Recensioni L'atteso omaggio al compositore americano ha fatto registrare due giorni di tutto esaurito del teatro d'opera catanese. Sul palco l'Orchestra del Massimo diretta dal novarese Riccardo Bisatti, solista al piano il ragusano Ruben Micieli. Solarità e dinamismo promanavano da un’orchestra sfavillante, sotto la tempra arguta e vigorosa di Bisatti. I riflettori si incentravano poi sulla sorprendente ricchezza pianistica di Micieli
Si è svolto al Teatro Massimo Bellini di Catania “Omaggio a Gershwin”, secondo appuntamento della stagione concertistica 2023-2024, che ha visto protagonisti sul palcoscenico l’Orchestra del teatro d’opera catanese ed il pianista ragusano Ruben Micieli, coordinati dal direttore novarese Riccardo Bisatti. Nell’atteso concerto, che ha registrato il sold out venerdì 10 e sabato 11 novembre, riscuotendo altissimi consensi di pubblico, si è sfoderato un programma accattivante su un fil rouge afroamericano, che ha visto in prima linea i vividi contorni di George Gershwin. Solarità e dinamismo promanavano da un’orchestra sfavillante, sotto la tempra arguta e vigorosa di Bisatti, avvolgendo sin dall’apertura le pagine del musicista statunitense, con le movenze caraibiche dell’Ouverture cubana (composta nel 1932 dopo una vacanza a L’Avana) messe in rilievo dai fiati e dalle percussioni latino americane dei bongos, maracas e guiro.
I riflettori si incentravano poi sulla sorprendente ricchezza pianistica del ventiseienne Ruben Micieli, formatosi al Conservatorio Bellini di Catania con Giovanni Cultrera (oggi sovrintendente del Bellini), e perfezionatosi poi con lo stesso e con Aquiles Delle Vigne. Vincitore di numerosi e ambìti premi internazionali, il pianista ibleo ha incantato l’immensa platea con le sue strepitose capacità esecutive, unite a singolare verve interpretativa e nitore stilistico di spicco, insieme ad uno scatto ritmico fulmineo che ben si confaceva all’urgenza sincopata della Rhapsody in blue: di tale partitura l’orchestra del Bellini ha reso un vero e proprio melting pot di emozioni, restituendo con eleganza il connubio jazzistico-europeo consono a Gershwin, sotto la capillare bacchetta di Bisatti.
Questa confluenza aveva già innervato con accenti originali la Rapsodia op.67 del compositore Giuseppe Emmanuele, in prima esecuzione assoluta, (che ha preceduto quella di Gershwin) come abbiamo colto nella curata simbiosi tra orchestra e pianista. Al termine della prima parte il vivissimo entusiasmo della platea ha ottenuto dal giovane concertista due brillanti bis: Alla Turca Jazz (Fantasia sul Rondò dalla Sonata per pianoforte in La maggiore di Mozart) di Fazil Say e il Preludio op. 23 n.5 di Sergej Rachmaninoff, quest’ultimo in omaggio al 150° anniversario dalla nascita del musicista russo.
Improntata a due composizioni sinfoniche molto apprezzate la seconda parte del concerto, con la Sinfonia n. 1 Afroamericana di William Grant Still, che si è distinta per l’eloquio cinematografico del terzo e quarto tempo; mentre a conclusione di un concerto indimenticabile, le chiassose e scanzonate luci strumentali degli ottoni nel gershwiniano poema sinfonico Un americano a Parigi, illuminavano ancora una volta l’attraente espressività dell’orchestra e del suo direttore.
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