Libri e Fumetti Teatro una Palermo che ha cambiato pelle, il nuovo romanzo dello scrittore-commercialista usa la metafora dello sport acquatico per costruire un giallo in cui quattro amici si incontrano, praticando canottaggio. Crescendo cercheranno il proprio posto nel mondo, mettendo la propria prua davanti agli altri. Escheri: «E' un romanzo che può piacere anche ai giovani perché ha una prospettiva generazionale»
Alto, robusto, capello folto e sorriso aperto, il palermitano Fabrizio Escheri non è passato certo inosservato al recente Salone del libro di Torino dove lo abbiamo incontrato nello stand del suo editore, Ianieri Edizioni, per presentare “Quattro di coppia”, il nuovo romanzo ambientato a Palermo e pubblicato nella collana Le dalie nere diretta da due esperti di narrativa come Raffaella Catalano e Giacomo Cacciatore. Ed è inevitabile, ammirando l’intrigante silhouette di tale collana, non richiamare alla memoria “La dalia nera”, romanzo capolavoro di James Ellroy, maestro indiscusso del noir americano.
Accanto all’autore è apparso l’editore Mario Ianieri il quale, con l’orgoglio del padre che mostra i propri figli, ci ha parlato anche degli altri volumi pubblicati dalla sua casa editrice. Tra questi il recentissimo “Lo strano caso dei sogni rubati” di Salvo Zappulla, scrittore di Sortino che da tempo calca le scene del salone torinese, sorprendendo ogni volta il lettore con la sua spumeggiante verve narrativa, sospesa tra ironia e disincanto. Un libro da leggere.
Tornando a Fabrizio Escheri, lasciati i panni del serioso commercialista della capitale, qualche anno addietro durante la pandemia si inventò scrittore, scrivendo in pochi giorni il suo romanzo d’esordio, “La strantuliata”, pubblicato sempre da Ianieri. Un romanzo breve, ambientato nella Sicilia degli Anni ’30, e che già dal titolo richiama coordinate isolane che si rifanno agli insegnamenti di Pirandello, Sciascia e Consolo, ma strizzano anche l’occhio a ben altri padri della letteratura, a ricordarci che in fondo il mondo è soltanto un palcoscenico dove noi ci esibiamo a seconda dell’età. Anzi, con quel romanzo venne inaugurata nella primavera del 2021 la nuova collana “Le dalie nere” che annovera tanti altri autori siciliani: Domenico Cacopardo, Michele Burgio, Michele Rondelli, Enzo Mignosi, Carlo Barbieri, Sandra Rizza, Raimondo e Luca Raimondi.
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Con questo nuovo romanzo, “Quattro di coppia” ambientato a Palermo e scritto come una gara di canottaggio, Fabrizio Escheri conferma la sua vena narrativa.
Fabrizio, ci presenti il tuo romanzo?
«“Quattro di coppia” è ambientato nel mondo del canottaggio. Si tratta di una storia scritta pensando appunto a quel tipo di gara, ovvero uno sport dove si va avanti andando all’indietro, e si arriva al traguardo guardando da dove si è partiti. Un percorso diviso in quattro momenti ben precisi: la partenza, l’allungo, il passo e il serrate. Quattro frazioni da cinquecento metri ciascuna con ritmi diversi. Questa l’idea di base, ovvero costruire un giallo in cui quattro amici – Luca, Jhonny, Sergio e Vito – si incontrano, praticando canottaggio. I ragazzi crescono continuando a praticare tale sport e poi ognuno fa il proprio allungo, cercando il suo posto nel mondo, mettendo la propria prua davanti agli altri. Ecco poi il passo, nello sport come nella vita reale, dove si rallenta un attimo per prendere fiato dopo tanto aver spinto, e mettere ordine guardandosi attorno. E infine lo sprint ultimo, il gran finale del serrate che porta al traguardo. Uno dei quattro amici però non ci arriverà».
“Quattro di coppia” è ambientato a Palermo, perché hai scelto proprio la tua città come location?
«Palermo è l’altra grande protagonista del mio romanzo. Mentre i quattro ragazzi crescono, dall’inizio degli anni Ottanta sino al dicembre del 1999, e quindi mentre loro cambiano, anche Palermo attraversa fasi di un cambiamento profondo e radicale. Il romanzo si apre in un periodo storico in cui quasi ogni giorno si consumavano omicidi di mafia per strada e si snoda sino alla Primavera palermitana, che ci ha portato alla quiete dei nostri giorni. Noi che qui viviamo siamo passati dal vivere in una Palermo blindata dove vigeva quasi il coprifuoco, a una città aperta, solare, turistica e molto accogliente».
Siamo quindi molto lontani dal tuo precedente romanzo, “La strantuliata”.
«Indubbiamente. Quel romanzo d’esordio era ambientato negli anni ’30 e in montagna, tra le Madonie e i Nebrodi, questo è ambientati tra gli anni ’80 e gli anni ’90 e siamo al mare. Ho cambiato la location e il periodo temporale, ma spero di avere lasciato intatto l’amore che i lettori mi hanno dimostrato col precedente romanzo».
Come si coniuga la tua professione di commercialista, molto serioso e fiscale, con la scrittura e l’invenzione di un romanzo giallo?
«So che quello che sto per dire potrebbe sembrare strano, ma Leonardo Sciascia fa dire al protagonista di “Una storia semplice”, al professore, l’italiano è ragionare, e noi che abbiamo nella ragioneria il fondamento della nostra professione, siamo i primi ad amare il ragionamento e la scrittura gialla è ragionamento».
Dopo la presentazione al Salone del libro di Torino, cosa ti aspetti dal tuo romanzo “Quattro di coppia”?
«“La strantuliata” mi ha dato grandi soddisfazioni e anche “Quattro di coppia” comincia a essere conosciuto e veicolato anche nel mondo del canottaggio, uno sport che potrebbe sembrare di nicchia ma conta tanti appassionati. L’abbiamo presentato, infatti, per gli eventi off Salone alla Reale Società Canottieri Cerea di Torino, il più antico circolo d’Italia. E lo scorso 6 aprile lo abbiamo presentato alla Canottieri di Mondello ed il 18 maggio alla Società Canottieri Palermo. È un romanzo che può piacere anche ai giovani perché ha una prospettiva generazionale e fa capire come nella vita si inizia con le barche lunghe che diventano barche sempre più corte, barche isolate, ma il finale è sempre aperto. Almeno nei miei libri».
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