Sugnu Sicilianu La studentessa universitaria catanese racconta il suo attivismo per l'Europa, iniziato con la campagna "Stavolta voto" promossa dal Parlamento europeo, ha organizzato e partecipato ad eventi spiegando il ruolo delle istituzioni europee e da poco fa parte del progetto “D20Leader”: «Sono stata selezionata tra i migliori 50 giovani italiani under 30 per partecipare al progetto che mira all’alta formazione dei futuri manager»
«Il mio attivismo a livello europeo è nato dalla voglia di conoscere il mondo e permettere lo stesso anche agli altri. Ritengo fermamente che la conoscenza possa acquisirsi attraverso il confronto. L’Europa è il luogo perfetto in cui, i giovani come me, possono confrontarsi ogni giorno con altri coetanei su di una molteplicità di tematiche, dall’ambiente all’innovazione e quindi sul futuro. Ho iniziato a partecipare attivamente alle iniziative europee tenendo un workshop sugli aspetti etico-legali dell’intelligenza artificiale durante la terza edizione dello European Youth Event (2018) tenutosi al Parlamento europeo di Strasburgo. E’ stata una esperienza unica poter dibattere con 8000 giovani provenienti da tutti i Paesi membri europei e con loro proporre idee per la costruzione di una Europa più forte».
Così la giovane catanese Natascia Arcifa inizia a raccontare la genesi del suo attivismo per l’Europa, un impegno intellettuale ed etico che appare in controtendenza con sovranismi e populismi ma che in realtà è invece in osmosi con le ultime elezioni del Parlamento europeo che hanno visto ancora una volta prevalere le forze pro-Europa (seppur con un vantaggio minore rispetto al passato). E’ questo è avvenuto grazie anche al voto di molti giovani che soprattutto in Germania, in altri paesi del Nord ma anche in Spagna, Portogallo, Francia, Paesi Bassi, hanno votato per l’Europa. La nuova Commissione europea guidata dalla presidente Ursula Von der Leyen, vicina alla Merkel, si reggerà sull’asse popolari-socialisti-liberali, supportato da altri partiti di diverso orientamento politico.
Questa premessa è necessaria per comprendere in maniera obiettiva come molti giovani europei nonostante le contraddizioni ed i limiti dell’Unione Europea non vogliono tornare indietro, ad anacronistici scenari nazionalistici che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale, ma guardano ad una Europa democratica più unita, ad una “società aperta” per citare la famosa espressione dell’autorevole filosofo novecentesco Karl Popper. Una Europa che certamente va migliorata parecchio ma non distrutta.
Natascia Arcifa spiega: «Ho percepito come si possa, se lo si vuole, avvicinare questa istituzione che, soprattutto in Sicilia, sembra lontana. Nella visione di poter rendere l’Europa più vicina mi sono impegnata nella campagna Stavolta Voto promossa dal Parlamento europeo al fine di sensibilizzare i cittadini sull’importanza del voto anche nello scenario continentale. I diversi incontri informativi e di confronto organizzati, anche in collaborazione con l’Università di Catania, mi hanno portato a Bruxelles, dove il Parlamento europeo mi ha invitato per rappresentare i giovani italiani insieme ad altri 27 di ciascun Paese membro. Sembravamo un giovane Consiglio europeo con un progetto comune: il futuro dell’Europa. Il confronto ci ha ispirato a portare avanti dei progetti comuni rivolti ad una idea di Europa unita e ricca di opportunità». Arcifa con vivacità dialettica aggiunge: «Ho condiviso il progetto di due amici italiani denominato One Hour For Europe che ha l’obiettivo di creare una rete di “giovani europei per giovani europei” attraverso il quale raccontiamo e raccogliamo idee sulle tematiche discusse dal Parlamento europeo».
Ma prima di approfondire la visione europea e l’attivismo della laureanda Natascia Arcifa, è significativo ricostruirne il percorso di vita e di studi.
«Sono nata a Catania, ed ho trascorso un’infanzia felice tra i mari della nostra Sicilia e il calore della mia famiglia. Mi considero una viaggiatrice frequente perché posso dire di aver messo piede in ogni continente e così sono cresciuta ampliando la mia visione del mondo. Dopo il diploma conseguito al Liceo Scientifico Archimede di Acireale ho deciso di intraprendere gli studi giuridici all’Università di Catania dove sono stata eletta in qualità di Consigliere di Corso di Studi rappresentando gli studenti per due anni e promuovendo attività attraverso un’associazione studentesca».
Come è nata l’esperienza di impegno negli scenari esteri?
«La voglia di mettere in pratica i miei studi è sfociata nella partecipazione a diverse simulazioni. Durante la simulazione dei lavori dell’ONU ho scoperto quanto la negoziazione tra Stati sia importante per poter mantenere la pace superando i limiti di ciascuno Stato, confrontandomi con i Ministri degli Affari Esteri dell’Italia e dell’Olanda. In un’altra occasione, invece, mi sono trovata a Roma a rivestire i panni di deputata simulando la stesura di una norma di legge nelle stanze della Camera, riconoscendo la difficoltà pratica del lavoro del legislatore italiano. Inoltre, mi è stata data la possibilità di tenere un workshop durante EYE 2018, evento che apre ai giovani le porte del Parlamento europeo di Strasburgo. Tutti i partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i membri del Parlamento che hanno raccolto le idee dei giovani europei presenti finalizzandole a progetti che sono stati discussi durante i lavori parlamentari. Questo ha dato avvio al mio attivismo europeo».
Come si è estrinsecato il suo attivismo nelle scorse elezioni europee?
«In occasione delle scorse elezioni mi sono attivata per permettere ai miei concittadini di conoscere ciò che l’Europa fa per noi, sia in maniera diretta – ad esempio con i fondi per l’Erasmus o per le infrastrutture come la Metro di Catania – che indiretta, ovvero mantenendo la pace e rappresentandoci nello scenario mondiale. Ho organizzato e partecipato ad eventi spiegando il ruolo delle istituzioni, anche grazie alla cattedra di diritto internazionale della mia Università, condividendolo attraverso i canali radio e televisivi. Poco prima delle elezioni sono stata invitata dal Parlamento europeo in rappresentanza dei giovani italiani per riportare l’andamento delle attività e formarci sugli obiettivi raggiunti dal Parlamento fino a quel momento. Inoltre, nell’ambito degli scenari europei più ampi, questa estate ho seguito un corso all’Università di Kiev per studiare le azioni dell’Europa mirate a mantenere la sicurezza tra Stati e volte a superare i conflitti armati».
Cos’è e cosa rappresenta l’Unione Europea per lei?
«L’Unione Europea ci permette di essere attori nel mondo. Racchiudendo in sé le diversità dei 28 Paesi Membri, riesce ad essere la voce unica che risponde, nello scenario mondiale, a Cina e Stati Uniti muovendosi quale forza di cambiamento positiva in termini economici, sociali, di sicurezza e qualità della vita. Vedo nell’Europa il luogo che amplia gli orizzonti per il futuro e permette a ciascun cittadino di vivere senza frontiere e di migliorarsi ogni giorno confrontandosi col mondo, come già avviene, per esempio, grazie ai progetti Erasmus».
Quali sono le reazioni dei giovani e meno giovani alle iniziative che fa in favore dell’Europa in Sicilia, in Italia ed all’estero?
«Positive. Ogni cittadino ha voglia di partecipare alla crescita della propria città, ma anche dell’Europa, il problema è che non sa come fare. E’ attraverso questi eventi che si informano i cittadini sugli strumenti e le opportunità che l’Unione Europa prevede, permettendo a ciascuno di noi di avere un ruolo nel processo d’integrazione Europea. Il messaggio che ho sempre voluto condividere è che non possiamo solo sperare in un futuro migliore ma dobbiamo anche prenderci la responsabilità di renderlo migliore».
Da poco è entrata a far parte del progetto “D20Leader”, fra i pochi della Sicilia e del Sud, l’unica di Catania. Può delineare ai lettori di cosa si tratta?
«Sono stata selezionata tra i migliori 50 giovani italiani under 30 per partecipare al progetto D20Leader promosso da Fondirigenti, Confindustria e Federmanager. Il progetto prevede 3 mesi di formazione a cui seguiranno 3 mesi di project work, 6 mesi che mirano all’alta formazione dei futuri manager, con l’intento di trattenere in Italia i giovani ed accrescere l’economia del nostro Paese portando un nuova visione dei rapporti di lavoro. Le lezioni si tengono a Firenze, ogni giorno trattiamo argomenti differenti, tra i quali: Megatrend, Innovazione, Sostenibilità, Governance, Problem Solving, Project Managment, Design Thinking. Vi è l’alternanza di lezioni frontali, lavori di gruppo e visite aziendali. Il progetto ci ha portati anche in Israele, luogo dell’innovazione e delle ‘start-up’, e nel Benelux in visita alle istituzioni europee. Tutti i giovani selezionati sono in gamba e con background di studi differenti, ciò permette una contaminazione notevole che accresce in ognuno doti trasversali. E’ una esperienza unica nel suo genere che, sono certa, permetterà ad ogni partecipante di determinare un cambiamento significativo nel nostro Paese».
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