Sicilia antica Il progetto prevede interventi di completamento e lavori di sistemazione e allestimento dell’Antiquarium di Megara Hyblaea e di miglioramento dei servizi nelle aree archeologiche di Leontinoi, Monte San Basilio e nel Museo Archeologico di Lentini
Finanziato con 1.426.000,00 euro il progetto relativo agli interventi per il completamento dei lavori di sistemazione e allestimento dell’Antiquarium di Megara Hyblaea e di miglioramento dei servizi nelle aree archeologiche di Leontinoi, Monte San Basilio, nel Museo Archeologico di Lentini, dove è anche prevista la realizzazione e l’allestimento del laboratorio di conservazione e restauro.
Il Parco archeologico di Leontinoi, che ricade nei territori dei comuni di Augusta, Carlentini e Lentini, tutti in provincia di Siracusa, è stato istituito nell’anno 2019. L’Antiquarium raccoglie materiale di scavo proveniente dalla zona archeologica di Megara Hyblaea, una delle più antiche colonie greche della Sicilia fondata nell’VIII secolo a.C., distrutta nel 483 a.C. da Gelone di Siracusa, rifondata nel IV secolo a.C. e distrutta una seconda volta, dai romani, nel 213 a.C.
Il progetto esecutivo – curato dal Dipartimento Tecnico dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità – è stato affidato ad un raggruppamento temporaneo di professionisti, che ha come capogruppo l’arch. Pedro Spinnato, della Cascone Engeenering di Catania e da Spada e Associati di Milano, nonché dai professionisti ing. Rea di Roma e arch. Suraci di Reggio Calabria. Il gruppo di progettazione ha già svolto alcuni sopralluoghi finalizzati all’attuazione dei lavori insieme al direttore Lorenzo Guzzardi e ai tecnici del Parco Archeologico di Leontinoi, nonché agli archeologi della missione francese che stanno effettuando gli scavi a Megara Hyblaea.
«Con il completamento dei lavori dell’antiquarium megarese – sottolinea l’Assessore dei Beni cuturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – si potrà, finalmente, riaprire ai visitatori l’importante struttura nel complesso del Faro Cantera sulla rada di Augusta. Il percorso di visita includerà sia l’esposizione di reperti archeologici degli scavi della città e delle necropoli, sia la fruizione dei resti messi in luce all’interno dello stesso edificio museale. Si tratta di un’altra importante opera che valorizza il contenuto dell’area archeologica di Megara e arricchisce la complessiva offerta culturale della Sicilia. Un intervento che rientra tra le opere di ammodernamento e miglioramento dell’offerta dei Musei e dei Parchi della Sicilia su cui il Governo Musumeci sta orientando molte delle proprie risorse«.
«Il percorso museale di Megara – evidenzia Lorenzo Guzzardi, Direttore del Parco – comprenderà anche una sala multimediale che introdurrà i visitatori ad una migliore comprensione dell’area archeologica ed alla più compiuta fruizione delle sale espositive».
Il progetto prevede, in particolare la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che riguardano l’Area Archeologica di Megara Hyblaea e l’Antiquarium, l’Area Archeologica Leontinoi, il Museo archeologico di Lentini, l’Area Archeologica Monte San Basilio. Le opere da realizzare, origuarderanno: il rispristino dei camminamenti e delle passerelle, la realizzazione delle recinzioni e degli impianti di illuminazione, l’installazione degli impianti di video sorveglianza ed antincendio.
La colonia greca di Megara Hyblaea, che si trova nel comune di Augusta, fondata nel 728 a.C. dai Megaresi e rasa al suolo due volte, nel 483 a.C. da Gelone, tiranno di Gela, e nel 213 a.C. dai Romani, offre la possibilità di una interessante escursione attraverso le trasformazioni urbanistiche di un antico impianto coloniale. Dalla prima suddivisione in lotti uguali fra i coloni che ottennero dal re siculo Hyblon, per la nuova città, una porzione di costa presso la foce del fiume Cantera (l’antico Alabon) alla formazione dei quartieri di età arcaica (caratterizzati da orientamenti diversi ma organizzati intorno ad un’agorà e suddivisi da un impianto regolare di strade ortogonali), è possibile seguire lo sviluppo della città fino alla distruzione geloniana, alla successiva ricostruzione, su un’estensione più ridotta, nella seconda metà del IV sec. a.C., all’affrettata edificazione, infine, delle mura all’avvicinarsi della minaccia romana e alla definitiva scomparsa. Le esplorazioni, avviate tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 ad opera di Cavallari e Orsi, e riprese sistematicamente, dopo il 1949, dall’École Française de Rome, hanno portato alla luce la grande area dell’agorà arcaica, contornata da imponenti edifici pubblici, intorno alla quale si articolano i diversi quartieri di abitazione.
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