Teatro e opera A cinque anni dalla chiusura della storica Sala Musco lo Stabile etneo presenta la sua nuova seconda sala: un ridotto da 180 posti, poco distante dalla Sala Verga, vocato alle generazioni future e al pubblico di domani
Il Teatro Stabile di Catania torna ad aprire la sua seconda sala nel cuore della città, cinque anni dopo la perdita della storica Sala Musco, resa inevitabile dalla crisi che nel 2016 determinò il commissariamento dell’ente. L’inaugurazione della Sala Futura, in via Macallè n. 3, e la presentazione della Stagione Numero Zero, da novembre 2021 a maggio 2022, segna un punto di svolta nel percorso di risanamento del Teatro e restituisce finalmente uno spazio agli artisti e al pubblico di Catania.
La riapertura è stata resa possibile grazie all’avvio della collaborazione tra il Teatro Stabile e la direzione catanese di “Futura – Istruzione e formazione professionale”, che gestisce la struttura: un teatro moderno e funzionale, con 180 posti a sedere, facilmente raggiungibile, nel centro della città e a brevissima distanza dalla Sala Verga, in cui lo Stabile si è già occupato del restyling di ingresso e foyer e del perfezionamento del service.
«Futura è un nome che racchiude la nostra fiducia nella possibilità di guardare oltre, lasciandoci alle spalle gli anni più duri della crisi del nostro Teatro, oggi avviato ad un percorso di rinnovamento e di nuova stabilità», spiega la direttrice del Teatro Stabile Laura Sicignano: «Ecco perché dei molti passi avanti fatti e dei molti risultati faticosamente raggiunti, questo assume per noi un significato particolarmente rilevante. Aprire una seconda sala, in un periodo che vede ancora incerta la ripresa del mondo dello spettacolo dopo la pandemia, è un esperimento ardito ma di valore strategico: riposiziona il nostro Teatro negli standard dei teatri stabili nazionali e allo stesso tempo ha un’incidenza tangibile nella relazione tra il Teatro Stabile e la città di Catania».
«La prospettiva di poter offrire nuove opportunità al mondo culturale e artistico della città, alle sue istituzioni e alle sue associazioni, ai suoi studenti e ai suoi giovani, ha convinto tutto il consiglio di amministrazione dell’importanza di tornare a disporre di questa seconda sala», conferma la vicepresidente del Teatro Stabile di Catania, prof.ssa Lina Scalisi: «La Sala Futura consentirà al Teatro Stabile di accrescere l’impegno su tutti questi fronti, che abbiamo già considerato prioritario nel nostro lavoro di questi anni. Avremo un nuovo spazio per rispondere alle necessità del Teatro, amplieremo la nostra programmazione in una direzione che prima ci era impedita e potremo rispondere meglio a finalità specifiche, come il rapporto del Teatro con le scuole e con le realtà teatrali locali».
Avrà questo taglio ricco, articolato e innovativo la prima Stagione della Sala Futura, che si chiamerà “Numero Zero” e prevedrà 16 appuntamenti, molti dei quali inseriti in progetti speciali e molte attività che coinvolgeranno le scuole, dalle elementari alle superiori, sempre accompagnati da iniziative collaterali, laboratori, incontri con gli artisti per le classi. «La vocazione di questa sala verso le giovani generazioni parte da qui, dal pensiero rivolto al pubblico di domani», spiega la direttrice Sicignano.
Si comincerà il 7 novembre con “I figli della frettolosa”: uno spettacolo che nasce, nell’ambito del progetto speciale Anima Mundi, da un laboratorio condotto dalla Compagnia di Gianfranco Berardi (premio Ubu nel 2018) e Gabriella Casolari, dedicato a persone con disabilità visiva e non solo. A partire da qui sarà intenso il filone del teatro di impegno civile, con due produzioni del Teatro Stabile di Catania: da “Bene, Bello, Giusto. Viaggio nella Costituzione” a dicembre, si arriverà a “L’isola dei miracoli segreti” ad aprile, che nascerà grazie alla collaborazione con il giudice Roberto Di Bella, attuale Presidente del Tribunale dei Minori di Catania, e la Compagnia DAF diretta da Angelo Campolo, con cui verranno strutturati percorsi teatrali per i ragazzi segnalati all’Autorità Giudiziaria Minorile. Impegno civile anche nella “Ballata per San Berillo” di Turi Zinna, a vent’anni dalla nascita dello spettacolo, e ne “L’ultima estate” di Claudio Fava, a trent’anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La Sala Futura ospiterà anche le più interessanti espressioni della creatività siciliana. Anche qui, alcune produzioni del Teatro Stabile: a dicembre “Eppideis” di Rosario Palazzolo, che nelle scorse settimane ha già ricevuto una menzione speciale al Premio Annoni e che poi andrà in tournée nazionale, a marzo “Pescheria Giacalone e figli”, scritto e diretto da Rosario Lisma, che pure andrà in tournée nazionale, e a maggio “L’attimo prima” di Salvo Drago. Su questo versante, anche molte ospitalità: “Venti fotici” di Francesco Foti a dicembre, “C’è nessuno” di Gioacchino Cappelli a febbraio, “Novecento” di Franco Giorgio a marzo, “Nemici per la pelle” di Giampaolo Pasqualino ad aprile.
Non mancheranno alcune ospitalità nazionali: “Dire fare baciare lettera testamento”, spettacolo di Koreja e Babilonia Teatri (due volte vincitori del Premio Ubu) dedicato ai bambini, e “Art” della celebre drammaturga francese Yasmina Reza, produzione di Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, entrambi in programma a febbraio.
Nella programmazione “Numero Zero” ci saranno anche due produzioni del Teatro Stabile di Catania legate alle celebrazioni per il Centenario Verghiano e a quelle per il Centenario della morte di Nino Martoglio: si tratta di “Storia di una capinera” a gennaio, dal testo di Giovanni Verga nell’adattamento di Rosario Minardi, portato in scena in collaborazione con Banned Theatre, e “Dal tuo al mio”, nell’adattamento di Alessandro Napoli e Nino Bellia sempre da Giovanni Verga, scelto dal regista Elio Gimbo per il forte legame con la figura di Martoglio.
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