Teatro e opera Mercoledì 9 ottobre una intera giornata catanese attende l'attore regista milanese Gabriele Lavia. Alle ore 10.45, nella sala giunta di Palazzo degli elefanti, il sindaco Enrico Trantino conferirà la cittadinanza onoraria per le sue origini catanesi. Alle 20,45 nella sala Verga Lavia aprirà la stagione 2024-2025 del del Teatro Stabile di Catania, esibendosi in "Lavia «dice Leopardi»", serata d’onore dove riverserà sul pubblico, in modo personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche leopardiane
Mercoledì 9 ottobre una intera giornata catanese attende Gabriele Lavia. Alle ore 10.45, nella sala giunta di Palazzo degli Elefanti, il sindaco Enrico Trantino conferirà la cittadinanza onoraria all’attore e regista milanese di origini catanesi. A seguire il sindaco Trantino e la presidente del Teatro Stabile di Catania, Rita Cinquegrana Gari con tutto il consiglio d’amministrazione e il direttore dello Stabile Graziano Piazza, presenteranno l’iniziativa “L’antico mercato delle erbe”, in programma in città in due weekend di ottobre.
Il progetto di riproposizione dell’antico emporio cittadino, il 12 e 13 ottobre in piazza Federico di Svevia e il 26 e 27 ottobre in piazza Mazzini, sarà illustrato nei dettagli dall’ideatrice Carmela Costa dipendente comunale del Gabinetto del Sindaco e dal direttore del Teatro Stabile, Graziano Piazza, che curerà la rappresentazione e l’ambientazione della “messa in scena” in chiave e costumi medievali e settecenteschi.
Gabriele Lavia
Tornando a Lavia, alle 20,45 nella sala Verga del Teatro Stabile di Catania, Lavia aprirà la stagione 2024-2025 del teatro esibendosi in “Lavia «dice Leopardi»”, serata d’onore a cura di Graziano Piazza, una produzione Teatro Stabile di Catania in collaborazione con Effimera Teatro. Lavia «dice Leopardi»: dice, perché non legge né interpreta, ma riversa sul pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche leopardiane, da “A Silvia” a “Passero solitario”, dal “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” a “La sera del dì di festa”. Leopardi soggiornò a Pisa nove mesi fra il 1827 e il 1828, dove sembrò rinascere, e ritrovare un equilibrio che lo portò a stemperare di nuovo nella dolcezza dell’intuizione poetica il disincanto e l’amarezza delle Operette morali. L’attore e regista milanese vuole rendere omaggio al poeta, al suo soggiorno pisano, a quella sua nuova voglia di sondare la parola e il suono in un momento della sua esistenza che si tramutò in esaltante creatività artistica.
Lavia: «Le poesie di Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono, non ci vuole altro. Da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza. Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile, ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona restando fermo sul posto».
“Appassionati”, il Teatro Stabile di Catania per tutti di Graziano Piazza
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