Blog Libri di tutti i generi che consigliamo per questo estate sempre più tropicale. In copertina l'esordio alla narrativa di Monia Serapiglia con "La pazienza delle farfalle" (Dialoghi) dove la determinazione di una tredicenne dà risposte ai tempi moderni. In controcopertina il maestro di tutti i filosofi: Emil Cioran e il suo nulla elargito a chiunque, a cura di Vincenzo Fiore
Buona estate, se riesce ad essere buona, perché l’inferno di caldo che viviamo in Sicilia non sempre si associa ad un periodo di ferie. Confortiamoci con i libri che rinfrescano e fanno stare bene. Annunciamo i libri copertina: l’esordio (con l’editore Dialoghi, tra le più potenti case editrici indipendenti) di Monia Serapiglia con “La pazienze delle farfalle“, che affronta la determinazione su più fronti contro il non bello della vita che trasforma quest’ultima in bellezza.
Nulla ci è dato e la Serapiglia lo sa e lo narra in un romanzo che già risuona tra i migliori di questa stagione; l’altro titolo è l’onore degli studiosi di Emil Cioran, lo cura uno dei maggiori studiosi ed esperti cioraniani: Vincenzo Fiore, “Emil Cioran. Il nulla per tutti. Lettere ai contemporanei“, (Mimesis). Non da meno gli altri consigli: Paul Sterling, “Adele e Oliver. Il vento dei sogni“, AEDbooks; Anna Di Cagno, “L’anno della garuffa“, Arkadia; Roberto Barbolini, “Il detective difettoso. Ritorno al futuro per il romanzo poliziesco“, Bibliotheka Edizioni; Simone Valmori, “Il figlio di Leonardo. Il segreto di Caterina Sforza torna a macchiarsi di sangue”, Mursia. Novità in casa Graphe.it: nasce la collana Kairós e l’esordio è venerdì 26 luglio con il primo volume curato da Dario Iubatti, “Parlare bene. Appunti di dizione di un autore“.
Buona estate. Ci rivediamo a settembre!
Le uscite di martedì 16 luglio
Libro copertina, “La pazienza delle farfalle” di Monia Serapiglia, Dialoghi
La pazienza delle farfalle è un romanzo di formazione che narra la storia di Nadia, una tredicenne che grazie al suo coraggio riesce a emanciparsi dal padre feroce e malato. Figlia di una prostituta che l’ha abbandonata prima che potesse ricordarla, la ragazza si sente davvero orfana quando perde anche la nonna paterna. In questo dolore trova posto l’altra Nadia, un meccanismo di difesa, un nuovo sé che le darà la forza e la determinazione necessarie per affrontare le insidie della vita e la farà gravitare verso Selma e Daniele, due ragazzi di etnia rom che frequentano la sua stessa scuola.
Paul Sterling, Adele e Oliver. Il vento dei sogni, AEDbooks
Prefazione di Eugenio Finardi. 50 famosissimi Campioni dello Sport hanno scritto splendide frasi motivazionali di invito alla lettura pubblicate nel libro. Adele e Oliver è un intenso romanzo fiabesco che racconta la vita di Adele, la protagonista, alla quale, da bambina, per un terribile incidente, viene amputata una gamba. Adele con coraggio e ostinazione, con a fianco Oliver, il suo cagnolino, riuscirà a superare gli ostacoli che la vita le ha messo davanti per realizzare il suo grande sogno: partecipare alle Paralimpiadi. Un libro coinvolgente, positivo e motivazionale per tutti, che fa riflettere e che regala, talvolta un sorriso e, altre volte, fa luccicare gli occhi. Un racconto ricco di spunti di riflessione sulla vita, sull’inclusione, sulla diversità, sul bullismo, ma anche sulla positività, la passione e la determinazione, sul ruolo dello sport e sull’importanza di credere nei propri sogni. Un libro positivo, educativo ed emozionante per tutti!
Le uscite di venerdì 19 luglio
Anna Di Cagno, L’anno della garuffa, Arkadia
16 marzo 1978. Poche ore prima del rapimento di Aldo Moro avviene un altro sequestro, questa volta però la vittima è un bambino. Luca Barnaba ha solo dieci anni, ma la sua vera colpa è quella di essere il figlio di un facoltoso e chiacchierato imprenditore di un’imprecisata città del Sud in cui il contrabbando di sigarette non è considerato un reato. In questa sponda fortunata di un Paese dilaniato dagli anni di piombo Monica, figlia di amici dei Barnaba, assiste a una strana inversione delle leggi morali che dovrebbero regolare la vita degli adulti. Se conoscesse il biliardo all’italiana la definirebbe una garuffa, ma lei ha tredici anni e può solo guardare per cercare di capire cosa sta accadendo nel suo mondo. Ci prova con l’aiuto di una giovane giornalista che, come lei, continua a porre domande scomode. Insieme arriveranno alla verità, ma sarà Monica a trovare la forza di cambiare vita. Un romanzo che ci riporta a una stagione intensa della storia italiana, una storia che rilegge il caso Moro come metafora della perdita della fiducia nel “mondo dei grandi” e scava nell’anima della generazione a cavallo tra la guerra e il boom economico.
Roberto Barbolini, Il detective difettoso. Ritorno al futuro per il romanzo poliziesco, Bibliotheka Edizioni
Fin dalle sue origini il romanzo giallo ha potuto contare, oltre che su fedelissimi lettori, su ammiratori d’eccezione, critici e scrittori – da Eliot a Gadda, da Yates a Brecht – che ne hanno svelato la logica simulatoria dei legami con la letteratura alta o ne hanno utilizzato la formula. Campo privilegiato di analisi critica per semiologi e formalisti, il romanzo poliziesco sembrerebbe oggi non poter riservare più sorprese. Non ne è così sicuro il giornalista e scrittore Roberto Barbolini che nel libro “Il detective difettoso”, in uscita il 19 luglio per le edizioni Bibliotheka (200 pagine, 16 euro) ripercorre tendenze e miti del giallo, dalle origini in Poe fino alle commistioni del thriller con la grande letteratura, proponendo alcuni quesiti intriganti. Dopo l’era dei detectives olimpici alla Sherlock Holmes e di quelli “avvelenati”, gli eroi metropolitani alla Sam Spade, è forse giunta l’ora del detective difettoso? Recuperando – contro gli incanti e i trucchi logici del giallo classico – le trappole di una “linea gotica” del poliziesco (da Chesterton a Dickson Carr), e mescolandole con la magistrale lezione di Hammett, si può individuare una possibile nuova strada per un genere letterario da molti ancora molto amato e da troppi dato prematuramente per morto.
Le uscite di lunedì 22 luglio
Simone Valmori, Il figlio di Leonardo. Il segreto di Caterina Sforza torna a macchiarsi di sangue, Mursia
Un thriller storico diviso in due filoni temporali distinti, presente e Rinascimento, che crescono in simbiosi alimentandosi entrambi di un mistero celato in un dipinto conservato a Forlì, la Dama dei Gelsomini. Un ingegnere dall’animo avventuroso e una guida museale con un passato nascosto si trovano ad affrontare una pericolosa organizzazione. Nel mentre, in pieno Rinascimento italiano, Leonardo Da Vinci e Caterina Sforza nascondono un segreto che potrebbe cambiare il mondo. Una storia che attraversa i secoli, rivelando un legame indissolubile tra passato e presente.
Dichiara l’autore: «Il romanzo contiene informazioni e rivelazioni riguardanti la paternità di Giovanni dalle Bande Nere. Una delle mie scoperte più significative si concentra sulla Pala dei Tre Arcangeli di Marco D’Oggiono, pittore di scuola vinciana, dove Valmori ha identificato il nome “Lionardo” nascosto nel collo dell’Arcangelo Gabriele come fosse un indovinello irrisolto da 500 anni. Perché questa interpretazione mette in luce una possibile analogia biografica tra il pittore e l’angelo che annunciò non solo la nascita di Gesù, ma anche quella di Giovanni Battista? Il motivo è semplice, il nome che Leonardo deve aver dato a suo figlio è proprio Giovanni. Lo attesterebbe il famoso dito alzato che Leonardo ritrae nelle sue opere e che non sarebbe più un ammonimento, ma l’affermazione di sé stesso e del figlio. In questo modo si spiegherebbe il motivo per cui il dipinto del San Giovanni Battista di Leonardo, che rappresenta un adolescente ritratto all’età di 14 anni, è uno dei pochi che il pittore vorrà con sé fino alla morte ad Amboise, in Francia. Tutta l’arte svelata nel romanzo supporta questa teoria. Attraverso un’analisi approfondita del Cenacolo di Santa Maria delle Grazie, ad esempio, arrivo a determinare una data di nascita come nella soluzione di un rebus, il 6 aprile 1498, che coincide proprio con il giorno della nascita di Giovanni dalle Bande Nere, figlio di Caterina Sforza e tradizionalmente riconosciuto al Popolano. Tuttavia, secondo il romanzo, ci potrebbero essere stati incontri segreti tra Caterina e Leonardo, che hanno portato al concepimento di un figlio illegittimo. Altri artisti della cerchia di Leonardo lo confermerebbero in decine di opere, come nella Natività Mistica di Sandro Botticelli, dove un padre è l’unico a celarsi il volto in maniera enigmatica e dove un misterioso cartiglio farebbe riferimento non al periodo in cui nacque Gesù, ma ancora una volta all’aprile del 1498. Teorie innovative che accompagnano il lettore in un dibattito stimolante sulla figura di Leonardo da Vinci e la possibilità che abbia davvero avuto un figlio da una donna che come lui amava l’arte, la scienza e gli esperimenti che, come descritti nei disegni di Leonardo, potrebbero aver generato una vita all’insaputa di tutti.»
Le uscite di venerdì 26 luglio
Con “Parlare bene. Appunti di dizione di un autore” di Dario Iubatti debutta “Kairós” nuova collana di guide e manuali per le arti performative del gruppo Graphe.it
«Il momento giusto o opportuno in cui qualcosa di speciale accade». La nuova collana della casa editrice Graphe.it prende il nome da Kairós delle arti, spazio artistico ideato e gestito dall’attore Dario Iubatti con la sua Compagnia Teatrale NoveZeroSei. Sono qui raccolte le pubblicazioni a cura dei docenti di Kairós e dei professionisti del mondo dello spettacolo (attori, doppiatori, registi, drammaturghi) sotto forma di quaderni, manuali, guide e agili saggi, utili sia agli operatori del settore sia ai lettori curiosi di apprendere i “segreti” delle arti performative. La direzione della collana è affidata a Dario Iubatti, mentre Marco Bosio cura la direzione artistica. La collana prevede due uscite annue: a marzo e ad agosto (a eccezione del primo titolo che uscirà a luglio 2024).
Il primo titolo della nuova collana è un’esplorazione approfondita della pronuncia italiana, dai suoi principi storici alle sfide della comunicazione moderna, con esercizi pratici per una dizione impeccabile. Perché tra un avvocato che parla bene e uno che sa parlare solo in dialetto, voi da chi vi fareste difendere? La storia di quella che nel linguaggio comune chiamiamo “pronuncia” è variegata. Molti di noi, tuttavia, oggi non fanno troppo caso – e invece dovrebbero! – alla distinzione fra pésca e pèsca, a meno che non studino recitazione teatrale. Proprio a costoro si rivolge il saggio, ma il destinatario ideale rientra in realtà in un ventaglio ben più ampio: le situazioni professionali e ricreative in cui dobbiamo utilizzare la voce e, di conseguenza, scegliere come pronunciare le parole sono numerose e talvolta determinanti per le nostre vite.
Libro controcopertina, “Emil Cioran. Il nulla per tutti. Lettere ai contemporanei” a cura di Vincenzo Fiore, Mimesis
“Per me scrivere significava scrivere lettere”. Con queste lapidarie parole, contenute in una missiva del febbraio 1983, Emil Cioran sintetizza la propria incessante e appassionata “mania epistolare”, che lo accompagnerà ininterrottamente sia durante gli anni turbolenti della giovinezza in Romania, sia durante gli anni dello scetticismo radicale dell’esilio parigino. Grazie al presente volume, che raccoglie lettere inedite inviate dal pensatore di Sibiu ad autorevoli intellettuali (fra cui Samuel Beckett, Ernst Jünger, Gabriel Marcel, Carl Schmitt, Elie Wiesel, Marguerite Yourcenar, María Zambrano) o a destinatari meno noti (ma ugualmente importanti e decisivi nella sua fitta rete di contatti e di relazioni), è possibile chiarire e approfondire aspetti di natura biografica e professionale del sovversivo “barbaro dei Carpazi”. Quello che ritroviamo tra le righe di queste pagine, miracolosamente sottratte all’oblio, è un Cioran intenso e lirico, acuto osservatore delle dinamiche storico-culturali del Novecento e spietato teorico del declino dell’Occidente.
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