Calici & Boccali Nel cuore delle terre sicane, a Sambuca di Sicilia, l'azienda agricola trasmessa da papà Elio ai figli Gunther e Klaus oggi è anche Di Giovanna Winery, azienda vinicola ed enoturistica con un'anima cosmopolita grazie a mamma Barbara, tedesca, e a Melissa, consorte americana di Gunther, già sommellier ed oggi responsabile del marketing. Il 24 settembre vigne aperte al pubblico per festeggiare i "25 bio days", un quarto di secolo di produzione biologica
“Nozze d’argento” per la famiglia Di Giovanna che quest’anno festeggia i suoi primi 25 anni di produzione biologica. Nel 1997, la scelta fu certamente ante litteram: «Non fu una scelta commerciale quella di convertire l’intera azienda al metodo biologico nei primi anni ’90, con l’intento di preservare e custodire la biodiversità del territorio, e all’inizio paradossalmente comportò addirittura uno svantaggio competitivo. Solo in un secondo tempo si è rivelata positiva anche sotto l’aspetto economico, grazie alla crescente attenzione del consumatore alle produzioni sostenibili».
Gunther Di Giovanna, 45 anni ed il fratello Klaus, sono la quinta generazione di una delle famiglie più longeve ed innovative del mondo del vino in Sicilia. Si fa un viaggio nel tempo con il nettare di Bacco dell’azienda agricola Di Giovanna nelle Terre Sicane, il cuore verde della Sicilia occidentale, a cavallo tra la provincia palermitana e quella di Agrigento. Dalle radici, dal 1860, l’anno in cui il trisavolo Critoforo piantò il primo vigneto Paradiso, che con i suoi 20 ettari è quello più esteso dei 65 distribuiti tra l’agro di Contessa Entellina (Palermo) e quello di Sambuca di Sicilia (Agrigento) ai nostri giorni con l’inaugurazione della Di Giovanna Winery che guarda al futuro.
Per festeggiare, al via la rassegna di appuntamenti “25 bio days” che culmineranno il 24 settembre con la prima festa della vendemmia aperta al pubblico (info e prenotazioni sul sito dell’azienda) con concerti tra i filari e degustazioni di prodotti tipici delle aziende del territorio, nel segno della tutela dei sapori e saperi che si tramandano da generazioni.
Il wine lover è accolto nella grande sala degustazione dagli alti soffitti sormontati da travi in legno che restituiscono un senso di calda accoglienza ed ospitalità. I colori e le luci dell’assolata campagna siciliana che la circonda entrano dalle ampie vetrate che si affacciano sullo skyline di un mosaico di sinuose colline alle falde della Riserva Naturale Monte Genuardo, nel territorio di Sambuca di Sicilia, il Borgo più bello d’Italia 2016. L’inaugurazione è l’occasione per far conoscere anche l’olio extra vergine d’oliva bio Gerbino, un blend di parti uguali di Biancolilla e Nocellara del Belice, il plus valore dei piatti preparati dall’executive chef Davide Gallina del Donna Floriana, ristorante dei Mangia’s Resort che proporrà, per occasioni speciali, wine&food experience esclusive, un menù studiato sulla base delle caratteristiche dei vini.
La Di Giovanna Winery dà anche l’opportunità di godere, percorrendo le antiche trazzere di montagna, inediti itinerari di viaggio alla scoperta di una Sicilia arcaica e moderna insieme dove i valori dell’autenticità, della famiglia, del rispetto della natura vanno oltre le mode. Segnano le scelte di vita e di viti. Al vigneto Fiuminello, tra i 700 e gli 830 metri sul livello del mare all’interno della Riserva Naturale di Monte Genuardo, si fa viticoltura di montagna. «Non chiamateci eroi, abbiamo semplicemente seguito seguito le nostre inclinazioni e siamo felici così». Klaus Di Giovanna, classe 1971, alla prospettiva di una carriera nell’avvocatura dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, ha preferito il lavoro della terra. Con orgoglio parla della cantina San Giacomo realizzata nel 2004, mostra le vigne e i differenti suoli che cambiano a poca distanza, dando così di volta in volta vini diversi anche di una stessa etichetta. «Identità e riconoscibilità dei diversi terroir», il mantra dei vignerons Di Giovanna che, a ragione, si definiscono “custodi del territorio”.
Le viti sono allevate a spalliera con potatura a cordone speronato. Il tutto in agricoltura biologica certificata. L’amore per questo territorio, patrimonio di biodiversità naturalistico e storico, che Gunther e Klaus conoscono fin da bambini quando s’inerpicavano tra boschi di querce secolari e lecceti, nascondendosi nelle grotte, è l’input di scelte coraggiose. “Custodire” è infatti la chiave della “rivoluzione” gentile che la famiglia Di Giovanna ha perseguito negli anni con fedele costanza, classificandosi tra le prime in Sicilia certificate bio e, dopo 25 anni di fedeltà al metodo biologico, si propone come leader nel suo segmento di mercato, esportando l’85% della produzione con tra le 250/300mila bottiglie l’anno e con una presenza consolidata in molti Paesi del mondo.
La gamma dei vini è suddivisa in tre linee: “Gerbino”, dal nome dello storico vigneto di famiglia di 5a generazione a Contessa Entellina. “Vurria”, i vini varietali autoctoni siciliani ed “Helios”, il dio greco del sole, sono i vini di punta della famiglia dedicati al fondatore dell’azienda, papà Aurelio, Elio per tutti. Un’azienda cosmopolita con mamma Barbara, tedesca di nascita e siciliana per amore, l’americana Melissa Sack (di Philadelphia), moglie di Gunther che 11 anni fa decise di lasciare la sua attività di sommelier professionista nella Grande Mela e di seguirlo, occupandosi dell’area marketing e comunicazione dell’azienda e l’enologo Gianfranco Zito, del gruppo di Denis Debourdieu, maestro d’Oltralpe della viticoltura mondiale.
Oggi la loro produzione punta su vitigni siciliani autoctoni come: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Grillo, Catarratto Lucido e su alcune varietà internazionali: Chardonnay, Syrah e Merlot.
Nel loro percorso, decidono di lasciare lasciare fare al vento e al sole, alle uve bio di Grillo lasciate a macerare sulle bucce con fermentazione spontanea. E’ il 2018 e nasce il Camurria Orange, imbottigliato non filtrato, 100% made in family con l’etichetta di una lumaca, uno dei simboli di Sambuca di Sicilia, disegnata da Elio, il figlio di Melissa e Gunther di appena sei anni. L’elogio alla lentezza che, in un mondo preso dal vortice del fare compulsivo, è il paradigma della resilienza a passo slow.
Aurelio Di Giovanna, 86 anni portati con giovanile baldanza, guarda emozionato lo spettacolo delle sue vigne che si gode dalla vetrata della sala di degustazione. Ripensa a quando il suo bisnonno piantò qui il primo vigneto mentre il fratello convinto di farcela trasportò le stesse piante a Bordighera. «Ma se qui si otteneva del buon vino lo stesso non succedeva lì. Perchè non si eredita solo la terra. Si eredita il modo di fare, di sapere gestire le difficoltà – chiosa con veemenza Di Giovanna senior – perché qui, non lo dimentichiamo, siamo in Sicilia e non in Toscana».
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