Libri e Fumetti Con l'obiettivo di tornare ad essere il terzo premio letterario italiano, la XXII edizione del premio siracusano consegna al Teatro Massimo della città il massimo riconoscimento al libro della scrittrice milanese “… un testo capace di parlare di un tema attuale come l’abbandono dei minori ma anche di condizione femminile e diritti umani". Ex aequo per gli altri finalisti Giuseppe Lupo e Matteo Nucci. Premio per l'editoria indipendente a "Le fate" di Ragusa
Avrebbe sorriso con la sua aria sorniona, e forse lo sta facendo ancora, Arnaldo Lombardi, grande manager della cultura ed inventore di una delle manifestazioni più innovative alla sua nascita, più di vent’anni fa. Oggi il Premio letterario Vittorini, alla sua XXII edizione, si arricchisce di altro, nella magica cornice del Teatro Massimo Città di Siracusa: all’ambizione di ritornare ad essere il terzo premio letterario più importante di Italia, dopo lo Strega ed il Campiello, come dice il suo segretario ed oggi anima della manifestazione, Enzo Papa; al consueto piacere di coinvolgere un comitato popolare di studenti e lettori con il loro giudizio finale; alla giuria più longeva a distanza di anni, presieduta dal professor Antonio di Grado, lega anche il tema della passione e dell’impegno civico.
Siracusa celebra il libro e l’editoria indipendente nel segno di Vittorini
Un riconoscimento, infatti, è andato a Frank Samaraweera, ingegnere dello Sri Lanka, ma siracusano d’adozione da trenta anni, impegnato in una costante operazione di sensibilizzazione e pulizia dei rifiuti. Fabio Granata – assessore alla cultura dell’amministrazione comunale – ricorda che l’operazione di Samaraweera non si ferma solo all’affissione di cartelli ammonitivi ma anche ad una operazione di pulizia di intere zone della città e della provincia, cosa che sotto gli occhi di tutti non può essere ignorata ma sicuramente riconosciuta e apprezzata. Ed infine, la giuria quest’anno guarda anche al coraggio, con il Premio all’editoria indipendente Arnaldo Lombardi, della Casa editrice ragusana Le Fate di Alina Catrinoiu.
Vincitrice della terna finalista 2023 è, anche quest’anno, una donna, Maria Grazia Calandrone con Dove non mi hai portata (Einaudi) “Un commovente viaggio, interiore e dentro la storia d’Italia negli anni Sessanta – legge nella motivazione finale il presidente Antonio Di Grado – alla ricerca della verità sui genitori biologici, suicidi poi nel Tevere, e che regala toccanti pagine di bella scrittura”. Con Maria Grazia Calandrone vince “…un testo capace di parlare di un tema attuale come l’abbandono dei minori ma anche di condizione femminile e diritti umani, tutti tenendo ben a bada l’autobiografismo e spostando l’io narrante – si legge ancora nella nota – verso una vena investigativa, che non ignora il senso poetico della scrittura dell’autrice”.
A pari merito Tabacco clan, Marsilio, di Giuseppe Lupo e Matteo Nucci con Sono difficili le cose belle, HarperCollins. Il primo, autore già presente anche in altre edizioni, affronta il tema generazionale, il distacco dalla terra d’origine ed il grande contenitore, Milano, che accoglie giovani già negli anni Ottanta, quindi la solitudine e lo straniamento ma anche la riflessione sul mondo precario che stiamo lasciando ai nostri figli. Infine, la scrittura onirica e fiabesca di Matteo Nucci che con il suo libro parla del senso della fine fisica, la morte, ma non interiore delle persone care, scritto non a caso, per la nipote.
L’idea della casa editrice indipendente e quali siano vantaggi e svantaggi ce lo ha detto chiaramente Alina Catrinoiu. Da un lato lo svantaggio del non avere la forza economica dei grandi ma, al tempo stesso, il privilegio di dare voce a chi voce non ha, a chi non riesce a raccontare il proprio essere. «Un grande riconoscimento – ha detto emozionata Alina Catrinoiu – per coloro che come noi ogni giorno lottano per andare avanti con orgoglio e fierezza».
La serata coordinata dal vicedirettore di Radio24, Sebastiano Barisoni, ha avuto momenti di ironica qualità come quello legato ai ricordi di Alessandro Quasimodo, figlio del poeta e scrittore, e di Stefano Vittorini, nipote di Elio.
A loro il riconoscimento di soci onorari mentre a Veronica Tomassini la menzione speciale ritirata dal fratello. “…con L’inganno, la Nave di Teseo, Veronica Tomassini scrive un testo – ha detto il presidente Di Grado – attraverso cui l’autrice si è imposta alla critica più sensibile, all’innovazione espressiva e al coraggio nell’indagare temi e contesti off limits”. La serata ha avuto partner importanti, tra cui Confindustria Siracusa, con il presidente Gian Piero Reale ed Ance, l’associazione dei costruttori edili, con la vice presidente Margherita Finocchiaro.
Gli interventi musicali di Piera Bivona, soprano, Annalisa Mangano al pianoforte, la partecipazione di giovani talenti del Liceo Musicale “Tommaso Gargallo” ed, infine, le letture puntuali di Attilio Ierna hanno arricchito la serata che, in questa edizione, ha goduto della bellezza del teatro comunale riconsegnato, oramai da mesi, al suo pubblico siracusano. Anche questo, probabilmente, sarebbe piaciuto ad Elio Vittorini.
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