Calici & Boccali C’è la forza della comunità delle Terre Sicane nel riconoscimento dell'Associazione nazionale delle Città del Vino. La sindaca Marilena Mauceri: «E' il frutto di una profonda sinergia». Gori Spoaracino, Strade del vino Terre Sicane: «Rafforzerà l'identità culturale-enoica del territorio». L'imprenditore Alessio Planeta: «Un plauso alla sinergia che ha animato le diverse anime». Giuseppe Bursi, Cantine Settesoli: «Il nostro territorio riserva ancora belle sorprese per fare grandi cose»
C’è tutta la forza della comunità delle Terre Sicane, il territorio a cavallo tra la provincia di Agrigento e quella di Palermo, nel riconoscimento attribuito a Menfi dall’Associazione nazionale delle Città del Vino che ha scelto la cittadina siciliana come Città italiana del Vino 2023. Dall’estremo nord del Bel Paese, da Duino Aurisina nel Friuli Venezia Giulia, all’estremo sud dello Stivale, lo scettro passa al comune della provincia di Agrigento che ha fatto del nettare di Bacco, l’ambasciatore per eccellenza di un territorio unicum di straordinaria bellezza paesaggistica, scrigno di biodiversità colturale e culturale di una Scicilia “altra”.
«Mi congratulo con la sindaca di Menfi Marilena Mauceri per il prestigioso riconoscimento – aveva affermato a caldo della diffusione della notizia Angelo Radica, presidente nazionale dell’Associazione – che per un anno accenderà i riflettori su di un territorio che oggi rappresenta una delle tante eccellenze del mondo del vino italiano. Non solo, ma la valle del Belice sarà protagonista anche del prossimo Concorso Enologico Internazionale che si terrà a Sambuca di Sicilia dall’11 al 14 maggio del prossimo anno. Una occasione in più per valorizzare e promuovere questi territori ricchi di storia, cultura e tradizioni».
Il dossier Menfi si è imposto sulle altre candidature in quanto – scrive la Commissione – “propone iniziative che spaziano molto nei vari ambiti della cultura del vino. La cerimonia di apertura proposta ha un respiro internazionale con il coinvolgimento di Cipro, Grecia, Croazia e Libano grazie anche alla presenza di Iter Vitis, itinerario culturale europeo della vite e del vino con sede a Sambuca di Sicilia. Le iniziative proposte hanno tutte un impatto culturale assegnando alla parte enologica più un’attitudine formativa ed educativa e di ricerca”.
A sottolineare il grande lavoro di squadra – che ha consentito a Menfi di sbaragliare la candidatura dei comuni di Montespertoli in provincia di Firenze, cuore del Chianti Docg e Canelli, la città dell’asti spumante -, è il primo cittadino menfitano, l’architetto Marilena Mauceri alla guida della Fondazione Inycon, centro di innovazione, formazione continua nell’ambito della filiera del mondo vitivinicolo, delle produzioni tipiche, del turismo enogastronomico e dei servizi ad esso collegati.
«Abbiamo presentato il dossier della candidatura a settembre dello scorso anno all’associazione Nazionale Città del Vino – afferma con entusiasmo la Mauceri – e questo riconoscimento è il frutto di una profonda sinergia. Il dossier riguarda 52 partner, tra pubblico e privato, in cui abbiamo coinvolto tutte le aziende vitivinicole del territorio e quelle limitrofe, partner istituzionali quali l’Università di Palermo ed in particolare il professore Giovanni Ruggieri, docente di Economia del Turismo dell’ateneo palermitano presidente dell’Osservatorio Turistico delle Isole Europee, l’Unione del Comuni Terre Sicane, la Strada del Vino Terre Sicane. Coinvolti anche enti regionali, nazionali ed internazionali e associazioni di settore, con l’obiettivo di fare conoscere il territorio, le eccellenze enogastronomiche e naturalistiche, la storia, la cultura e lo stile di vita improntato nel rispetto del concetto di sostenibilità».
E proprio la sostenibilità è il fiore all’occhiello di Menfi che da ben 26 anni riceve l’ambito riconoscimento di “Bandiera Blu” da parte della Foundation for Environmental Education, e da 12 di “Bandiera verde”, vessillo delle spiagge a misura di bambini. «Dietro ai premi – precisa la sindaca – c’è un lavoro lungo un anno alla stregua del lavoro quotidiano dei nostri viticoltori, fautori e custodi di un paesaggio unico. L’obiettivo di Menfi “Città Italiana del Vino, nel cuore delle terre sicane”, è quello di proporre in tutti i comuni del territorio, attività, iniziative ed interventi che abbiano sostenibilità economica e temporale. Che siano in grado cioè di sviluppare quelle condizioni perché si possa creare un’offerta turistica di qualità che dia lavoro ai giovani delle nostre terre, costretti ad andare via. Al via, quindi, la presentazione di un anno intenso di iniziative «perché il riconoscimento – chiosa Mauceri – non è un traguardo ma lo start di partenza».
A convincere la commissione è stata anche la capacità di guardare oltre confine, così come evidenziata nel dossier di presentazione della candidatura, con riferimento ad azioni inclusive e di scambio culturale, anche attraverso l’itinerario culturale europeo Iter Vitis, che ha tra i suoi obiettivi, tra l’altro, d’incentivare l’offerta turistica promuovendo le grandi varietà di terroir enologici e di paesaggi europei. E nel caso del dossier su “Menfi nel cuore delle Terre Sicane”, l’apertura all’area mediterranea.
«Sono doppiamente orgoglioso – commenta da Sambuca di Sicilia Gori Sparacino, presidente di Iter Vitis Italia e direttore da vent’anni delle Strade del Vino delle Terre Sicane -. È stato un lavoro di tessitura lungo anni che ci ha visto tra i protagonisti e che rappresenta un’ottima opportunità per rafforzare l’identità culturale-enoica del territorio. Tra le iniziative che abbiamo realizzato per aprirci sul Mediterraneo, la costituzione della prima Strada del vino in Tunisia che messo in relazione i siti di Cartagine e Kerkouane e le aree doc tunisine con Selinunte, l’antica Chora, Monte Adranone, il Museo di Sambuca e le aree doc di Menfi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice e Sciacca».
Impossibile parlare di Menfi senza pensare a Planeta, legame inscindibile. La vision del grande Diego Planeta, uno dei padri, insieme a Giacomo Rallo e al conte Lucio Tasca del new deal del vino siciliano nel mondo, ha preparato la strada al riconoscimento attribuito a Menfi dove la famiglia ha salde radici.
«Il riconoscimento dell’oggi – commenta con soddisfazione Alessio Planeta, amministratore delegato della casa vinicola – è anche un riconoscimento a ciò è stato fatto sul territorio nel passato nell’azienda ed anche in Cantine Settesoli ma soprattutto è un plauso alla sinergia che ha animato le diverse anime. Come una grande orchestra all’unisono ha saputo suonare, ciascuno con le sue specificità nelle attribuzioni di ruoli diversi lo stesso spartito perché si raggiungesse un risultato che premia il territorio tutto nella sua ampia complessità».
«E poi che dire – continua l’imprenditore vitivnicolo, lasciandosi trascinare dall’emozione -, Menfi è un mix unico di produzioni agricole, di siti culturali e naturalistici».
Vino e turismo un binomio vincente. Ed i Planeta, antesignani in tempi non sospetti di un trend che oggi muove appassionati wine lover e genera occupazione di qualità per gli addetti ai lavori, sono stati tra i primi a crederci. «Quando circa vent’anni fa abbiamo aperto la nostra cantina Ulmo, vicino Sambuca di Sicilia -ricorda Alessio Planeta -, venivamo considerati folli. Ed invece i fatti ci hanno dato ragione perché l’enoturismo oggi rappresenta un asset fondamentale non soltanto per le aziende vitivinicole ma soprattutto per lo sviluppo socio-economico del territorio».
Destagionalizzazione del turismo, formazione qualificata soprattutto per i giovani e, con al centro il vino ed i suoi protagonisti, catalizzatore di buone pratiche di sviluppo duraturo. Menfi ha dimostrato in questi anni la sua vivacità ed il suo irresistibile appeal con iniziative storiche come “Inycon”, la grande festa del vino e con il “Mandrarossa Vineyard Tour” della cooperativa Cantine Settesoli, dove luoghi, persone e storie sono i protagonisti indiscussi.
«Spero – auspica Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli – che il riconoscimento possa accendere i riflettori su Menfi e l’area delle Terre Sicane, consolidandone il posizionamento come polo di studio e di sperimentazione nel settore della produzione del vino. D’altronde da oltre 60 anni, la cooperativa Cantine Settesoli, fondata nel 1958 da Diego Planeta, è sempre un passo avanti. E’ stata la prima ad imbottigliare e a rivolgersi con Mandrarossa, la sua linea d’alta gamma, al mercato HO.Re.Ca. (l’industria alberghiera e della ristorazione nda)».
Studio, ricerca, passione, innovazione a tradizione, i vini nascono da terre speciali. «Sono convinto – conclude Bursi – che, studiando ancora, il nostro territorio riservi ancora delle belle sorprese per fare grandi cose».
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