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Copertine tutta catanesi con l’excursus storico di Paolo Torrisi sui tornado e il nuovo giallo di Maria Elisa Aloisi

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog L'estate è prossima alla fine e riecco il gran movimento culturale che ci aiuta e supporta con i libri. Due catanesi in copertina - Paolo Torrisi con "I tornado che hanno cambiato la storia" e Maria Elisa Aloisi con "Sto mentendo" - e tante novità, tra le quali molti saranno presentati nelle kermesse letterarie catanesi Etnabook e Catania Book Festival

Le ferie sono state lunghe e stressanti? Nel paradosso di un caldo che sfinisce e non vuole arrestarsi, tra una folata di violenti lapilli dell’Etna e l’afa incessante dal nord Africa, ciò che ci salva è l’arte e la cultura, con in prima linea il libro. Ed eccoci tornati al blog “Massimo volume” con le novità settembrine che consigliamo ai lettori, iniziando con qualche feedback di poco precedente al giorno del ritorno come Olivia Croscio per Arkadia, il nuovo numero di The Passenger di Iperborea sulla Thailandia (l’ultimo fu dedicato alla Sicilia) al colpaccio Morellini che si afferma sempre più tra i giganti delle arti (stavolta in partnership con MyMovies racconta le città del cinema) e alle superstizioni di Giancarlo Malacarne per Oligo. L’attesissimo ritorno di Maria Elena Aloisi è pronto e possiamo recarci in libreria a goderne lettura e indagini per i tipi di Mondadori. Immancabili la scelta dei libri #copertina, di Paolo Torrisi, “I tornado che hanno cambiato la storia”, Edizioni Artestampa e #contropoertina con il ritorno di Maria Elisa Aloisi, “Sto mentendo”, Mondadori.

Libro copertina, Paolo Torrisi, “I tornado che hanno cambiato la storia”, Edizioni Artestampa

Dalla prefazione di Paolo Corazzon: “Cosa sono i tornado, come si formano, come si classificano e dove nascono? Cos’è lo storm chasing ed un jet stream? Un excursus storico che partendo dal XIX secolo attraversa il ‘900 per giungere sino ai giorni nostri. Un’opera che analizzando gli eventi tornadici più importanti a cavallo di circa 130 anni descrive questi fenomeni, gli impatti economici e sociali, e lo sviluppo degli studi scientifici volti a comprendere le dinamiche meteorologiche scatenanti, le scale di misurazione e le metodologie predittive indispensabili alla salute collettiva. È un’opera inedita nel suo genere in quanto per la prima volta raccoglie e divulga notizie, immagini e dati sugli eventi catastrofici anche italiani. Il libro, inoltre, nella sua parte finale è corredato da un’appendice che riassume i record relativi ai tornado, nonché bibliografia, filmografia e sitografia scientifica riguardante il fenomeno. «Una parte del volume è dedicata alla figura del “cacciatore di tornado”, un incrocio tra scienziato e supereroe, che per lavoro o alle volte anche per semplice passione, sfida questi bestioni per svelarne i segreti più nascosti”.

Titoli già in libreria

MyMovies, Le città del cinema, Morellini

Da “Vacanze romane” a “La dolce vita”, da “Notting Hill” a “Il meraviglioso mondo di Amélie”, il cinema non solo ha plasmato il nostro immaginario ma ha anche ridefinito l’attrattiva di centri urbani e quartieri. Le città italiane, con i loro set straordinari, hanno contribuito a narrazioni indimenticabili, conferendo un valore aggiunto alle produzioni cinematografiche e ai luoghi stessi. Il team di giornalisti di MYmovies, il grande portale di cinema, vi condurrà in un viaggio giocoso e coinvolgente attraverso il mondo del cinema e dei suoi luoghi iconici. Tra queste pagine scoprirete nuovi film e rivivrete quelli che avete amato, vi innamorerete delle storie e dei personaggi, ma anche dei luoghi in cui i film sono ambientati. Gli autori dei testi sono Paola Casella, Simone Emiliani, Pino Farinotti, Marzia Gandolfi, Roberto Manassero, Giancarlo Zappoli. Questo libro vi offre la possibilità di accedere a tutti i film in streaming su MYmovies ONE a condizioni riservate.

Giancarlo Malacarne, Monstrum. La “via oscura” tra storia, superstizioni e immaginario collettivo, Oligo

Un viaggio alla scoperta del mostruoso tra medioevo ed età moderna, dalla contrapposizione di mostrum e prodigium come alterazioni dell’ordine divino, alle prime sistematizzazioni della cultura umanistica erede del mondo classico, che conobbe i ciclopi e gli animali chimerici: grifoni, aquile bicipiti, sirene, basilischi, liocorni. Giancarlo Malacarne, a partire dalla rilettura di Aristotele e sant’Agostino, fino ad arrivare alle suggestioni dei documenti d’archivio, rivela il fascino sinistro e coinvolgente del “mostruoso”, tra paure ataviche ed esoterismo, mostrandolo in modo inedito come segno del sacro e derivazione dalla dalla simbologia dei cosiddetti “riti di passaggio”.

Il “mostruoso”, per il suo fascino sinistro e coinvolgente, proprio per quella curiosità che alberga nell’animo di ognuno, da sempre incatena l’uomo a fosche fantasie, a leggende conturbanti, le più strane immaginabili, a una sorta di transfert inconsapevole, che cattura l’interesse di molti, intimamente soddisfatti di trovare nella diversità un momento di evasione a un’omologazione senza orizzonti, quella dell’angoscioso quotidiano. La storia sappiamo essere costellata di racconti fantastici e di improbabili mostri creati dall’immaginario collettivo: vampiri, lupi mannari, draghi, creature fantastiche, morti viventi sono senza dubbio tra le componenti più significative di questo aberrante ma fascinoso fenomeno che chiama in causa ataviche paure, ancestrali terrori, i quali riassumono nel teratologico componenti di simbolismo e grande spettacolarità.

AA.VV., The passenger. Thailandia, Iperborea

Per capire meglio la Thailandia occorre provare a familiarizzare con il concetto di thainess, o thailandesità, l’ideologia etnocentrica che ha accompagnato lo sviluppo della nazione thailandese moderna per tutto il XX secolo e la cui eco è tutt’altro che svanita. Anzi, a ben vedere, le cause di molte delle fratture che agitano la società contemporanea, alcune più evidenti altre sottotraccia, possono essere ricondotte alla volontà di creare una cultura egemone in un paese multietnico, imposizione che spesso ha preso la forma di una thaificazione forzata e violenta. Da nord – dove persiste il pregiudizio verso il popolo isan – a sud – dove le spinte separatiste delle province a maggioranza malese e musulmana vengono represse da draconiane leggi speciali – lo scontro tra centro (Bangkok) e periferia è una ferita mai sanata. Non solo in termini geografici, ma anche gerarchici, di centralizzazione del potere, come per esempio nella sfera religiosa, dove lo stato cerca, spesso invano, di addomesticare le correnti non ufficiali del buddhismo. Anche dietro le recenti manifestazioni di piazza e i tanti colpi di scena (e di stato) si celano dinamiche simili: la contrapposizione tra chi è ai margini della società, o appartiene a una classe emergente ma ancora senza voce, e l’élite nobiliare e imprenditoriale conservatrice vicina ai centri del potere. Se vuole emanciparsi dal ruolo limitante di ambita meta turistica, far valere il proprio peso economico, proiettare il suo soft power nel mondo, la Thailandia deve prendere esempio dal coraggio e dallo spirito critico di questa nuova generazione che ha a cuore la libertà e i diritti civili. Forse, in fondo, è proprio la prepotenza a essere una caratteristica poco thailandese, in una società che ha anche un volto solare all’insegna dell’armonia, della gentilezza, dell’accoglienza di minoranze e rifugiati, della (relativa) tolleranza verso la comunità lgbtq+. Per quanto ci si sforzi di imporre un’unica cultura, etnia e religione, la vera forza thai sembra essere invece il sincretismo, la metabolizzazione.

Olivia Crosio, Josh in fuga, Arkadia

Un tardo pomeriggio d’inverno, da un’imprecisata fermata di metropolitana sbuca un uomo in jeans e giubbotto di pelle. In tasca non ha né soldi né documenti, ma sembra avere un obiettivo ben preciso: mangiare una pizza e bere una Coca-Cola. La prima persona che incontra, la ruvida barista Miranda, lo caccia dal locale appena scopre che lui non può pagare. Per procurarsi qualche banconota l’uomo, che dice di chiamarsi Josh, ruba un taxi con l’idea di restituirlo, tenendosi però i soldi della corsa. Da qui ha inizio una nottata che porterà Josh, Miranda, il tassista Christian e la sua ragazza Assunta dalle stelle (casa della famosa influencer Susi Fashion) alle stalle (i meandri della stazione con i suoi senzatetto). Josh però scatena in Miranda una serie di dubbi, perché quest’uomo che riceve continui messaggi dagli auricolari ma non possiede un telefonino sembra proprio, diciamocela tutta, un terrorista mediorientale, se non addirittura una sorta di replicante. Non convince, ma quando sorride è così affascinante che Miranda potrebbe persino innamorarsene.

 

Le uscite di giovedì 19 ottobre

Angelo Lumelli, La vecchiaia del bambino Matteo, Qed edizioni

In un momento prodigioso del millenovecento, all’inizio della nostra storia contemporanea, tre bambini, in una classe di prima elementare del 1950, in un piccolo paese del Piemonte, stringono un’amicizia straordinaria, che li accompagnerà fino ai nostri giorni. La loro infanzia attraversa l’ultimo dopoguerra, il cambiamento che fece diventare remoti e quasi incredibili i decenni appena passati – l’era dei buoi, delle lucerne a petrolio, degli attrezzi primordiali – per cui essi si ritennero gli ultimi ad avere una memoria diretta del passato, esuli di un tempo mitico – ragazzi di un poema perduto. La loro infanzia non avrà fine, sarà per sempre attesa della vita, inesausta, la quale, disperdendoli tra le tre città del nord – Milano, Torino e Genova – non riuscirà, attraverso i fatti, a cancellare la magia del vero accadere. La storia, mentre vince la partita del vivere, soccombe davanti al perenne inizio che, miracolosamente, anima anche ogni fine, tanto che Ernestino Campolungo, uno di loro, sarà assunto in cielo abbracciato a una santa, mentre gli affreschi delle chiese di Genova scendevano per strada. Uno di loro è il narratore: il suo racconto corre lungo i fili invisibili del pensiero infantile, fiabesco e concreto, con una lingua che da umile diventa temeraria, una scalata all’ineffabile, tra descrizioni colossali e meravigliose fantasticherie. Il vagone di un treno merci abbandonato su di un binario in mezzo alle risaie dà il via al tema della vecchiaia, dell’abbandono e dell’attendere fallimentare, ritentato con timore e spavalda fantasia – mentre un personaggio accompagnerà, quasi segretamente, il racconto dall’inizio alla fine – l’uomo con gli occhiali riparati con il nastro isolante – figura della quale il figlio non riesce ad accogliere l’eredità, se non tra le lacrime, mentre nella notte, tra il generale sconvolgimento del cosmo, fuggono, in una colossale e tempestosa migrazione di corna e zoccoli, tutti i bovini d’Europa, proclamando la fine di un’era.

Le uscite di venerdì 20 settembre

Rosanna Turone, Santa, NN Editore

Fin da bambina, Santa ha solo un sogno: essere amata senza condizioni. Ma i suoi genitori, che avrebbero voluto un maschio, le hanno sempre preferito la capricciosa sorella Beatamaria. Santa cresce insofferente per questo amore a metà, e quando ritrova Gianni, un ex compagno di scuola, coglie l’occasione di lasciare il paesino calabrese dove vive per seguirlo in Piemonte. Santa tocca il culmine della felicità quando diventa madre di Tommaso, mentre Gianni si rivela sempre più irascibile e violento; contro tutti i precetti della famiglia, Santa lo lascia. Finalmente libera, lavora come modella di abiti da sposa e inizia una relazione con Mauro, un uomo sposato per cui prova un’intensa passione. Ma quando scopre di aspettare un figlio, Santa si ritrova da sola di fronte a una scelta estrema, che la porta a sfidare tutte le sue più profonde convinzioni. Scritto in uno stile vertiginoso, con tratti di lucida ironia e ricco di personaggi memorabili, Santa è il romanzo di una donna che splende di luci e di ombre, che rompe ogni regola per rivendicare al tempo stesso la voglia di essere amata e di emanciparsi. Nel suo esordio, Rosanna Turone trasforma la fragilità in un’arma pericolosa, con cui travolgere limiti e compromessi, in una corsa a perdifiato verso la libertà.

Le uscite di martedì 24 settembre

Massimo Melpignano, “Soldi sicuri. Guida antitruffa per affrontare i rischi digitali”, Armando


È in atto la rapina del secolo. A realizzarla sono gli smartphone di ultima generazione, i profili social, le app di messaggi istantanei, gli account di posta elettronica. I nostri soldi sono sotto attacco: molte persone ne hanno già pagato le conseguenze trovando improvvisamente svuotati i conti in banca. Questo volume è un importante strumento di autodifesa, perché spiega in modo comprensibile a tutti i meccanismi complessi con cui vengono realizzate raffinate truffe tecnologiche ai danni dei nostri risparmi. L’autore dismette la toga di avvocato e impugna la penna per metterci in guardia contro i pericoli che provengono dagli oggetti tecnologici della nostra quotidianità. La narrazione è accattivante e leggera, la lettura delle pagine scorre veloce strappando anche qualche sorriso, talvolta amaro. Prendono vita parole come phishing smishing, vishing, spoofing, bec, sim swap, iban swap, malware. Guidati per mano pagina dopo pagina, impareremo a difendere i nostri soldi sotto attacco: bastano poche e semplici regole per attivare le giuste contromisure e mettere al sicuro i nostri sudati risparmi dalle truffe digitali.

Anonimo, (a cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo), Cronache del Diana. Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse, Oltre edizioni 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa. L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi. Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Le uscite di giovedì 26 settembre

Enrique Gallud Jardiel, Breve storia umoristica del libro, Graphe.it 

Il libro è un oggetto amato ma ambivalente: il risultato che produce è soggetto talvolta al caso, spesso alla stoltezza dell’uomo che lo maneggia. Sapienti di tutte le epoche si sono (insospettabilmente) espressi contro il libro e contro il lettore e hanno manifestato la propria frustrazione per l’eventuale e irrimediabile fraintendimento dei contenuti (per non parlare dell’affidabilità degli storici!). Questo volume, dissacrante e spassoso, ripercorre con leggerezza la storia della trasmissione scritta della conoscenza, affiancando nozioni filologicamente impeccabili a riflessioni facete e curiosità poco note. Per esempio, sapevate che gli scribi egizi («quel popolo dal girovita così sottile») usavano un inchiostro apposito per le parolacce?

Francesco Gligora e Biagia Catanzaro, Il Giubileo. Segni, simboli, riti, Armando editore

Questo volume offre una panoramica sintetica sugli aspetti più rilevanti e più incisivi che hanno determinato la fisionomia del pontificato di ciascun papa dei Giubilei. La trattazione, da Bonifacio VIII (1300) fino al 2015, segue l’ordine cronologico con cui gli Anni Santi sono stati indetti e celebrati; individua e sottolinea il contesto storico nel quale si staglia la figura del pontefice come protagonista di molteplici attività che segnano il carattere e lo sviluppo dei tempi. I dati informativi, strutturati in un inquadramento storico, sono articolati in forma semplice e chiara e puntano a far comprendere la funzione che ciascun pontefice ha svolto nel processo storico. Ampio spazio viene riservato al Giubileo sia come evento storico-religioso sia come “opera d’arte”: un’occasione straordinaria per promuovere e realizzare opere urbanistiche e artistiche che hanno abbellito la Roma dei papi, rinascimentale e barocca. Il richiamo, infine, a qualche particolare che sa di curiosità rende il testo un utile strumento di conoscenza di base e di facile consultazione.

Le uscite di venerdì 27 settembre

Roberto Franchini, Gramsci e il jazz, Bibliotheka

Un improvviso fragore di piatti d’argento rotolati al suolo. È caduta qualche cosa? No, zitti, si suona

Nei “ruggenti anni Venti” la musica jazz irrompe come un ciclone nel ritmo compassato della vecchia Europa, abituata a ruotare a passo di valzer. La Francia è il primo e più accogliente porto europeo per i nuovi brani che provengono dall’America, espressione di un desiderio di divertimento e della necessità di dimenticare in fretta gli orrori e le devastazioni della grande guerra.
Quella sinfonia dell’irrequietezza, di sottane corte e gambe in aria, che Josephine Baker trasforma in selvaggia seduzione, si presenta agli osservatori e ai critici come un’orgia di suoni e di movimenti, di evasione e di irrazionalità. Gramsci, che nei suoi scritti dedica al jazz solo due appunti occasionali, sembra tuttavia intuirlo perfettamente: in quegli anni a Parigi si gioca l’egemonia culturale dell’intero paese e, considerata la rilevanza della Francia, anche dell’intera Europa, spiega il giornalista e saggista Roberto Franchini nel libro “Gramsci e il jazz”, in libreria il 27 settembre per le edizioni Bibliotheka (90 pagine, 12 euro). “Egli teme – spiega l’autore – che finisca per prevalere una cultura elementare e ripetitiva, poco incline alla riflessione, capace di impadronirsi del corpo prima ancora che della mente. Teme una società massificata, consumista, semplificata, meccanizzata, dove il jazz si intreccia con le fabbriche tayloristiche e le città americane popolate di grattacieli”.

Gramsci coglie la capacità prensile del jazz di fare breccia nei gusti degli europei: musica sì, ma per ballare (ci ritornerà poche righe dopo). Europei, certo, ma di una precisa classe sociale: la borghesia colta e più internazionale. “Questa musica ha veramente conquistato tutto uno strato della popolazione europea colta, ha creato anzi un vero fanatismo”. Gramsci va oltre, spinge lo sguardo a immaginare gli effetti di quella musica e di quella danza.

Bryan Washington, Pranzo di famiglia, NN Editore

Cam è straziato dalla perdita di Kai, l’amore della sua vita, ucciso dalla polizia di Los Angeles durante un controllo. Il suo fantasma gli appare di continuo, regalandogli attimi di tenerezza e di profondo smarrimento. Senza più una direzione, Cam torna a Houston. Qui, orfano, è cresciuto insieme a TJ e ai suoi genitori, lavorando nella panetteria di famiglia che TJ continua a portare avanti dopo la morte del padre. Ma il legame tra i due ragazzi, fraterno eppure carnale, appartiene al passato, ed è stato segnato dai rispettivi lutti. Di fronte a un Cam triste e autodistruttivo – che cerca di annullarsi attraverso le droghe, il sesso occasionale e il rifiuto del cibo, che nella relazione precedente era simbolo di cura e condivisione – TJ mette da parte i rancori e decide di accompagnare l’amico nella sua lenta rinascita. E stando vicino a Cam trova la forza di prendere in mano la propria vita, aprendosi all’amore che non ha mai pensato di meritare.
Pranzo di famiglia è un’ode agli affetti più puri e ai piaceri della vita, come il cibo e la compagnia delle persone care. Bryan Washington racconta l’amore e il lutto, la ricerca del proprio posto nel mondo quando ogni riferimento sembra perduto, e celebra il potere della famiglia di sangue e di quella elettiva, stelle di una stessa galassia, capaci di portare luce e calore anche nei momenti più bui.

 

Libro controcopertina, “Sto mentendo” di Maria Elisa Aloisi, Mondadori

Si può difendere una persona ai nostri occhi spregevole? Questa è la domanda al centro di “Sto mentendo”, il secondo giallo di Maria Elisa Aloisi con protagonista l’avvocatessa Ilia Moncada, che segna il suo ritorno nella collana Il Giallo Mondadori. In una Catania sospesa tra le aule dei tribunali e le sue spiagge, la giovane avvocatessa deve difendere un imprenditore dalla dubbia moralità. Una vicenda intricata e serratissima, in cui anche Ilia, sempre capace di leggere nell’anima dei clienti, nelle carte di un processo e nei segreti annidati tra le pieghe di un delitto, sembra non trovare il bandolo della matassa.

In arrivo a Catania due festival letterari

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Catania Book Festival, il salone del libro che guarda al futuro

 

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