HomeBlog
Blog

Il vizio umano delle atrocità in nome di Dio

Blog Sono numerose le testimonianze bibliche in cui i re, o altri, compiano violenze di massa, stermini, genocidi per volontà, permesso o in nome di Dio. Strano che un Dio Onnipotente, abbia come mezzo di conversione la violenza più efferata. Un vizio umano che ha fatto scuola. Tuttora, nonostante i secoli e la secolarizzazione, continuano ad apparire discepoli ed emuli eccellenti che prediligono lo stesso strumento

«Ora va’, sconfiggi Amalek, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, fanciulli e lattanti, buoi e pecore, cammelli ed asini» (1 Samuele 15:3).

«E votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada, uomini, donne, fanciulli e vecchi, e buoi e pecore e asini» (Giosuè 6:21).

«Allora Israele fece un voto al Signore e disse: “Se tu dai nelle mie mani questo popolo, le loro città saranno da me votate allo sterminio”» (Numeri 21:2).

Lo sterminio degli Amaleciti

Questi sono solo alcune testimonianze bibliche in cui i re, o altri, compiano violenze di massa, stermini, genocidi per volontà, permesso o in nome di Dio. Tra i casi più famosi c’è certamente il trattamento che Dio riservò a Sodoma e Gomorra, ma ci sono anche quelli per mezzo di re, e quindi violenze politiche oltre che religiose.

Nel caso dello sterminio degli Amaleciti, Saul, primo re di Israele, riceve dal Signore l’ordine di radere al suolo quel popolo (vedi versi in Samuele) perché avevano oppresso gli israeliti durante l’esodo dall’Egitto. Tuttavia, Saul risparmiò Agag il re degli Amaleciti e le greggi migliori disobbedendo così a Dio (con questo briciolo di buona azione). Ma il Misericordioso non accettò tale azione e infine punì il suo re.

Durante la conquista genocida di Canaan Dio ordinò (vedi versi di Giosuè) di non risparmiare nessuna città, tra queste anche la famosa Gerico, tutte le popolazione, etnie, esseri viventi senza distinzione di sesso ed età, compreso gli animali. La distruzione era segno della totale consacrazione a Dio. Cosa poteva capitare di più bello!

“La distruzione di Gerico”, opera del 1569 di Philip Galle

Così si potrebbe continuare a lungo con altri esempi, come il trattamento di re Davide ai Moabiti, oppure la “clemenza” che il Signore usò con Ninive invitando i cittadini di quella città a convertirsi se non volevano essere sterminati. I niniviti, furbi, si convertirono, ma appare evidente, più che la magnanimità, la delusione del buon Dio per non aver soddisfatto la sua sete di sangue e vendetta. 

Nella Prefazione del Trattato Teologico-politico il filosofo Baruch Spinoza dice una agghiacciante verità: «Ho spesso osservato con stupore che gli uomini che si vantano di professare la religione cristiana, cioè l’amore, la gioia, la pace, la continenza e la lealtà con tutti, lottano tra loro con grandissima ostilità e nutrono quotidianamente un odio più che acerbo, tanto che sarebbe più facile riconoscere la fede di ognuno di essi da questa pratica di violenze che non da quella dottrina». 

Vezzo più evidente nelle religioni monoteiste. Strano che un Dio Onnipotente, abbia come mezzo prediletto di conversione la violenza più efferata. Un vizio molto umano che ha fatto scuola. Tuttora, nonostante i secoli e la secolarizzazione, continuano ad apparire discepoli ed emuli eccellenti che prediligono lo stesso strumento. Viene da chiedersi inoltre quanto un libro così controverso come la Bibbia possa influenzare o rendere possibile e giustificabili azioni punibili dalla giustizia terrena – unica giustizia che malgrado tutto conosciamo. Non possiamo permettere che in nome di Dio si commetta ogni atrocità, non possiamo più.

E visto come stanno le cose, beato quel popolo che non si affida all’infinita misericordia di Dio.

Condividi su

Commenti

WORDPRESS: 0

SicilyMag è un web magazine che nel suo sottotestata “tutto quanto fa Sicilia” racchiude la sua mission: racconta quell’Isola che nella sua capacità di “fare”, realizzare qualcosa, ha il suo biglietto da visita. SicilyMag ha nell’approfondimento un suo punto di forza, fonde la velocità del quotidiano e la voglia di conoscenza del magazine che, seppur in versione digitale, vuole farsi leggere e non solo consultare.

Per fare questo, per permettere un giornalismo indipendente, un’informazione di qualità che vada oltre l’informazione usa e getta, è necessario un lavoro difficile e il contributo di tanti professionisti. E il lavoro in quanto tale non è mai gratis. Quindi se ci leggi, se ti piace SicilyMag, diventa un sostenitore abbonandoti o effettuando una donazione con il pulsante qui di seguito. SicilyMag, tutto quanto fa la Sicilia… migliore.