Libri e Fumetti Nel nuovo libro pubblicato da Einaudi, lo scrittore ed ex magistrato siculo-pugliese smonta con efficacia stereotipi, luoghi comuni, mostra che diversi atteggiamenti e abitudini si reggono su basi errate, come la demonizzazione dell'errore, che è invece un momento importante della crescita culturale ed esistenziale delle persone. Il 27 marzo Carofiglio incontra gli studenti della Scuola superiore di Catania e in teatro presenta "Il potere della gentilezza in jazz" che replica il 28 marzo a Palermo
Un libro di ispirazione filosofico-metodologica socratica che palesa ancora una volta il talento poliedrico e versatile dello scrittore Gianrico Carofiglio. Un intellettuale che riesce ad unire nella sua concezione del mondo “universi culturali” molteplici, e lo fa cogliendo l’inscindibile nesso tra teoria e pratica, pensiero e azioni concrete. Ed ancora, ragione, passione, sentimenti, emozioni hanno legami profondi, fanno parte sul piano psico-antropologico degli esseri umani.
Lo scrittore siculo-pugliese Carofiglio che con suoi gialli filosofici si è affermato in Italia ed all’estero, ha realizzato e realizza anche saggi in cui palesa la sua capacità di intersecare filosofia, scienze umane, metodologie della scienze naturali, storia e filosofia della scienza. E lo fa con chiarezza linguistica e concettuale, notevole capacità divulgativa e originale interpretazione di fenomeni sociali ed esistenziali. In quest’ottica punta parecchio sul pensiero creativo (nella definizione che ne danno le Scienze umane) e in particolar modo sul pensiero divergente, sul pensiero laterale. Nel suo nuovo libro “Elogio dell’ignoranza e dell’errore” (pubblicato da Einaudi) elabora delle riflessioni e meditazioni interessanti sul piano cultural-sociale e filosofico, e con il pensiero critico smonta con efficacia stereotipi, luoghi comuni. Mostra che diversi atteggiamenti e abitudini si reggono su fondamenta non solide e su basi errate, come la demonizzazione dell’errore, che in realtà è invece un momento importante della crescita culturale ed esistenziale delle persone.
Scrive Carofiglio: “Fin da bambini ci raccontano che se sbagli prendi un brutto voto; se sbagli non vieni promosso e non fai carriera, in certi casi addirittura perdi il lavoro; se sbagli perdi la stima degli altri e anche la tua. Sbagliare è violare le regole, sbagliare è fallire. Per l’ignoranza, se possibile, i contorni sono ancora più netti: l’ignoranza relega alla marginalità. E quando si passa dalla definizione della condizione (ignoranza) all’espressione che indica il soggetto in quella condizione (ignorante), il lessico acquista il connotato dell’offesa. In realtà, l’errore è una parte inevitabile dei processi di apprendimento e di crescita, e ammetterlo è un passaggio fondamentale per lo sviluppo di menti aperte e personalità equilibrate. Così come osservare con simpatia la nostra sconfinata, enciclopedica ignoranza è spesso la premessa per non smettere di stupirsi e di gioire per le meraviglie della scienza, dell’arte, della natura”.
La conoscenza, il funzionamento del cervello umano e le contraddizioni nelle previsioni
Carofiglio afferma: “Il cervello umano è essenzialmente una macchina predittiva. In sostanza è sempre all’erta per predire nel modo più accurato possibile ciò che potrebbe accadere. Con quanta accuratezza ci riesce è questione piuttosto delicata. Occuparsi delle previsioni e in particolare delle previsioni degli specialisti riserva sorprese sconcertanti ma anche istruttive. Nel 1874 lo scienziato Philipp von Jolly affermò che nella fisica era ormai stato scoperto tutto. Nel 1911 Ferdinand Foch, futuro capo di Stato maggiore dell’esercito francese, disse che gli aerei erano bei giocattoli, privi di qualsiasi utilità militare. Nel 1916 Charlie Chaplin affermò che al pubblico non interessava vedere figure in movimento su uno schermo, ma esseri umani in carne e ossa su un palcoscenico. Nel 1932 Albert Einstein dichiarò categoricamente che non ci sarebbe mai stata la possibilità di produrre energia atomica. Nel 1934 il critico d’arte Thomas Craven affermò che Picasso sarebbe rapidamente sfiorito. Nel 1943 il presidente dell’Ibm Thomas Watson affermò che in futuro ci sarebbero state al massimo cinque persone nel mondo interessate a comprare un computer. Nel 1946 Darryl Zanuck presidente della 20th Century Fox disse che nel giro di sei mesi la gente si sarebbe stancata di «quella scatola di legno chiamata televisione». Si potrebbe andare avanti molto a lungo. Lo psicologo Philip Tetlock lo ha fatto analizzando oltre ventottomila pronostici formulati nell’arco di dieci anni da duecentottantaquattro esperti di varia estrazione politica, culturale, tecnica, ideologica. Oggetto delle previsioni erano essenzialmente questioni politiche, economiche, di relazioni internazionali”.
Quale fu l’esito? “L’esito fu, in estrema sintesi, che l’accuratezza della stragrande maggioranza dei pronostici era solo leggermente superiore a quella di una elaborazione casuale e inferiore a quella delle previsioni generate da un algoritmo elementare. Lo studio suggeriva fra l’altro l’esistenza di un rapporto inverso tra fama dell’esperto e accuratezza dei suoi pronostici. In sostanza: le previsioni più scadenti venivano dai soggetti più famosi e più spesso presenti sui mezzi di informazione. Molti esperti sbagliano le previsioni in primo luogo perché il mondo è troppo complesso per essere prevedibile, e su questo torneremo. Ma soprattutto le sbagliano per narcisismo, quando hanno un’opinione grandiosa di sé, quando si immedesimano con il loro status e non hanno la percezione della loro ignoranza. Commettono molti più errori gravi quelli che formulano affermazioni categoriche e tendono a non riconoscere o a sminuire i propri errori”.

Gianrico Carofiglio
L’importanza dell’ osservarsi, riconoscere i propri errori e correggerli
Carofiglio aggiunge: “Gli esperti capaci di fare pronostici affidabili, e in generale di usare in modo proficuo la loro esperienza, sono quelli in grado di osservare le cose, i problemi e (soprattutto) le loro stesse convinzioni da più punti di vista. Gli esperti sono molto meglio dei non esperti a una condizione cruciale: quando sono capaci di osservarsi, riconoscere i propri errori e correggerli. Quando sono capaci di sottoporre a scrutinio le proprie intuizioni e difenderle solo se e quando hanno retto a tale scrutinio. Questa dote si chiama metacognizione e richiede una mente aperta, pronta a cogliere tutte le sfumature dell’esperienza, in grado di reagire con prontezza alle sue svolte impreviste. Insomma, il vero esperto è capace di accorgersi quando sta facendo male qualcosa”.
Cos’è l’ignoranza?
Carofiglio scrive: “L’ignoranza ha una pessima reputazione. Basta consultare un vocabolario: i sinonimi della parola sono tutti, nessuno escluso, parole dal significato negativo o molto negativo. Eppure, le cose non sono così chiare come sembra se solo ci si sofferma sul tema in maniera meno superficiale e sbrigativa. Per ricostruire una nozione alternativa di ignoranza conviene applicare il metodo di Carl Jacobi, matematico tedesco del XIX secolo che aveva la reputazione di saper risolvere problemi particolarmente ostici e complessi. La sua tecnica era semplice ed essenziale: capovolgere la prospettiva, invertire sempre i termini della questione”.
La posizione socratica
“Quando l’oracolo di Delfi, interrogato da Cherefonte, indicò Socrate come l’uomo più sapiente sulla terra, questi pronunciò la celebre frase: «Io so di non sapere». Era l’accettazione di questa condizione a renderlo il più sapiente. Confucio pare abbia enunciato lo stesso concetto in un modo solo poco diverso: «La vera conoscenza sta nel conoscere l’estensione della propria ignoranza». Quelli che potremmo definire apparentemente competenti sono in realtà inconsapevoli – ignoranti – della propria ignoranza. I competenti sono consapevoli dei limiti della loro conoscenza, consapevoli della propria ignoranza”.
Siete curiosi di conoscere i passaggi successivi? Non resta che leggere questo saggio ben scritto, con molte riflessioni interessanti. Provate a leggerlo come un giallo filosofico-concettuale, un itinerario in aspetti importanti del nostro modo di comprendere e interpretare la realtà.
Eventi/1 Carofiglio incontra gli studenti della Scuola superiore di Catania
Giovedì 27 marzo, alle 15, nell’ex Cappella di Villa San Saverio, in via Valdisavoia 9 a Catania, Carofiglio, incontrerà gli allievi e le allieve della Scuola di eccellenza dell’Università di Catania
conversando sul tema “Gli errori rendono amabili”. Lo scrittore sarà l’ospite del prossimo appuntamento degli “Inspiration Days” della Scuola Superiore di Catania. L’evento è promosso nell’ambito del progetto SAFI3 – Sinergie per orientare e promuovere un’alta formazione innovativa, interdisciplinare, internazionale.
Eventi/2 “Il potere della gentilezza in jazz” a teatro
Il 27 marzo al Teatro Ambasciatori di Catania ed il 28 marzo al Teatro Jolly di Palermo, Carofiglio, accompagnato dal sax di Piero Delle Monache, porta in scena “Il potere della gentilezza in jazz”, un’orazione civile sull’importanza di praticare la gentilezza, sulla necessità del dubbio, sulla capacità di porre e porsi buone domande per affrontare le sfide della modernità.
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