Società Flash mob dei ristoratori della rete CoRi.Sicilia e partite Iva davanti alla casa di Montalbano a Punta Secca, la frazione marina di Santa Croce Carmerina: le licenze gettate in una bara ed un corteo funebre hanno concluso la manifestazione
Hanno portato in piazza le loro attività, quelle di tutti coloro che, a causa della pandemia, sono stati costretti a chiudere i battenti. A Punta Secca, nei luoghi simbolo della fiction di Montalbano, i ristoratori di Co.Ri.Sicilia hanno organizzato un flash mob, che si è svolto nello spazio tra Piazza Faro e piazza Torre. Nelle varie location improvvisate sono state allestite le postazioni dei pizzaioli, con le loro pizze, dei pasticcieri, delle rosticcerie, di ristoranti, pub e bar.
Hanno aderito anche numerosi operatori di altre categorie che soffrono a causa della pandemia: le agenzie di viaggio, gli operatori turistici, gli albergatori, i titolari di B&B, di camping, le palestre, i fiorai, i parrucchieri, i tassisti ed NCC, gli operatori dell’intrattenimento e dell’animazione, le agenzie e gli operatori del wedding, le guide turistiche, le imprese di pulizia, le lavanderie industriali. Qualcuno ha portato i letti, altri le tende da campeggio, o hanno esposto un manichino con abito da sposa, un tavolo apparecchiato. La compagnia teatrale G.o.d.o.t., che ha aderito all’iniziativa, ha mostrato le sedie rivolte verso terra, simbolo dei teatri chiusi. Tutti hanno gettato simbolicamente le loro “licenze” in una bara allestita in piazza Faro. Subito dopo, un corteo con la bara portata a spalla dai ristoratori, si è mosso verso la “casa di Montalbano”, seguita da tutti i presenti. Dal balcone della casa hanno portato la voce della protesta il presidente di Co.Ri.Sicilia, Raffaele Fiaccavento, Tania Corallo, il sindaco di Santa Croce Camerina, Giovanni Barone, i parlamentari regionali Nello Dipasquale, Stefania Campo e Orazio Ragusa. I ristoratori hanno chiesto ai parlamentari di farsi carico delle istanze della categoria. Poi hanno parlato i rappresentanti delle altre categorie produttive. «L’apertura del 26 aprile, con la possibilità di fare ristorazione solo all’aperto non risolve il problema – ha detto Fiaccavento –. Nessuno potrà aprire. In questa stagione, è impossibile prevedere la possibilità di pranzi e cene all’aperto. L’ultimo decreto prevede la possibilità di prevedere della ristorazione al chiuso solo dal primo giugno, solo a pranzo. Sono modalità più restrittive rispetto allo scorso anno quando ci è stato permesso di riaprire il 18 maggio. Oggi, mentre con i vaccini si va verso la ripresa, viene confermato persino il coprifuoco a partire dalle 22. In questo modo stanno facendo morire migliaia di imprese. Vogliamo riavere la dignità del nostro lavoro!».
La chiusura anticipata alle 22 è considerata un grave vulnus per tutte le categorie del turismo: anche le agenzie di viaggi, i B&B, i camping vedono crollare o annullare le prenotazioni. Inoltre, i ristoratori chiedono anche di prolungare la moratoria sui mutui. «Un popolo che non aiuta e non favorisce il suo teatro se non è morto, è moribondo» ha detto Federica Bisegna, della compagnia G.o.d.o.t. citando Federico Garcia Lorca. Ed ha aggiunto: «Il teatro è programmazione. Un produttore che deve affrontare dei costi deve avere delle certezze. Queste false aperture non risolvono i problemi».
A conclusione della manifestazione i ristoratori hanno chiesto ed ottenuto un incontro con la capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, Debora Serracchiani. «Ai nostri parlamentari – ha aggiunto Fiaccavento – chiediamo di portare le nostre richieste al governo, nel Parlamento. Speriamo di poter avere degli incontri anche con gli esponenti degli altri partiti e che si riescano a trovare delle soluzioni che consentano alle nostre categorie di ripartire in sicurezza. Al governo regionale chiediamo di aiutare il settore. Ci saremmo attesi un intervento in Finanziaria, ma così non è stato. Abbiamo saputo che è stato presentato un ordine del giorno che potrebbe stanziare 250.000 milioni per gli aiuti alle imprese. Chiediamo di poter essere presenti ai tavoli tecnici a Palermo per portare la voce della categoria. Non ci sentiamo rappresentati dalle organizzazioni di categoria. Nei livelli istituzionali Co.Ri.Sicilia vuole essere presente in modo autonomo».
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