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Gioco illegale, cresce il giro d’affari anche in Sicilia

Società Nella massiccia operazione antimafia che a febbraio ha colpito le cosche di Palermo, tra le accuse e i reati contestati anche quello di esercizio abusivo del gioco d’azzardo, a confermare i pericolosi trend di crescita della filiera criminale del gioco illegale. Il dato più allarmante dell’ultimo report dell’Ufficio Studi CGIA, sottolinea come il betting e il gambling illegale siano spesso il cuore del business malavitoso

Sono oltre 180 le persone oggetto di provvedimenti restrittivi disposti dal Gip di Palermo e dalla DIA nel capoluogo siciliano durante la recente operazione antimafia dello scorso mese. Lo scorso 11 febbraio, infatti, si è concretizzata una vasta operazione antimafia che ha visto coinvolti 1.200 carabinieri dei comandi provinciali della Sicilia e il reparto anticrimine del Ros di Palermo. Obiettivi i mandamenti mafiosi di Porta Nuova, di Pagliarelli, di Santa Maria del Gesù e di Bagheria. Le accuse sono importanti: associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi, contro la persona e il patrimonio, estorsioni, tentato omicidio. E tra le accuse e i reati contestati anche quello di esercizio abusivo del gioco d’azzardo, a confermare i pericolosi trend di crescita della filiera criminale del gioco illegale, in Italia ma soprattutto in Sicilia.

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Attualmente le mafie italiane detengono un giro d’affari di 40 miliardi di euro l’anno. Numeri da capogiro, che fanno di questo comparto la quarta industria nazionale: basti pensare che l’Eni ne produce 93, l’Enel 92, il Gestore dei servizi energetici 55. Un tesoro di ingenti proporzioni nelle mani di criminali e mafiosi è il dato più allarmante messo in risalto dall’ultimo report dell’Ufficio Studi CGIA, un dato che sottolinea come il betting e il gambling illegale siano spesso il cuore del business malavitoso. Una piaga che accomuna tutto il territorio nazionale, dalla Sicilia al Nord, precisamente il Nord Est, dove si concentra la punta dell’iceberg. Tra Veneto e Friuli infatti si registra un aumento del 128% mentre in termini complessivi è il meridione d’Italia la zona più colpita, con quasi 4 mila denunce. Più lontano il centro, con 2.573 segnalazioni ma anche con la città in cui si sono registrate più denunce: Roma, appunto, con 1.204. Altri centri particolarmente colpiti sono quelli di Napoli, Milano, Torino e Bologna.

Lo studio, condotto dagli esperti della CGIA Federico Esposito, Lorenzo Picarella e Rocco Sciarrone, sottolinea come “i mercati del gioco d’azzardo si caratterizzano per gli elevati livelli di opacità e per la presenza di diversi profili di illegalità che li espongono alla penetrazione delle mafie”. A preoccupare è anche la crescente infiltrazione nel mercato legale, che fa gola soprattutto per quanto riguarda il riciclaggio e l’acquisizione di società. Per questo l’intervento delle Forze dell’Ordine a Palermo è di grande importanza, perché ha il merito di andare a indebolire e a intaccare un mosaico vastissimo e sempre più forte. «Rivolgo il mio sentito apprezzamento al Comando provinciale dei Carabinieri, alla Direzione distrettuale antimafia e alla Procura della Repubblica di Palermo – ha detto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – per l’imponente blitz che ha dato oggi un colpo storico a quella mafia che cerca di riorganizzarsi nei diversi quartieri di Palermo e in provincia».

La strada da seguire è questa, insomma, con particolare attenzione anche alla prevenzione e alla sensibilizzazione degli utenti. Perché solo così si potrà indebolire una filiera ricchissima, che finisce direttamente nelle casse della mafia.

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