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Li Donni profeta nella sua Palermo, “La nostra strada” vince anche il Sole Luna Doc Film fest

Visioni Il regista bissa nella sua città il recente successo al Biografilm di Bologna con il docufilm su alcuni adolescenti del quartiere Zisa di Palermo, primo film italiano ad ottenere il riconoscimento nella storia del festival. Menzione speciale a “Mrs F.” dell’olandese van der Vorm, miglior corto è “Aagaswadi” di Laxmanrao Holbole. Il “Sole Luna un ponte tra le culture” al film di animazione “Makun (No llores)” sui Cie per Migranti

La contemporaneità e i suoi nodi irrisolti, a un passo da noi quanto a chilometri di distanza. Si chiude la XV edizione di Sole Luna Doc Film Festival e per la prima volta nella storia della rassegna il premio al miglior film va a un documentario italiano e ad una storia girata a Palermo: “La nostra strada” di Pierfrancesco Li Donni, film già premiato qualche settimana fa al Biografilm di Bologna. Uno sguardo vicino che racconta i sogni, le aspirazioni e la quotidianità di un gruppo di tredicenni del quartiere Zisa, uno di quelli dove, per dirla col regista, «sembra di essere ancora negli anni Novanta«. “Un racconto insieme individuale e corale – scrive la giuria nelle motivazioni sottolineando – la semplicità e la limpidità della forma linguistica che il film sperimenta”. Il documentario si aggiudica un premio di 3000 euro offerto dalla Fondazione Sicilia.

Sole Luna 2020, Desirée, Piefrancesco Li Donni e Daniel ricevono il premio a “La nostra strada”

Colpisce  la giuria tra i lungometraggi in concorso anche “Mrs F.” del regista olandese Chris van der Vorm, a cui la giuria ha voluto tributare una menzione speciale. Un film sulla condizione di vita delle donne in Nigeria raccontata attraverso il progetto artistico dell’attrice afroamericana Ifeoma Fafunwa a Makoko, la più grande baraccopoli sull’acqua del Paese: un’opera chiamata “Hear Word”, basata su storie vere e volta a liberare le donne dalla loro posizione di subordinazione, convincerle a far sentire la loro voce e incoraggiarle a unirsi.

Un giudizio quello della giuria internazionale formata da Jacopo Quadri (montatore), Gabrielle Brady (regista australiana vincitrice del primo premio assoluto al Sole Luna Doc Film Festival 2019)Alessia Cervini (docente di Teorie del cinema e Teorie e Tecniche del montaggio nell’Università degli Studi di Palermo), Andrea Inzerillo (direttore artistico del Sicilia Queer Film Festival) e Keja Ho Kramer (artista, regista e fotografa), che incontra anche il parere della Giuria degli studenti delle scuole superiori che hanno giudicato “Mrs F”, il miglior film di questa edizione “per la chiara e potente testimonianza sul complesso e drammatico fenomeno della violenza sulle donne oggi” e assegnato una menzione speciale anche a “La Nostra Strada: per la capacità di narrare la difficile realtà sociale in cui vivono moltissimi giovani del Sud Italia in modo sincero, efficace e realistico”.

Già applauditi durante le serate di programmazione, i film sono stati proiettati nuovamente ieri subito dopo la premiazione insieme al Miglior corto scelto dalla giuria internazionale:  “Aagaswadi” di Ramesh Laxmanrao Holbole che ritrae la gente di Aagaswadi, un villaggio indiano, e la loro lotta contro la siccità e altre avversità, nonché le ricadute sulle relazioni interpersonali. Per il film un premio di 300 euro offerto dal Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino.  “Con una grazia visiva – scrive la giuria – Aagaswadi documenta quegli aspetti di un presente industriale, economicamente orientato, i quali si rivelano in realtà come dei problemi universali; ma che, per chi è in grado di interpretarli, possono anche fornire l’opportunità di elaborare ed esplorare soluzioni”.

Sole Luna 2020, la premiazione de “La Nostra Strada” di Pierfrancesco Li Donni

Tanti i titoli premiati in questa edizione. Le altre menzioni della giuria internazionale sono andate ai documentari: “Village of women” dell’armena Tamara Stepanyan per la “miglior regia”“Anbessa” dell’italo-americana Mo Scarpelli per la “migliore  fotografia”;  “Out loud” di Tamara Mamon per il “miglior montaggio” realizzato da Uriya Hertz.

Il premio Premio Soundrivemotion al Miglior sound design, è stato assegnato da Joe Schievano invece al film“Campo” di  Tiago Hespanha. “Un progetto ambizioso – si legge nella motivazione – dove immagine suono e musica camminano insieme intrecciati. E ci portano tra situazioni mitologiche, di guerra, mondi lontani e trascendenza. La musica collega tutti questi mondi e la rende coprotagonista”.

Ancora, il Premio della giuria Nuovi Italiani per il miglior cortometraggio, formata da migranti impegnati a Palermo in progetti artistici e sociali, è andato a: “Harmony for after war” degli spagnoli Pablo Tosco e Migue Roth.  Un film premiato “per il messaggio che trasmette e la storia che racconta, che ha emozionato tutti – scrivono nella motivazione i giurati –  perché ricorda a tutti noi che non ci si deve arrendere quando la vita diventa difficile, ma bisogna affrontare le difficoltà e seguire sempre le proprie passioni, come fanno i protagonisti del film”.

Il Premio Sole Luna assegnato dalla presidente del Festival, Lucia Gotti Venturato va quest’anno al corto di animazione “Makun (no llores): Dibujos en un C.I.E.” di Emilio Martí che racconta la vita di tanti giovani nei  Centri di detenzione per migranti in Europa. La motivazione: “In un momento storico in cui l’emergenza COVID ha oscurato ogni orrore di guerre, povertà, migrazioni, Makun, vuole ricordare con forza che in Europa, nei Centri di Detenzione per Immigrati, si violano quotidianamente i diritti delle persone mortificandone legalmente la loro dignità. Il documentario si segnala inoltre per l’originalità della scelta stilistica e narrativa e per la forza delle voci narranti che diventano atto d’accusa corale”.

Infine, il Premio del Pubblico è andato al film “Marceline. A woman. A century” di Cordelia Dvorák, film biografico su Marceline Loridan Ivens sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e attivista politica fino a diventare una regista politicamente impegnata.

«È sicuramente un’edizione che ricorderemo e che abbiamo tutti voluto con forza e determinazione per segnare la ripartenza dopo la pandemia. Il coraggio e il senso di responsabilità hanno vinto sulla paura anche per il pubblico, 6 mila spettatori, che tutte le sere hanno fatto la fila per entrare ed essere presente. Il premio del pubblico a Marceline, poi, diventa un omaggio, a due anni dalla sua scomparsa, a questa donna che ha saputo rispondere con coraggio a tutte le difficoltà della vita», dice la presidente Lucia Gotti Venturato.

«Non abbiamo avuto ospiti internazionali per via delle restrizioni che permangono ancora in tanti Paesi ma è stata comunque un’edizione ricca di contributi preziosi che hanno aggiunto contenuti al Festival e rafforzato partnership importanti come quella con il Centro Sperimentale di Cinematografia e creato legami nuovi con realtà interessanti che operano nella distribuzione del Cinema del reale in Europa, come è Tënk» sottolineano i direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura. Tra i materiali preziosi di questa edizione, il messaggio di Kanas Liu, la regista di Comrades che ha parlato al pubblico del Sole Luna Festival da una delle manifestazioni in corso in queste ore ad Hong Kong dove migliaia di giovani sono tornati in piazza dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza da parte del governo cinese. Una finestra su quanto accade a quelle latitudini, lontano dai riflettori e dalle condivisioni social che si sono rivelate pericolose armi a doppio taglio.

«Tante anteprime nazionali, oltre la metà dei film in concorso e un gruppo di lavoro che nonostante le difficoltà del momento è riuscito a fare squadra, raddoppiare l’offerta con la proposta dei film in concorso anche online e proporre anche eventi speciali in anteprima che hanno creato nuove finestre di conoscenza attraverso gli archivi della Filmoteca regionale e la collaborazione con la Società italiana di antropologia culturale», dice il direttore scientifico del Festival, Gabriella D’Agostino.

Fuori concorso, riservato alla sezione “Sicilia Doc”, il Premio Tënk, una novità di quest’anno che ha permesso di proiettare cinque film di diploma dei giovani registi del Centro sperimentale – sede Sicilia. Tre di questi saranno adesso distribuiti dalla piattaforma europea. «Noi di Tënk, piattaforma dedicata al documentario – dice la responsabile artistica Éva Tourrent – vogliamo sostenere i giovani mostrando dei film realizzati durante i corsi di creazione delle scuole di cinema. Siamo convinti che tra loro ci siano dei semi di talento e i cineasti del futuro. Per questo ogni mese sulla sezione del sito Premières Bobines proponiamo la scoperta di 3 film creati all’interno di una scuola di cinema. Premiando questi 3 film del CSC di Sicilia, vogliamo incoraggiare i giovani registi a cercare e sperimentare forme sempre nuove. Non si deve mai rinunciare al tentativo di fare cinema». I tre film premiati sono: “La buca” di Dario Fedele, La patente” di Giovanni Gaetani Liseo e “Sparring partners” di Danny Bianciardi. Tutti film girati in Sicilia, tra Palermo e l’entroterra di Agrigento.

Pierfrancesco Li Donni: «Da bambino imitavo Ciprì e Maresco, poi la mia passione per la storia l’ho trasferita alle storie»

Premi Giuria internazionale

Miglior film:  La nostra strada” di Pierfrancesco Li Donni

Motivazione: “La nostra strada” è un angolo centrale, eppure dimenticato di Palermo, in un quartiere che condensa i problemi di una intera città. Allo stesso tempo, però,  “La nostra strada” è anche la strada di tutti e lo scorcio di vita che il film racconta – attraverso le esperienze di un gruppo di adolescenti – appartiene in verità a molti altri angoli del mondo, più o meno vicini a noi. 

Il premio per il Miglior Documentario va a “La nostra strada” di Pierfrancesco Li Donni, per la forza di un racconto insieme individuale e corale, per la semplicità e la limpidità della forma linguistica che il film sperimenta. 

Menzione speciale: Mrs F.”, Chris van der Vorm

Motivazione: Nella mutevole incertezza della nostra attuale comunità neo-globale il desiderio di onorare persone eccezionali rimane invariato. Mrs F. attraverso l’arte antica del teatro e della danza trasforma i partecipanti desiderosi in figure forti e coraggiose che diventano capaci di far sentire la loro voce e di combattere l’oppressione all’interno della loro comunità. Con stile, Chris Van Der Vorm, disegna un film tanto forte quanto la protagonista e  commovente come la fragilità dei giovani personaggi che scoprono la loro forza e la loro bellezza

Miglior corto:Aagaswadi”, di Ramesh Laxmanrao Holbole

Motivazione: Il cinema documentario e un’attenta cinematografia usati come strumenti di consapevolezza possono essere parte di una terapia: identificare il problema, proporre soluzioni.
Con una grazia visiva Aagaswadi documenta quegli aspetti di un presente industriale, economicamente orientato, che si rivelano in realtà come dei problemi universali; ma che, per chi è in grado di interpretarli,  possono anche fornire l’opportunità di elaborare ed esplorare soluzioni.

Miglior regia: Village of women”, di Tamara Stepanyan

Motivazione: In Armenia c’è un villaggio abitato, per gran parte dell’anno, da sole donne. Gli uomini vivono e lavorano in Russia. Il paese li aspetta, come si aspetta l’alternarsi inesorabile delle stagioni. A queste donne se ne unisce un’altra: la regista del film, che segue la vita del paese con i suoi gesti comuni e ripetuti, per oltre un anno. Il premio per la miglior regia va a “The village of women” di Tamara Stephanyan, per il complesso gioco di sguardi (insieme dentro e fuori dal racconto) che il film riesce a costruire, restituendolo ai suoi spettatori, oltre che per il contributo originale che questo sguardo fornisce a una nuova idea di documentario.   

Miglior fotografia: Anbessa”, di Mo Scarpelli

Motivazione: Una storia luminosa – non a caso fotografata dalla stessa regista – che racconta con attenzione e intelligenza una modalità diversa di guardare alla vita quotidiana anche in situazioni di difficoltà, capace di trovare nella scoperta, nell’ambiente e nell’energia di un bambino una chiave magica per leggere il reale. La menzione per la miglior fotografia va ad Anbessa di Mo Scarpelli. 

Miglior montaggio: “Out loud”, di Tamara Mamon

Motivazione: La storia di Omar, Muhammad e Yazan e della loro maestra di canto Ella, ragazzini arabi in scuola pubblica israeliana. Il montaggio di Uriya Hertz contribuisce decisivo, con un approccio libero e tagliente e momenti memorabili al racconto di formazione in contesto così contraddittorio.

Premio Soundrivemotion Miglior sound design: 

“Campo”, di Tiago Hespanha

Motivazione: Campo è un progetto ambizioso, dove immagine suono e musica camminano insieme intrecciati. E ci portano tra situazioni mitologiche, di guerra, mondi lontani e trascendenza. La musica collega tutti questi mondi e la rende coprotagonista.

Premio miglior lungometraggio della Giuria studenti

“Mrs F.”, Chris van der Vorm

Motivazione: Per la chiara e potente testimonianza sul complesso e drammatico fenomeno della violenza sulle donne oggi. Per la straordinaria capacità del regista di raccontare la storia delle protagoniste, la loro soggettività, il contesto sociale e politico. Per la magnifica sceneggiatura e il montaggio efficace e lineare capaci di suscitare una forte empatia negli spettatori, costringendoli a interrogarsi sul proprio ruolo in quanto cittadini del mondo. Per la potenza del messaggio sui rischi, le paure, le speranze e il dolore umano connessi al fenomeno discriminatorio. Per capacità del complesso sonoro e fotografico di suscitare emozioni profonde.

Menzione speciale Giuria studenti“La nostra strada” di Pierfrancesco Li Donni

Motivazione: Per la capacità di narrare la difficile realtà sociale in cui vivono moltissimi giovani del Sud Italia in modo sincero, efficace e realistico. Per la notevole abilità di rappresentare il dialogo autentico tra il mondo dei giovani e quello degli adulti. Per aver affrontato concretamente i temi della dispersione scolastica, del lavoro giovanile, delle aspirazioni di vita, dando anche spazio ai sogni, alla speranza e al riscatto dei giovani protagonisti. Per la rigorosa capacità di denunciare una realtà sociale spesso ignorata e “scomoda”.

Premio miglior cortometraggio Giuria Nuovi Italiani:Harmony for after war” di Pablo Tosco e Migue Roth

Motivazione: Al film “Harmony for after war” va il premio come migliore cortometraggio della Giuria “Nuovi italiani”, per il messaggio che trasmette e la storia che racconta, che hanno emozionato tutti i membri della giuria. Il film dà un messaggio di speranza: pur vivendo in una terra disastrata, durante una guerra che ha distrutto la vita di tante persone e affrontando condizioni estremamente difficili, i protagonisti del film resistono, seguendo la loro passione per la musica. Questo ricorda a tutti noi che non ci si deve arrendere quando la vita diventa difficile, ma bisogna affrontare le difficoltà e seguire sempre le proprie passioni, come fanno i protagonisti del film. Inoltre il film incoraggia tutti coloro che ne hanno la possibilità ad aiutare gli altri. 

Premio Sole Luna, un ponte tra le culture: 

“Makun (no llores)” di Emilio Martí

Motivazione: In un momento storico in cui l’emergenza COVID ha oscurato ogni orrore di guerre, povertà, migrazioni, l’Associazione Sole Luna, assegnando il Premio Un ponte tra le Culture a Makun, vuole ricordare con forza che in Europa, nei Centri di Detenzione per Immigrati, si violano quotidianamente i diritti delle persone mortificandone legalmente la loro dignità. Il documentario si segnala inoltre per l’originalità della scelta stilistica e narrativa e per la forza delle voci narranti che diventano atto d’accusa corale. 

Premio Tënk

“La patente” di Giovanni Gaetani Liseo. Motivazione: Per la maturità dello sguardo e la capacità di raccontare l’interiorità di un giovane ostinato e deciso a trovare la propria strada nella vita.

“Sparring partners” di  Danny Biancardi. Motivazione: Per la delicatezza del racconto di un riscatto in cui i più giovani possono ovviare agli errori di coloro che li hanno preceduti.

“La buca” di Dario Fedele. Motivazione: Per la sensibilità del ritratto corale di un’umanità irriducibile anche di fronte alle barriere imposte dalla società

Premio del pubblico:Marceline. A woman. A century” di Cordelia Dvorák

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