Blog Il cruccio del novantenne Serafino Petta, sopravissuto alla strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, è che ancora oggi, 75 anni dopo, nessuno ha mai fatto vera luce sui mandanti. Una follia criminale di allora che ricorda la follia criminale di oggi della guerra russa contro gli ucraini. Non a caso Portella è diventato il luogo di lancio di un appello per la pace sottoscritto da decine di associazioni siciliane
Serafino Petta aveva sedici anni quando partecipò al 1° maggio del 1947 a Portella della Ginestra, nel territorio di Piana degli Albanesi, radici albanesi Arbëreshë sulle alture che dominano Palermo. Settacinque anni dopo, superata la magica soglia dei novantanni, Serafino anche oggi, 1 maggio festa del lavoro, come ha sempre fatto in questi lunghi anni, è salito a Portella della Ginestra per ricordare i morti e i feriti che furono bersaglio facile della barbara reprimenda da parte della banda di Salvatore Giuliano che non si preoccupò minimamente di sparare su persone umili, erano in duemila circa coloro che salirono su quel piccolo valico montano per gridare contro il latifondismo allora ancora imperante in Sicilia. E il cruccio di Serafino è che ancora oggi, 75 anni dopo, nessuno ha mai fatto vera luce sui mandanti della strage.
La verità ufficiale, sei anni dopo il fatto di sangue, condannò solo l’intera banda Giuliano (il capobanda nel frattempo era stato ucciso nel 1950), ma la comunità locale è stata sempre ben conscia che dietro quella mano criminale armata c’era un intreccio fatto di mafia, proprietari agrari fieri difensori del latifondismo di stampo medievale e politica democristiana e di destra, allora in stretta simbiosi, che vedeva di malocchio la forza del blocco socialista-comunista che alle elezioni della Assemblea Costituente dell’anno prima aveva raggiunto il 40% circa dei consensi. Ci fu chi arrivò addirittura a ipotizzare un ruolo americano dietro quell’eccidio.
L’unica verità vera sono i nomi delle vittime, alcuni bambini, originari di Piana degli Albanesi, San Cipirrello e San Giuseppe Jato – che persero la vita, sia subito a Portella della ginestra, sia in seguito a cuasa delle ferite riortate. Morirono subito Margherita Clesceri 37 anni, Giorgio Cusenza 42 anni, Giovanni Megna 18 anni, Francesco Vicari 22 anni, Vito Allotta 19 anni, Serafino Lascari 14 anni, Filippo Di Salvo 48 anni (tutti di radice Arbëreshë), e poi Giuseppe Di Maggio 12 anni, Castrense Intravaia 29 anni, Giovanni Grifò 12 anni, e Vincenzina La Fata 8 anni; morirono per le ferite riportate come Vita Dorangricchia 23 anni, Giuseppa Parrino, Provvidenza Greco 13 anni, Vincenza Spina 61 anni. Il signor Vincenzo La Rocca morì qualche settimana dopo, per lo sforzo compiuto nel portare via a spalle la figlia Cristina di 9 anni ferita. Il campiere Emanuele Busellini fu ucciso dalla banda Giuliano già sulla strada che portava a Portella della Ginestra.
Follia criminale pura. Un vero e proprio atto di guerra criminale che seguiva “a caldo” una guerra mondiale finita da poco. E tre quarti di secolo dopo la follia della guerra ce la ritroviamo ancora davanti al muso. E non ci sarà mai lavoro né sviluppo né futuro senza pace. E la pace è stata al centro dell’appello di questo 1° maggio a Portella della Ginestra: “Quest’anno ricorderemo il 75° anniversario della strage di Portella della Ginestra e ancora una volta saremo su quel pianoro dove mafia, agrari e forze reazionarie trucidarono donne, uomini, vecchi e bambini per fermare il cambiamento e le lotte per il lavoro, la democrazia, la liberta. Quest’anno, dopo due anni di pandemia e di lotta al virus saremo come sempre e di nuovo a Portella della Ginestra per il lavoro, per i diritti, per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, per l’ambiente, per la libertà di informazione, per i giovani, i migranti, gli anziani, le persone non autosufficienti, contro il lavoro nero, precario e ogni forma di sfruttamento, contro tutte le mafie, le violenze, le discriminazioni di genere, ma ci saremo con una motivazione in più: l’impegno per la pace, contro tutti i fascismi e tutti i razzismi! Dal 24 febbraio, la guerra in Ucraina, scatenata dalla Russia di Putin, dai nuovi nazionalismi e dalla ideologia sovranista, sta facendo strage di vite innocenti, riducendo le citta in cimiteri, minacciando un conflitto mondiale e una catastrofe atomica. Questa guerra va fermata! Tutte le guerre vanno fermate! Giorno dopo giorno la guerra diventa sempre più disumana e distrugge ogni possibile spazio di pace. Per questo va fermata subito! Insieme a Papa Francesco, gridiamo: “Fermatevi! La guerra è una follia”.
L’appello “Un Primo Maggio per il lavoro e per la Pace” è stato sottoscritto da Cgil Palermo, Flai Cgil; Cgil Sicilia; Anpi Palermo “Comandante Barbato”; Arcidiocesi Di Monreale; Arcidiocesi Di Palermo; Anci Sicilia; Associazione Portella Della Ginestra; Centro Studi E Iniziative Culturali “Pio La Torre”; Arci Palermo; Auser Palermo; Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”; Auser Termini Cefalù Madonie; Rete degli studenti medi Palermo; Udu Unione degli Universitari Palermo; Consulta per la pace, la non violenza, i diritti umani, il disarmo; Punto Pace Pax Christi; Mir Palermo Movimento Internazionale della riconciliazione; Sunia Palermo; Voci Nel Silenzio; Libera Palermo; Legacoop Sicilia; Consorzio Libera Terra Mediterraneo; Cooperativa Placido Rizzotto Libera Terra; Cooperativa Pio La Torre Libera Terra; Federconsumatori Palermo; Fuori la guerra dalla storia: Udi Palermo, Le Rose Bianche, Coordinamento donne Cgil Palermo, Coordinamento donne Anpi, Associazione donne Islamiche Fatima, Emiliy Palermo, Donne Caffè Filosofico Bonetti, Fidapa Sezezione Palermo Felicissima e Sezione Mondello, Laboratorio Zen 2, Il femminile è politico, #Governodilei, Donne No Muos No War e Cif; Legambiente Palermo; Casa memoria Peppino e Felicia Impastato; Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe”; Coordinamento Palermo Pride; Aps Donne Di Benin City; Consulta delle culture; Unis Unione degli Ivoriani; Associazione Stra Vox; Assostampa Sicilia; Fondazione Accursio Miraglia; Eparchia di Piana Degli Albanesi; Acli Palermo Aps; Istituto Gramsci Siciliano; Servas Italia Associazione Internazionale per la pace e l’amicizia.
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