Recensioni Concerto dall’insolito excursus dell'orchestra del Teatro Massimo Bellini che da frange di mediterranea sicilianità con l'Aitna di Matteo Musumeci e il Concerto per contrabbasso con orchestra in la maggiore di Alberto Maria Scontrino si estendeva al versante finlandese della Sinfonia n. 2 in re maggiore op.43 di Jean Sibelius
Lieto prosieguo per la programmazione della stagione sinfonica al Teatro Massimo Bellini di Catania con un concerto dall’insolito excursus, che da frange di mediterranea sicilianità si estendeva al versante finlandese di Jean Sibelius. Già in apertura di serata la compatta orchestra del “Bellini” si porgeva nelle sue cure dinamiche sotto la fermezza direttoriale di Francesco Ommassini : l’Intermezzo e il Tema d’amore dall’opera “Aitna” op. 37 del catanese Matteo Musumeci (su libretto di Massimiliano Costantino) confermava l’ampiezza d’ispirazione del compositore, sempre incline a fluenti espressioni liriche di apertura cinematografica, su un accattivante melodizzare dagli spunti immaginifici che attinge spesso ad interessanti narrazioni mitologiche, come in tal caso del vulcano Etna. Una storia fantasiosa, dove lo spirito della montagna assume le sembianze di Aitna, la donna che condurrà il visitatore John alla scoperta degli anfratti vulcanici sino allo scoccare della scintilla d’amore, che si rivela impossibile quando il vulcano si riappropria di Aitna.
A seguire un’altra composizione siciliana, del trapanese Antonio Maria Scontrino, ovvero il “Concerto per contrabbasso con orchestra in la maggiore” che ha visto protagonista il talentuoso Nicola Malagugini, primo contrabbasso della orchestra del teatro lirico catanese. Tale opera, che si è avvalsa della trascrizione e revisione dal manoscritto autografo (conservato a Firenze, nella Biblioteca del Conservatorio “Luigi Cherubini”) curate da Daniela Calcamo e Daniele Cannavò, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha espresso la ricchezza della scrittura sinfonica di Scontrino: abbiamo percepito infatti un eloquio d’insieme trascinante e altresì ben rifinito nelle individualità strumentali, sotto l’accurato e capillare gesto di Ommassini. Il virtuosismo di Malagugini ha ben esplorato la tastiera del suo strumento traendone un’alta densità espressiva con la sua cavata attraente, che a tratti eguagliava la colloquialità di un violoncello.
Non da meno infine la Sinfonia n. 2 in re maggiore op.43 di Jean Sibelius, che ha ben confermato la coesione stilistica dell’intero ensemble, grazie all’impronta unitaria di Ommassini. Performance apprezzatissima, che ha suscitato gli applausi convinti del pubblico.
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