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I bivi esistenziali di Federico Bianca: «Ogni giorno si sceglie tra il “Riscatto” e la sconfitta definitiva»

Libri e Fumetti Docente di lingua italiana per stranieri, dal curriculum straordinario che non ha trovato gratificazioni accademiche, Bianca approda negli scaffali con l'antologia di racconti "Riscatto" edita, da Felici, andata subito in ristampa e che gli ha permesso un tour che lo ha visti trionfare in tutto lo Stivale

«“Riscatto” racconta di personaggi presi in medias res, di fronte a bivi morali ed esistenziali». Il racconto non deve annoiare, dunque, ma deve catturare subito l’attenzione? Una cosa è certa: “Riscatto”, antologia di racconti (Felici Edizioni, pp. 132 € 15,00) del catanese Federico Bianca non solo non ha annoiato ma in poco meno di un mese è arrivata alla ristampa, approdando subito alla seconda edizione. Vanta ben due lauree e un dottorato il docente Bianca il quale, suo malgrado, si è dovuto liberare dalla “gogna” accademica, per i soliti e dolorosi avvicendamenti che fanno fuori i meritevoli (la meritocrazia non s’imporrà mai in Italia). Da sempre appassionato di letteratura, cinema, fumetti e sport, dal 2007 al 2011 Bianca ha collaborato, con numerose recensioni, anche con Stilos” la rivista dei libri  e, sempre nel 2011, è stato Assistant to the President Emanuele Viscuso alla sesta edizione del Sicilian Film Festival di Miami. Bianca è anche specializzato nell’insegnamento dell’italiano a stranieri vantando un periodo a svolgere la funzione di tutor esterno all’Università di Catania.

Torniamo, dunque, al fil rouge della raccolta, racchiusa nella parola del titolo: “Riscatto”. Il racconto non deve annoiare, dunque, ma deve catturare subito l’attenzione?
«Esatto! Pertanto, a ritroso, capiamo perché i protagonisti si sono trovati in queste situazioni. Come insegna ad esempio il grande Simenon, non quello dei Maigret, è assai interessante osservare i protagonisti che, abbandonata la loro quotidianità ordinaria, si trovano in situazioni in cui scegliere tra il riscatto e la sconfitta definitiva».

Parola ambivalente, “riscatto”, che può ingannare il lettore?
«Forse, tant’è che riscatto è un termine volutamente ambiguo, come il racconto che dà il titolo al libro, un western urbano vittoriano o post vittoriano, come mi piace considerarlo: può significare riscattarsi da una situazione negativa e difficile oppure è il prezzo da pagare contro un’azione criminale. L’ambiguità morale, la pausa di fronte alla scelta, questo, più o meno, è il significato del titolo della raccolta».

Alla presentazione di Riscatto presso la Società Storica Catanese con il regista Alfio D'Agata

Federico Bianca (a sinistra) presenta “Riscatto” presso la Società Storica Catanese con il regista Alfio D’Agata

Questo è considerato il suo esordio letterario anche se lei ha già pubblicato alcuni titoli.
«Ho pubblicato tre saggi/monografie di carattere accademico/scientifico, l’adattamento delle tesi delle mie due lauree e del dottorato di ricerca. “Lolita, un mito euramericano tra romanzo e sceneggiatura” tratta la comparazione tra il romanzo Lolita e la sceneggiatura che Vladimir Nabokov scrisse per Stanley Kubrick. “Carlo Alianello nella letteratura Europea” è un saggio sullo scrittore anti o contro risorgimentale, come il Pirandello de “I vecchi e i giovani”; grandi scrittori europei, come Joseph Roth e Alexander Lernet Holenia, hanno riletto il crollo della Mitteleuropa in chiave originale e personale, lontana dalla storiografia ufficiale. In “Giovanni Papini, vita, opere, pensiero” mi sono soffermato sulla produzione narrativa di Papini, oggi dimenticata, ma di assoluto valore: basti ricordare che Borges ha inserito alcuni racconti di Papini nelle sue celeberrime “Antologia della letteratura fantastica” e la “Biblioteca di Babele”.

L'autore a cena col maestro Haber nel tour promozionale

L’autore a cena col maestro Haber nel tour promozionale

Poi, il salto per i tipi dell’editore Felici ed eccoci alla narrativa. A chi deve questa esperienza?
«Devo ringraziare la poetessa e scrittrice Marilina Giaquinta, che ha scritto anche la prefazione di “Riscatto”. Sono entrato in contatto con lei grazie alla professoressa Sissi Sardo, mia primissima lettrice e sostenitrice. La Giaquinta mi ha messo in contatto con Antonio Celano, il suo editor, che ha accettato l’editing della raccolta e l’ha poi proposta a Fabrizio Felici, che ha deciso di pubblicarla».

Silvana Fallisi a presenziare al ritorno a Catania della presentazione di "Riscatto"

Bianca con l’attrice Silvana Fallisi a Catania durante la presentazione di “Riscatto”

Silvana Fallisi col marito Aldo Baglio, mesi dopo invieranno una foto ricordo all'autore con in bella vista il "Riscatto"

Silvana Fallisi col marito Aldo Baglio. Mesi dopo invieranno una foto ricordo all’autore con in bella vista la copia di “Riscatto”

Cosa l’ha indotta a scrivere di questo argomento seppur “spezzato” in racconti e perché lo ha scritto?
«In realtà, gran parte dei racconti erano stati già pubblicati su antologie nazionali (Cultora, Historica…), grazie alla vittoria in concorsi per narrativa breve. Appena scoprivo un concorso, lavoravo a un’idea e scrivevo il racconto. L’arco di tempo delle composizioni va dal 2012 al 2020 circa. Soltanto dopo, è venuta l’idea di raccoglierli in un unico volume, aggiungendo alcuni inediti, cioè racconti che avevo scritto e inviato a concorsi nei quali non avevo vinto. Frattanto mi sono liberato delle mie ossessioni (gotico, noir, horror, fantastico, gangster, la mia terra, Hollywood, letterature straniere) ed ecco perché l’ho scritto! Non ho mai pensato a un pubblico anche se, credo, tutti possano leggere questi racconti. Nabokov, in “Strong opinions”, diceva: “Mi interessa il parere di una sola persona: quella che vedo ogni mattina allo specchio quando mi faccio la barba”. Cito a memoria, il concetto è questo e mi ci ritrovo completamente. Io scrivo, in primis, per il mio divertimento».

Bianca col grande Tuccio Musumeci

Bianca con l’attore Tuccio Musumeci

Scrivere, pertanto, è una lezione terapeutica?
«Purtroppo non è così semplice. Baudelaire ne “L’albatro“, e Kafka, nelle lettere e nei diari, ci fanno vedere come la scrittura dà e toglie. È terapia, senza dubbio, ma è anche ansia da prestazione, ambizione, frustrazione. Hai la gioia di condividere quello che scrivi ma anche l’umiliazione del disinteresse, della stroncatura, dell’incomprensione e della derisione».

Lei ha ricevuto forse il più bel riconoscimento per un autore al suo debutto, la ristampa quasi immediata della sua opera. In merito a riconoscimenti ufficiali, la emozionerebbe essere candidato a premi vari?
«Richard Yates, alla domanda “Preferisce essere letto o ricevere premi e riconoscimenti?”, rispondeva: “A me interessa solo essere letto!”. Anche qua cito a memoria, ma il concetto è quello. Ricevere riconoscimenti è ovviamente bellissimo e gratificante ma essere letti è la cosa più importante. Nel cinema, ad esempio, capita, non di rado, che vincano premi film che, poi, non vede nessuno. È una piaga dei tempi coevi».

Federico Bianca

Federico Bianca

La produzione dell’opera, che si distingue dal saggio, come i tre precedentemente ricordati che difficilmente prevedono una mano esterna, si è evoluta grazie all’affidarsi a un consulente? Che tempi di gestazione ha avuto questo libro?
«Come in parte detto, l’opera nasce grazie all’editing di Antonio Celano il quale, soddisfatto l’ha proposta ad un editore di sua fiducia. In un certo senso, Celano è stato il mio manager o il mio procuratore! “Riscatto” ha subito un lavoro di editing molto analitico, orientativamente, tra l’autunno del 2021 e la primavera del 2022. Ogni racconto ha subito il suo lavoro di editing. Non abbiamo certo avuto fretta!».

Cosa pensa del fenomeno delle case editrici indipendenti che nell’ultimo quindicennio si sono imposte: un riscatto anche per loro?
«Come accade anche per cinema, musica e fumetti, le case editrici indipendenti operano scelte meno legate ai concetti di vendita e di mercato e, quindi, sono loro a riscattare l’editoria e alle quali dobbiamo essere grati».

Il ritorno presso la Società Storica Catanese, a Catania, per chiudere il tour

La presentazione del libro alla Società Storica Catanese: da sinistra l’attore Liborio Natali, la scrittrice Marilina Giaquinta, Federico Bianca, il giornalista Fernando Massimo Adonia

Cos’ha in serbo per il futuro editoriale?
«”Riscatto” è, in realtà, un piano B. Il piano A era un romanzo di 100 cartelle word, scritto nel 2019 in circa sei settimane, dopo una gestazione mentale iniziata nel 2010 circa. La provvida sventura di manzoniana memoria l’ha visto rifiutato da due case editrici locali prive, tra l’altro, della distribuzione nazionale che garantisce Felici. Un po’ arrabbiato e offeso dal doppio rifiuto, è venuta l’idea di raccogliere in volume i racconti già pubblicati. Il romanzetto, titolo provvisorio “Judith”, è proprio adesso tra le grinfie dell’editor Celano. Speriamo vivamente che, l’anno prossimo possa vedere la luce».



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