Società Il 5 aprile tornano i “Percorsi culturali in Pinacoteca” alla "Nunzio Sciavarrello" di Bronte che ospita il dibattito “Autonomia differenziata, riforma o controriforma? Quali ricadute sociali ed economiche per i territori della Sicilia e del Sud”, moderato dal giornalista Salvo Fallica, che vede come ospite il vescovo di Acireale Antonino Raspanti, presidente della Conferenza episcopale siciliana
Un evento culturale di prestigio con un protagonista del dibattito italiano quale il presidente della Conferenza episcopale siciliana, il vescovo di Acireale Antonino Raspanti, venerdì 5 aprile alle 17.30 segna il ritorno della manifestazione “Percorsi culturali in Pinacoteca” alla Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello” di Bronte. Tra le più importanti del Sud d’Italia nell’ambito dell’arte contemporanea, la Pinacoteca “Sciavarrello”, presieduta da Carmelo Indriolo, propone un dibattito cultural-sociale con il presidente Raspanti coordinato e moderato dal giornalista Salvo Fallica. L’evento è incentrato su di un tema di rilevante attualità e lega i territori alla dimensione nazionale: “Autonomia differenziata, riforma o controriforma? Quali ricadute sociali ed economiche per i territori della Sicilia e del Sud”. I saluti istituzionali saranno affidati al sindaco del Comune di Bronte, Giuseppe Firrarello ed al rettore del Collegio Real Capizzi, Nunzio Capizzi.
Il dibattito prende le mosse dalla storica presa di posizione della CESi, la Conferenza Episcopale Siciliana, che in maniera unanime e con spirito super partes ha messo in evidenza le contraddizioni della riforma istituzionale che può penalizzare la Sicilia e il Sud d’Italia. Il presidente Indriolo spiega: «Ascolteremo con molto interesse l’autorevole relazione di S.E. mons. Antonino Raspanti, presidente della CESi, in tema di Autonomia differenziata. Sappiamo che la posizione degli schieramenti politici è variegata nel merito di questo disegno di legge ma ciò che noi perseguiamo con questa iniziativa culturale, organizzata all’interno dello splendido museo di Arte Contemporanea Nunzio Sciavarrello di Bronte, è offrire un’occasione di dialogo e dibattito finalizzato all’approfondimento tematico sui vari aspetti della riforma e alla comprensione delle criticità già evidenziate dai Vescovi della Sicilia nell’ambito della Pastorale sociale della Chiesa». Indriolo aggiunge: «Il nostro intento è solo costruttivo, anche propositivo verso il decisore politico, con un’ampia e serena riflessione della classe intellettuale e dei giovani invitati a questo incontro – dibattito, per migliorare alcuni aspetti correlati ai principi fondanti dell’ Unità Nazionale e alla necessità di scongiurare l’allargamento del divario economico, sociale e strutturale tra le Regioni e le varie aree del Paese».
Il teologo-filosofo Raspanti, già numero due nazionale della Cei, che è stato membro del Pontificio Consiglio della Cultura ed è assieme al presidente Giuliano Amato anima intellettuale ed etica del Cortile dei Gentili, è impegnato sul sociale in chiave cristiana e solidale. E’ anche un missionario civico che aiuta giovani e meno giovani a entrare nel mondo del lavoro. Raspanti, assieme a tutti i vescovi siciliani, ha lanciato l’allarme sul «rischio concreto di spappolamento dell’unità nazionale e sul rischio che intere parti della Sicilia e del Sud vengano abbandonate al proprio destino. In questi scenari proprio le aree più deboli subirebbero i danni maggiori». Il presidente Raspanti cita dati oggettivi: «Secondo gli studi fatti dalla Ragioneria Generale dello Stato, la Sicilia con la Riforma dell’Autonomia differenziata perderà 1 miliardo e 300 milioni di euro circa l’anno. Si tratta di uno scenario molto preoccupante, dall’impatto socio-economico disastroso. Non si può far finta di nulla, non si possono abbandonare i più deboli, occorre che le classi dirigenti di ogni colore politico intervengano su questi temi. Vedo troppo poco coraggio, noto troppi silenzi. Bisogna superare gli interesse di parte e guardare al bene collettivo».
Raspanti aggiunge: «Noi come vescovi in maniera super partes ci battiamo per una Sicilia diversa, cerchiamo di valorizzare il merito ed i talenti, aiutiamo coloro che hanno più difficoltà a trovare la propria strada con dignità e tenacia, ma non si può pensare che possiamo sopperire a tutte le carenze che emergono. Servono risposte di ampio respiro da parte delle istituzioni a tutti livelli e nel contempo occorre il coraggio di intervenire per modificare quegli aspetti che contengono contraddizioni. Noi da vescovi non entriamo nel merito delle leggi ma non possiamo tacere dinanzi al rischio di ulteriore depauperamento dei territori siciliani e del Meridione. Quando si parla di democrazia al centro debbono stare i diritti sociali di tutti, non solo quelli dell’area settentrionale del Paese. Senza giuste e adeguate perequazioni vi è a rischio la coesione sociale».
Commenti