagine non proprio adatta ad incontrare la sensibilità odierna di molti lettori, più vicini alla condanna ideale di qualsiasi tipo di conflitto, ancor più se deciso dallo Stato senza alcun coinvolgimento dei suoi cittadini. È però in ogni caso il frutto dello sforzo di leggere la realtà nella sua ineliminabile complessità, senza rinunciare ai giudizi e alle valutazioni, ma al contempo senza ricorrere a quadri interpretativi precostituiti. (Dalla prefazione di Paolo Pozzato)
L’autore
Paolo Gubinelli, nato a Macerata, vive e lavora ad Ancona come procuratore della repubblica contro la criminalità organizzata, è autore di vari studi e per la Gaspari ha pubblicato Sparate dritto al cuore. La decimazione di Santa Maria la Longa e quella inglese a Etaples (2014); con G. Dalle Fusine e P. Snichelotto, Morire di Paura. Shell shock e le fucilazioni di San Vito di Leguzzano, la giustizia militare inglese eitaliana a confronto (2017); Vite parallele. Il generale Graziani e Piero Calamandrei con Prefazione di Alberto Monticone (2020).
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