Formazione e ricerca L’Università di Catania, tramite il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche, con la ricercatrice professoressa Katia Mangano e il professor Ferdinando Nicoletti, è l’unico ateneo italiano a far parte del consorzio composto dalle università di Santiago de Compostela (Spagna), Vilnius State University (Lituania), Riga Stradins University (Lettonia) insieme a istituzioni della Georgia, dell’Armenia e dell’Ucraina
Un meccanismo per migliorare la qualità dell’educazione medica applicata da istituzioni, organizzazioni e autorità nazionali secondo la World Federation for Medical Education e gli standard globali per il miglioramento della sicurezza dei pazienti.
È quanto prevede il progetto Erasmus Safemed + (Simulation in Undergraduate MEDical Education for Improvement of SAFEty and Quality of Patient Care) finanziato per un totale di 866mila euro dal Programma Europeo Erasmus +, che sarà realizzato in tre anni da un consorzio di cooperazione composto dalle università di Santiago de Compostela (Spagna), Vilnius State University (Lituania), Riga Stradins University (Lettonia) e di Catania insieme anche a istituzioni della Georgia (Tbilisi Medical Academy – Applicant University e Tbilisi State Medical University), dell’Armenia (Yerevan State Medical University e Haybusak Medical University) e dell’Ucraina (Ternopil State Medical University e Bukovinian State Medical University).
L’Università di Catania, unico ateneo italiano nella compagine di questo progetto, sarà rappresentata dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche (Biometec) e, in particolar modo, dalla sezione di Patologia Generale e Immunologia con la ricercatrice prof.ssa Katia Mangano e il prof. Ferdinando Nicoletti. La costituzione del partenariato è stata favorita dalle continue collaborazioni con le altre sedi universitarie coinvolte che sono state attivate negli ultimi anni dal prof. Ferdinando Nicoletti. La realizzazione di questo consorzio internazionale e il prestigioso finanziamento ottenuto confermano la crescente attenzione e il successo dell’Ateneo nei processi di internazionalizzazione avviati in ambito scientifico, didattico e di ricerca applicata che sono finalizzati all’ottenimento e al mantenimento dell’eccellenza attraverso la creazione di network internazionali che favoriscano scambi sinergici di culture e idee.
«L’obiettivo generale di “Safemed +” – spiega la prof.ssa Katia Mangano – è quello di rafforzare una cooperazione regionale tra i paesi partner per garantire che le competenze dei medici siano applicabili, trasferibili, e pienamente accettate a livello internazionale fornendo quindi uno strumento per il miglioramento della qualità dell’educazione medica applicata da istituzioni, organizzazioni e autorità nazionali secondo la World Federation for Medical Education (WFME), standard globali per il miglioramento della sicurezza dei pazienti».
Tra gli obiettivi anche il miglioramento del curriculum delle abilità cliniche e l’adeguamento degli strumenti di insegnamento e apprendimento in funzione degli standard WFME. Verrà data alta priorità alla preparazione dei medici per i bisogni e le aspettative della società, assicurandone la formazione attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie di apprendimento per potere adeguare in modo omogeneo l’educazione medica alle mutevoli condizioni del sistema di erogazione dell’assistenza sanitaria.
Il progetto prevede anche lo sviluppo di programmi di formazione per l’accrescimento delle competenze cliniche e per consentire un’educazione continua in medicina ai docenti al fine di mantenere un alto livello di istruzione medica da parte degli istituti di istruzione superiore in accordo ai requisiti della CBME (Competence Based Medical Education). Il progetto avrà anche l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei pazienti attraverso una maggiore qualità e una migliore qualificazione clinica del futuro personale medico. Sarà possibile rafforzare strutture esistenti (Centri di competenze cliniche) per il miglioramento dei corsi universitari nel campo della sicurezza dei pazienti e verranno acquistate attrezzature necessarie per una formazione tecnologicamente avanzata degli studenti di medicina.
Il prof. Ferdinando Nicoletti, ordinario di Patologia generale e immunologia del Biometec, sottolinea che «il progetto contribuirà anche all’avvio di un dialogo sostenibile sul miglioramento della qualità dell’istruzione medica e successiva erogazione del servizio assistenziale tra i centri Universitari coinvolti e altri stakeholders del sistema sanitario, incluse cliniche, associazioni mediche o altri organismi individuali o collettivi che potrebbero volere entrare in rete con le innovazioni formative erogate».
È prevista anche la realizzazione di una piattaforma di competenze cliniche di base per offrire servizi di consulenza anche a distanza e il rafforzamento del sistema sanitario pubblico nei paesi beneficiari.
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