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Nel circo il miraggio della pace. Ursino Buskers chiama The Palestinian Circus School e organizza un crowdfunding per aiutare il circo sociale tra i profughi

Eventi «Dove l’umanità fallisce, il circo dona il sorriso». Con questo slogan l’associazione Gammazita, organizzatrice di Ursino Buskers, il festival internazionale di arti di strada di Catania, annuncia per la decima edizione in calendario dal 27 al 29 settembre la presenza, con lo spettacolo "Sarab", di The Palestinian Circus School e chiede al pubblico di sostenere le attività sociali della scuola circense palestinese attraverso una campagna di raccolta fondi

«Dove l’umanità fallisce, il circo dona il sorriso». Con questo slogan l’associazione culturale Gammazita, organizzatrice di Ursino Buskers, il festival internazionale di arti di strada di Catania, annuncia per la prossima edizione in calendario dal 27 al 29 settembre la presenza di The Palestinian Circus School e chiede al pubblico di sostenere le attività sociali della scuola circense palestinese attraverso una campagna di raccolta fondi. «Nella drammatica situazione attuale ci siamo chiesti cosa potessimo fare in occasione dei 10 anni del festival Ursino Buskers per continuare a puntare i riflettori sulla Palestina. Questa campagna è la nostra risposta – dichiarano gli organizzatori -. Da più di 11 anni ci occupiamo di circo sociale e attività artistiche nel complesso quartiere San Cristoforo di Catania e sappiamo bene quanto il circo sia utile per donare un sorriso anche nelle situazioni più difficili, quanto sia importante per creare integrazione e coesione sociale, quanto sia fondamentale nella vita di bambini, bambine, ragazzi e ragazze che vivono condizioni drammatiche per restituirgli una visione del futuro».

The Palestinian Circus School è un’organizzazione non governativa e senza scopo di lucro, fondata nel 2006 e registrata all’Autorità nazionale palestinese dal febbraio 2007. Offre attività circensi ai bambini delle aree meno privilegiate di Birzeit, Ramallah, Gerusalemme, Jenin e Tulkarem, nei campi profughi, alle comunità beduine e a bambini, donne e uomini con difficoltà sociali e disabilità mentali. Collaborano con centri di riabilitazione a Ramallah e Tulkarem, fornendo supporto a circa 50 bambini e ragazzi con disabilità mentale. Inoltre, con il programma Inhale operano all’interno di istituzioni educative femminili a Gaza, Jenin, Nablus, Ramallah e Gerusalemme, raggiungendo circa 100 ragazze ogni anno. Il programma di formazione circense è rivolto anche agli istruttori e mira a qualificare, preparare e aggiornare gli educatori della scuola. I bambini e i giovani in Palestina rappresentano oltre il 50% della popolazione palestinese e la gran parte ha un accesso limitato alle opportunità di apprendimento non formale. Ogni anno, più del 50% dei 300 studenti della PCS richiede una borsa di studio totale o parziale per partecipare alle attività organizzate dalla scuola.

Le attività circensi della Palestinan Circus School nei campi profughi palestinesi

Per loro sarà una prima volta assoluta The Palestinian Circus School si esibisce in Italia con lo spettacolo simbolo della compagnia “Sarab” in scena dal 27 al 29 settembre, sempre alle 21, nel Cortile della GAM (Galleria d’Arte Moderna) di Catania. I biglietti, necessari per assistere allo spettacolo,saranno regalati a chi effettuerà una donazione sulla campagna di raccolta fondi “Palestinian Circus School in Sicilia – Ursino Buskers X la Palestina” sulla piattaforma Produzioni dal Basso (https://sostieni.link/36499). Il crowdfunding è stato lanciato per coprire i costi di produzione dello spettacolo e sostenere le attività educative e sociali della scuola di circo; nello specifico tutto il ricavato in eccedenza sarà destinato alle borse di studio per i 300 studenti della Scuola di Bir Zeit, nella periferia di Ramallah. Per le tematiche trattate, lo spettacolo Sarab non è adatto ai bambini. Si consiglia la visione dai 14 anni in su.

SARAB | سراب in lingua araba significa «miraggio». Gli artisti utilizzano il circo contemporaneo per riflettere – e farci riflettere – sulla loro condizione, una storia che li accomuna a milioni di altre persone nel mondo. Il miraggio della pace, della libertà, della casa, della terra, dei più basilari diritti umani, dell’uguaglianza. Tutto ciò di cui il popolo palestinese è privato da troppo tempo.

Una scena di “Sarab” della Palestinian Cirque School

Utilizzando acrobazie di terra, pali cinesi, acrobatica aerea, attrezzi auto-costruiti, danza e teatro raccontano il loro Paese, la questione delle migrazioni impossibili, l’assedio, le libertà negate, l’occupazione e le identità multiple. In scena 7 giovani artisti palestinesi che non hanno più il tempo di giocare ma solo quello di urlare al mondo il loro bisogno di libertà e sicurezza. Impegnato e militante, Sarab, è il punto di riferimento di un collettivo di circensi di altissimo livello, formatisi proprio all’interno della Scuola di Circo Palestinese, che con questo spettacolo ci invitano a camminare insieme a loro verso quella promessa di riscatto che purtroppo, troppo spesso, è solo un miraggio.

Un’altra scena di “Sarab” della Palestinian Cirque School

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