Società La nota del sede provinciale di Messina del sindacato unitario dei giornalisti in solidarietà ai colleghi insultati per aver dato notizia del corteo funebre del fratello dell'ex boss mafioso Luigi Sparacio, corteo che non si doveva tenere a causa delle norme anti-Coronavirus
“In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, impegnati in prima linea per assicurare la migliore informazione possibile sull’emergenza, c’è chi definisce i giornalisti bugiardi e “pezzi di merda”, condividendo attraverso Facebook pesanti insulti e intimidazioni, sol perché scrivono e raccontano l’anomalo assembramento al corteo funebre del fratello del boss Luigi Sparacio”.
Lo scrive in una nota l’Assostampa Messina, sindacato unitario dei giornalisti. “Nessuno giudica il dolore per la perdita di un proprio caro, né il desiderio di voler porgere l’ultimo saluto. In questi giorni, sempre più spesso negli ospedali si muore da soli, con o senza coronavirus, a causa delle stringenti regole imposte per contenere la diffusione del virus – aggiunge la segreteria messinese di Assostampa -. A tanti, non è negato soltanto il funerale, ma anche il momento prima della morte. Tutti elementi del dolore umano a cui è innaturale rinunciare, che riguardano tutti noi e che abbiamo raccontato con partecipazione. Da qui l’attenzione che si è alzata su un corteo in cui nessuno sembra essere intervenuto per fare rispettare regole imposte indistintamente a tutti”.
L’Assostampa di Messina, nel ribadire il diritto dei colleghi a rappresentare la vicenda che è ora al vaglio degli investigatori, esprime solidarietà ai colleghi e chiede che si ponga attenzione a reazioni minacciose, intolleranti e offensive che sempre più spesso dilagano attraverso i social e che vedono come destinatari i cronisti che raccontano i fatti.
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