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In copertina Halldór Laxness e Mattia Muratore e speciale design con Luigi Patitucci

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog Settimana eccellente per chi ama la lettura. Oltre ai libri copertina e allo Speciale Design ecco su chi è caduta la scelta dei consigli: Sem - Società editrice Milanese che edita Alessandro Scafi; Marco Peano, attesissimo, esce per Bompiani. Interessanti Daniela Dawan, per Giunti e Peter Kuper per Tunué. La nave di Teseo anticipa di una settimana il giorno della memoria con Edith Bruck

Settimana di misteri, indagini e ironia quella che decorre dal martedì 18 al lunedì 24 gennaio: il tutto in due giorni. Bompiani e Giunti preparano la strada a Halldór Laxness che con “Il paradiso ritrovato”, pubblicato per Iperborea si aggiudica la copertina. Contro copertina a Mattia Muratore con Sono nato così ma non ditelo in giro”, (Chiarelettere). #Speciale Design per Luigi Patitucci con “Health & Therapy design“… ma conosciamo e scopriamo i nostri consigli.

E per iniziare uno speciale design con Luigi Patitucci

Luigi Patitucci, Health & Therapy design

Le moderne tecniche di indagine endoscopica, la chirurgia protesica e la manipolazione genetica, hanno favorito un processo di revisione del valore morale e ideologico del corpo umano, violato nella sua integrità sacrale e scompaginato nelle sue componenti essenziali. Il superamento della pelle ha spostato i confini del corpo in una dimensione più profonda ed immateriale, nella quale spazio interiore ed esteriore si sovrappongono. L’antica figura dello sciamano, interprete dei fenomeni naturali e soprannaturali, posto al servizio di una comunità, muove da un percorso che conduce alla messa in atto di una Visione, producendo la ostensione di una sorta di verità proveniente da una dimensione altra, una dimensione dell’immaginario, una prefigurazione che proviene da una profonda esperienza, nata dalla osservazione degli elementi salienti dello scenario naturale di prossimità. Un modus operandi che produce la elargizione di una terapia benefica nei confronti dell’utente o, addirittura, di una intera collettività.

Luigi Patitucci

Una attività, in cui possiamo rintracciare la nascita delle pratiche e dei processi di solvimento inerenti le problematiche semplici o, nel caso di una comunità, persino di problematiche complesse, che ha una grande affinità con le traiettorie di esercizio e di intervento proprie della figura odierna del designerLe moderne tecniche di indagine endoscopica, la chirurgia protesica e la manipolazione genetica, hanno favorito un processo di revisione del valore morale e ideologico del corpo umano, violato nella sua integrità sacrale e scompaginato nelle sue componenti essenziali. Il superamento della pelle ha spostato i confini del corpo in una dimensione più profonda ed immateriale, nella quale spazio interiore ed esteriore si sovrappongono. L’antica figura dello sciamano, interprete dei fenomeni naturali e soprannaturali, posto al servizio di una comunità, muove da un percorso che conduce alla messa in atto di una Visione, producendo la ostensione di una sorta di verità proveniente da una dimensione altra, una dimensione dell’immaginario, una prefigurazione che proviene da una profonda esperienza, nata dalla osservazione degli elementi salienti dello scenario naturale di prossimità. Un modus operandi che produce la elargizione di una terapia benefica nei confronti dell’utente o, addirittura, di una intera collettività. Una attività, in cui possiamo rintracciare la nascita delle pratiche e dei processi di solvimento inerenti le problematiche semplici o, nel caso di una comunità, persino di problematiche complesse, che ha una grande affinità con le traiettorie di esercizio e di intervento proprie della figura odierna del designer.

Le uscite di mercoledì 19 gennaio

Marco Peano, Morsi, Bompiani

Un romanzo lucido e terribile, divertito e tagliente, che si misura con i grandi temi – la paura, la crescita – e reinventa le regole del gioco. Una storia sulla fatica di cavarsela in un mondo a misura di adulti, quando gli adulti escono di scena e ti lasciano solo.
Così, alle nove e mezza di mattina del primo gennaio 1997, s’incamminarono verso il paese. Chi li avesse visti insieme, zaino in spalla, avrebbe pensato a due ragazzini che stanno andando a scuola. Proprio lì erano diretti: nel centro esatto del caos.
Tutto ha inizio con una ragazzina che gioca nella neve. Si chiama Sonia, sono le vacanze di Natale del 1996 – quelle della grande nevicata – e lei deve passarle suo malgrado a casa della nonna. Siamo a Lanzo Torinese, un paesino di mezza montagna dove ogni cosa sembra rimasta ferma a cinquant’anni prima. Compresa la casa cigolante e ingombra di mobili in cui vive nonna Ada, schiva, severa vecchia che nella zona ha fama di guaritrice (ma chissà, forse è altro), per la quale Sonia prova un affetto distante. La scuola ha chiuso prima del previsto a causa di quello che tutti chiamano “l’incidente”: la professoressa Cardone, acida insegnante di italiano, si è trincerata nella sua aula e durante una lezione – di fronte a una classe segregata e terrorizzata – ha fatto qualcosa di indicibile. Qualcosa che adesso, mentre Lanzo un po’ alla volta si svuota per via delle feste e dell’incessante vento ghiacciato, sembra riguardare tutti gli abitanti. Toccherà a Sonia, insieme al suo amico Teo, ragazzino di famiglia contadina educato alla voracità, affrontare l’incubo in cui sono precipitati. Complici per forza, Sonia e Teo si avventurano nel biancore accecante della neve col distacco curioso di chi non ha pregiudizi e forse proprio per questo può sperare nella salvezza. Ma che cos’è la salvezza? Andar via, cambiare vita? O restare e tentare di resistere?

Daniela Dawan, Giochi di ombre, Giunti Editore

Questa è la storia di quattro amici liceali e della zia di uno di loro, un tipo tosto che protesta in piazza per Fridays for Future e sa raccontare storie. Ed è proprio a casa sua, nel centro esatto di Milano, che i quattro scopriranno per caso una botola segreta che li condurrà nei sotterranei di un antico monastero benedettino, un luogo di torture dove venivano segregati eretici e prigionieri al tempo della peste. Nel “mondo di sotto”, alla luce fioca del cellulare, i ragazzi scopriranno l’ombra creduta vera di un monaco: Gunotto da Pavia, conosciuto proprio grazie ai racconti della zia. Ma cosa vorrà mai da loro e perché gli appare all’improvviso?
«La magia e la realtà sono legate. Se ci credi è magia: sei tu che la fai esistere credendoci. Se non ci credi è realtà», dice Antonio che ama travestirsi da Aiace e scrive poesie bellissime. Omar e Olivia, legati a doppio filo, si troveranno così a fare i conti con una parte di loro tenuta -chissà poi perché – segreta: l’omosessualità di uno e le illusioni d’amore dell’altra. E infine Nina, solare e combattiva, felice di farsi trasportare in un altrove che aprirà squarci inattesi nella sua vita familiare. Il viaggio sotterraneo cambierà per sempre il loro destino? Un sorprendente romanzo di formazione che rivela le domande più intime degli adolescenti e la loro ricerca di risposte per il futuro.

Libro copertina “Il paradiso ritrovato” di Halldór Laxness, Iperborea

Halldór Kiljan Laxness nel 1955

Romanzo capolavoro di ironia – fino a oggi inedito in Italia – del premio Nobel islandese Halldór Laxness, considerato da scrittori d’eccezione come Susan Sontag, Alice Munro e Jonathan Franzen, uno dei più grandi maestri del Novecento. Steinar di Hlíðar vive in un mondo di miti e valori antichi nell’Islanda di fine Ottocento. Umile contadino e artigiano della pietra, del legno e della poesia, strenuo custode degli ideali delle saghe, si rifiuta di vendere ai potenti del distretto un magnifico cavallo che i suoi due figli considerano magico e che dunque per lui non ha prezzo. Una creatura tanto speciale può essere degna solo di un re, perciò il villico finisce per regalarla al suo sovrano, re Cristiano di Danimarca, insieme a uno scrigno dotato di una chiave nascosta in una poesia. Ma la reazione della corte reale non può essere più deludente per Steinar che, perso di colpo il suo mondo fiabesco, sembra trovare il paradiso in terra nelle parole di un predicatore mormone, e parte fiducioso alla scoperta dello Utah. Comincia così la sua picaresca iniziazione alla nuova fede nella controversa comunità poligama che popola il Regno Millenario di Salt Lake City, dall’altra parte del mondo, dove il contadino islandese comincia a costruire una vita migliore per la propria famiglia, mentre l’adorata figlia, rimasta sola in patria, cade vittima di soprusi e disgrazie di ogni sorta. È forse questo il deserto da attraversare per meritarsi la Terra Promessa? Ispirandosi a fatti storici e ai propri viaggi americani, Laxness combina crudo realismo e metafora, satira pungente e folklore in un romanzo sull’Islanda di ieri travolta dalla modernità, che molto si interroga sulla posizione sociale della donna. E compone una parabola sulla ricerca umana della felicità, del «paradiso», dell’«America», con tutti i suoi beati miraggi e le sue disillusioni.



Le uscite di giovedì 20 gennaio

Alessandro Scafi, L’uomo con le radici in cielo, Sem

Alessandro è sempre innamorato, sempre alla ricerca di un amore più alto, sempre vicino a un qualche ideale possibile. Lo troverà forse a Londra, dove ora vive? Alessandro scrive e insegna su Dante, sulla cartografia dell’Eden e sui tanti paradisi impossibili immaginati e tentati nella storia culturale e politica. La bellezza gli ha sempre fatto venire le vertigini, ma ora che è un tumore al cervello a fargli perdere l’equilibrio viene soccorso da Charlotte – da lui appena sedotta e abbandonata. Il docente universitario si era sempre chiesto come fosse possibile amare in modo personale, non possessivo e veramente gratuito: “ma guarda che quando la incontri, lo sai!”, c’era sempre qualcuno a ripetergli questa strana banalità. L’uomo con le radici in cielo è una storia medica e umana di male e guarigione, una meditazione sulla vita e sulla morte, su Dio e sull’uomo, sulla dinamica tra libertà, vocazione e destino, mentre miti antichi e storie bibliche si intrecciano alla storia vissuta di una ricerca amorosa. La morale della storia è che oltre l’inferno dell’ego c’è il paradiso dell’oltre, e che uno stesso bagliore primordiale genera galassie e comunità, amori e amicizie: alla fine i venti contrari conducono in porto e forse c’è un segreto che rende l’eternità intima al tempo.

Peter Kuper, Gli incubi di Kafka, Tunué

Peter Kuper ha reimmaginato queste storie, iconiche per il ventunesimo secolo, usando l’ambientazione e la prospettiva per commentare temi contemporanei come: i diritti civili e il problema dei senzatetto. [Kuper] fa ciò che amo. Jazz. Questo libro è una serie di riff, improvvisazioni visive su brevi riprese del vecchio maestro. Diventa un atto deviante, persino audace, di alto livello, in cui l’alienazione europea di Kafka si incontra e si fonde con l’alienazione rock-and-roll americana di Kuper. (Jules Feiffer, vignettista vincitore del Premio Pulitzer)

Libro contro copertina “Sono nato così ma non ditelo in giro” di Mattia Muratore, Chiarelettere

«So che il tuo cognome mi fa venire in mente qualcuno che costruisce invece di abbattere. So di averti dato la mia attenzione dopo averti visto sulla tua carrozzina e non so quanto questo ti faccia incazzare o, invece, ghignare. So che sei campione mondiale, con la nazionale italiana, di wheelchair hockey. So che sei capace di ironia come pochi. So che sei una forza della natura»: è così che Luciano Ligabue nella sua prefazione presenta Mattia Muratore. Mattia è affetto fin dalla nascita da Osteogenesi Imperfetta, la “malattia delle ossa di cristallo”, ma questo non gli impedisce di vivere al massimo la sua vita e di rapportarsi al suo handicap con un’ironia tagliente, cinica e sfacciata. Ex capitano della Nazionale italiana di hockey su carrozzina (campioni del mondo nel 2018), nel suo libro racconta la disabilità senza filtri e senza retorica, ribaltando a ogni pagina qualsiasi stereotipo e atteggiamento buonista legato a tale condizione.

Edith Bruck, Lettera alla madre, La nave di Teseo

In occasione del Giorno della Memoria, il libro più intimo e doloroso di una eccezionale testimone del nostro tempo, sopravvissuta al Male del Novecento. Scritto all’indomani della morte di Primo Levi, Lettera alla madre è un “dialogo in forma di soliloquio” in cui, accanto a temi cruciali per l’opera di Edith Bruck, quali il racconto del trauma vissuto in prima persona nei campi di concentramento dell’Europa Centrale, la propria diaspora famigliare e il dramma storico della Shoah, l’autrice affronta, attraverso una prospettiva intima, la contrapposizione tra fede religiosa e laicità e propone una profonda riflessione su cosa significhi per un superstite dell’Olocausto avere la responsabilità di esserne testimone. Il confronto serrato e a tratti impietoso con la figura della madre, ebrea ungherese saldamente ancorata alle tradizioni, diventa il luogo per la rievocazione di un’infanzia sospesa tra ricordi e fantasmi, per un’analisi delle proprie scelte, improntate a un radicale laicismo, e per una interrogazione di sé e del proprio valore testimoniale.

Kamel Daoud, Il pittore che divora le donne, La nave di Teseo

Uno dei più grandi scrittori arabi, vincitore del Premio Goncourt e del Prix Méditerranée, rivisita il tema dei nudi, del desiderio e della femminilità. Una passeggiata notturna all’interno del Museo Picasso diventa il pretesto per una riflessione, per parlare di eros, di corpi, di cannibalismo, di erotismo, corpi nudi. Immerso in un’atmosfera onirica, in un luogo senza tempo popolato dai personaggi dei quadri di Picasso, Daoud si immedesima in un novello Robinson Crusoe di provenienza arabo-musulmana, di nome Abdellah, e riflette sul differente impatto che la nudità femminile ha nella cultura araba e sul concetto stesso di museo. Un libro divertente e coraggioso, ancora una volta una grande testimonianza di libertà, da parte di un autore su cui pesa la condanna a morte da parte dei fondamentalisti musulmani.

Leggere fa bene: anche se dovessi addormentarti!



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