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Ribellioni, segreti, disordini, dubbi, felicità, tristezze… Lorena Spampinato e la rivincita della sorellanza

Libri e Fumetti Tre anni dopo "Il silenzio dell'acciuga", che la vide proposta allo Strega, la scrittrice catanese torna con "Piccole cose connesse al peccato" pubblicato da Feltrinelli, dove racconta i conflittuali sentimenti e le prime emozioni delle adolescenti Annina, Enza e Bruna: «Tutti i personaggi cercano l’amore, declinato soprattutto nel suo desiderio di essere visti/amati. I ragazzi? Restano sullo sfondo»

Ho avuto l’onore e il piacere di imbattermi nella lettura di “Piccole cose connesse al peccato” il nuovo romanzo della giovane quanto bravissima autrice catanese Lorena Spampinato, uscito lo scorso 14 marzo per Feltrinelli (pp. 205, € 17,00). Lorena con una semplicità gradevolissima ha raccontato una bella, nonché importante, ma anche pedagogica, storia di tre ragazze adolescenti che si trovano in una ridente cittadina di mare, vicino Taormina (potrebbe essere Letojanni ma l’autrice lascia tutto nel vago) per trascorrere quelle che saranno le vacanze estive che segneranno per sempre le loro vite.

Una spiaggia di Taormina

Una spiaggia di Taormina

Spesso ci si imbatte in libri che “camminano” con una aureola sponsorizzata da intellettuali del genere, che leggono solo quello che gli fa comodo, cercando di influenzare le persone che cercano una lettura semplice fresca scorrevole. In fin dei conti è quello che il lettore vuole per evadere dalla stanchezza della routine personale, ma anche perché un libro deve essere piacere e non pesantezza. Quello spetta a studiosi dell'”essere o non essere”, questo è il dilemma!

Annina è la voce narrante nonché una delle principali protagoniste. Sua cugina Enza, appena più grande, assieme alla madre Angela, donna molto apprensiva verso la propria figliola ma allo stesso tempo non incline a una sufficiente linea dialogica, in quanto non avendo un buon rapporto col marito riversa sulla figlia tutta la sua frustrazione e anche molta tensione causata dal fatto che questa invece ha un buon rapporto col padre, sono alloggiate in una delle classiche case al mare che i borghesi possono permettersi. Le giornate passano piacevoli per le due cugine sicché una sera dalla loro dimora sentono dei rumori provenienti dall’esterno e si accorgono d’aver ricevuto la visita di qualche ladruncolo che ha rubato le biciclette che le due cugine adoperavano per le passeggiate quotidiane. Assieme alle due cugine c’è Bruna, una coetanea del luogo dal carattere molto intraprendente che, venuta a sapere della visita dei ladri e immaginando da dove potesse venire il malfatto coinvolge le amiche in una specie di spedizione punitiva verso un gruppo di ragazzi, anch’essi del luogo, che si danno da fare rubacchiando nella zona per arrotondare le loro entrate economiche.

Lorena Spampinato

Lorena Spampinato

Con una serie di raid organizzati e guidati da Bruna, le tre ragazze riescono a tornare in possesso delle loro biciclette. Certo non cosa facile, dato che da quel momento uno scontro con il gruppo di bulli si erge a schermaglie con contatti fisici che però si trasformano in rapporti empatici e di intensa simpatia che sfocia in amicizia, tant’è il nutrito gruppo di ragazze e ragazzi inizierà a trascorrere le giornate assieme in quella che sarà un’estate indimenticabile per tutto il gruppo.

Nella descrizione dei personaggi dei ragazzi l’autrice etnea, fa rivivere profili che chi è un po’ avanti con l’età riconosce, apprezzandone lo studio sociale e storico del tempo in cui è ambientato il romanzo, e da qui iniziamo una gradevole conversazione con Lorena Spampinato che ci ha aperto le porte della sua dimora letteraria e che abbiamo notato essere ben oltre il romanzo.

  • Vi è un significato di ribellione di genere (donna contro uomo) che ha voluto mettere in risalto evidenziando l’audacia delle tre ragazze contro i bulli, di sesso maschile, del paese?
    «Non direi. In questo libro c’è la vita delle ragazze: ci sono le ribellioni, i segreti, i disordini, i dubbi, le felicità e le tristezze, ci sono anche i ragazzi, ma non fanno da controparte, semmai rimangono sullo sfondo».

In questo gruppo di giovani spicca Mirco, ragazzo ambito un po’ da tutte le tre amiche, vuoi per la sua avvenenza e bellezza o perché riesce a farsi apprezzare dal sesso femminile per i suoi modi coinvolgenti che “toccano” il cuore delle ragazze.

  • Vi è un risvolto e una accettazione nella speranza di cambiamento da parte di chi rappresenta lo strapotere maschilista?
    «È vero che Mirco è ambito e desiderato, ma non rappresenta mai (né si sforza di farlo) un potere o un pericolo. Il potere – anche maschilista – è in mano alle ragazze. Sono loro a muovere tutto, a far cadere tutto».

L’età della vergogna

Lorena Spampinato al doppiaggio

Lorena Spampinato al doppiaggio

Torniamo a Enza: oltre ad essere indicata come la più bella del gruppo, nonché la ribelle per antonomasia, instaura un rapporto con Mirco. Le serate vengono trascorse con apici di grandi emozioni con il mantenimento di una coinvolgente gruppalità che fonda le basi per una nuova comitiva. Sono momenti bellissimi per il gruppo, cosa che, però, non è vissuta così dai genitori delle ragazze, che intravedono nell’avvicinamento delle due cugine ai ragazzi del luogo eccessi di preoccupazione. Ma i mali non vengono soltanto per sfumature paranoidee o ansiogene ma anche per fatti concreti e pragmatici come l’affiorare di episodi spiacevoli come quello di trovare sul muro della casa dove vive l’autoctona Bruna, una grande scritta che alludeva al suo essere una ragazza di facili costumi: il lettore potrebbe fraintendere questa informazione.

  • È stata una scelta voluta, per poi far approdare chi destreggia il suo romanzo verso una critica alla bestialità del maschilismo o ha voluto creare della suspense?
    «Il libro parla anche di questo: del giudizio che cade sulle ragazze, che è sempre feroce, svilente e fa appello alla vergogna. L’adolescenza è già per antonomasia l’età della vergogna: c’è il cambiamento del corpo e dei pensieri, su tutto aleggia un senso invadente di inadeguatezza che si attacca al corpo, alle cose, agli oggetti, ai familiari. Così alla vergogna si somma altra vergogna».
  • Angela al sapere di certe voci che potrebbero essere insistenti nel paese, decide di interrompere le ferie con la figlia: è più ansia la sua o più vergogna per l’occhio sociale? Come sono cambiati, se sono cambiati, i tempi di certa genitorialità che magari recita il ruolo della preoccupazione ma in verità pensa più al succitato parere sociale?
    «Ci sono entrambe le cose: preoccupazione e vergogna, come facce della stessa moneta. La madre di Enza ha provato sulla sua pelle, da ragazza, il calore incendiario del pettegolezzo e delle malelingue, e adesso vuole a tutti i costi sottrarre la figlia a quel dolore, ma anche dirle: “ti capisco”».



Enza non avrebbe potuto accettare l’interruzione di quei momenti e praticando una reazione contraria, si è raccordata, convincendola, con la cugina, per scappare subito di casa a cercar rifugio altrove perché non voleva far a meno della meraviglia dell’estate che fa vivere il passaggio dall’adolescenza verso misteri che poi non saranno più tali durante il proseguire della crescita. Le due cugine trovano riparo e rifugio nei nuovi amici, i quali, le ospitano in un garage di proprietà del genitore di uno di loro. L’allarmismo e il palpitante disturbo d’ansia di Angela, non trovando la figlia e la nipote, assieme alla sorella, madre di Annina, la induce a far ricerche in tutta la località balneare. Qui, la magistrale e autorevolezza della scrittrice tocca il suo apice, spostando l’obiettivo sul vissuto della convivenza dei giovani dove fa emergere i bei rapporti che il giovane Mirco riesce ad avere con le ragazze coinvolgendole quasi carnalmente e oltre quell’apice appena annunciato, si rivela l’aleph che ridà sollievo e fortezza a chi non crede d’essere all’altezza. È infatti, anche Annina vive le emozioni e le eccitazioni d’esser apprezzata. Lorena Spampinato: con la delicatezza della sua penna ci racconta come sono i primi approcci in un’estate che risveglia e stimola i sensi di ogni essere umano. Momenti che a sol pensarli in tantissimi abbiamo vissuto e in tantissimi vibreranno nel leggerli.

  • C’è un messaggio per indurre i giovani a non giudicare ante litteram i propri coetanei, magari provenienti da background diversi?
    «Non so se ci sia un messaggio, c’è certamente l’idea di raccontare il limite e il pericolo della semplificazione. Gli stereotipi non facilitano la comprensione, anzi: deformano la realtà fino a renderla grottesca. È quello che accade a Annina quando incontra per la prima volta il gruppo di ragazzi e li giudica temibili, minacciosi, salvo poi ricredersi».
Due eccellenze catanesi della letteratura mondiale: Viola Di Grado (a sinistra) e Lorena Spampinato

Eccellenze letterarie catanesi: Viola Di Grado (a sinistra) e Lorena Spampinato nel 2019

  • Il suo, potrebbe essere anche un giallo oltre a ciò che è, un romanzo di formazione, seppur molto anomalo?
    «Io non lo considero neanche un romanzo di formazione, a dire il vero. C’è, certamente, il tema narrativo della soglia, ci sono delle ragazze che vivono in uno spazio sospeso tra l’infanzia e la vita adulta, ma nessuno che davvero “si forma”, forse il contrario: le ragazze di questo libro perdono poco a poco i propri margini, i propri contorni. E poi, sì, c’è una sottilissima linea gialla che attraversa il romanzo e che porta a chiedersi: chi è colpevole? Chi è innocente?».
  • L’idea di bello, viene a scontrarsi con il concetto di male: si scopre, infatti, che Bruna ha un carattere complesso a causa di un’infanzia non molto felice, memore di un rapporto difficile con i genitori che l’hanno segnata negativamente durante la propria crescita. C’è il rischio fragilità che può far esplodere chi viene accusata di gesti plateali che possono far male a tutti?
    «In una narratologia del racconto l’oggetto del desiderio di questo libro sarebbe l’amore. Tutti i personaggi cercano l’amore, declinato soprattutto nel suo desiderio di essere visti/amati. La fragilità arriva sempre dove l’amore ha fallito, e lì esplode, facendo ogni cosa a pezzi».

Il silenzio delle madri

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Siamo giunti così a un nuovo punto di svolta che afferma la preparazione in materia di narrazione di Lorena Spampinato. Vi è una voce narrante che riprendere il racconto diversi anni dopo quell’estate che ripropone i momenti vissuti ripercorrendo e descrivendo anche i luoghi e gli episodi che hanno segnato la sua vita (è ancora Annina a parlare?) ma anche delle altre ragazze e dei ragazzi. Questa voce confesserà come andarono realmente le cose, e da quel momento si riapre una meravigliosa lettura che incalza a ritmi tribolanti, ma che vorremmo non finisse mai.

  • Quanto può una patologia di un genitore condizionare l’evolvere della vita di un giovane che si appresta a diventare adulto, anche a livello professionale? Penso a quelle donne che tacciono in ambienti di lavoro, nonostante siano abusate, perché temono di far scoppiare un caso aziendale e perdere il lavoro: loro, le vessate!
    «Le infelicità delle madri e dei padri premono da sempre sulle vite dei figli, e così i loro silenzi. Nel mio libro racconto soprattutto le madri e come certe infelicità e certi silenzi ricadano sulle figlie. Alla base c’è un equivoco: da sempre il corpo delle donne è luogo di sedimentazione di simboli e assetti sociali. Esistono tutta una serie di codici di comportamento che riproducono il controllo e la prevaricazione del maschile sul femminile. Esistono pregiudizi duri a morire. Molte delle scelte di quelle madri non sono state scelte libere, ma le figlie non possono saperlo e scelgono di entrare in conflitto con loro».
  • A proposito di lavoro: quanto è stato superato l’oltraggio velato del potere maschilista, che diverse volte altro non è che erede di un circuito mafioso?
    «Non è stato superato. La nostra società poggia ancora su un’asimmetria di potere in cui essere uomo vuol dire abitare lo spazio in una condizione di privilegio».
Gli abusi nei luoghi di lavoro sono sempre più frequenti da parte di certi uomini protetti dalle mafie aziendali

Gli abusi nei luoghi di lavoro sono sempre più frequenti da parte di certi uomini protetti dalle “mafie” aziendali

  • Cosa consiglierebbe a una donna che vuole svolgere la propria vita, il proprio lavoro, la propria serenità che sovente è provocata da uomini di grande forza fisica ma di nessun senso di pudore, accoglienza e cognitivamente devastati, per riuscire a liberarsene?
    «Forse il segreto è ripartire dal desiderio personale per trasformarlo in desiderio politico. Tornando a parlare di noi, usando le differenze per reclamare unione e forza, riscoprendo il valore della sorellanza, opponendo resistenza ai diktat imposti dalla cultura occidentale, patriarcale e sessista».

Piccole cose connesse al peccato” è un romanzo da scoprire che solo in parte per dovere di recensione abbiamo voluto narrare, meglio dire, solo alcuni episodi che assieme ad altri formano quel fil rouge che è la crescita, lo sviluppo e la libertà d’essere sinceri, che spesso non paga, ma che a volte è il contrario del contrario dell’ulteriore contrario che pagina dopo pagina fa intuire il lettore ma he improvvisamente si trova a rimettersi in giuoco perché i colpi di scena sono costanti e contestuali alla formazione: quella di ogni essere umano.

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Lorena Spampinato, classe 1990, ha vissuto a Londra e a Roma. Ha conseguito una Laurea in Scienze Politiche e nel 2020 col romanzo “Il silenzio dell’acciuga” pubblicato per Nutrimenti,  è approdata al Premio Strega proposta da Lidia Ravera. L’autrice ha scritto anche per ReWriters, il progetto plasmato e fondato da “quella” macchina di produzione e induzione per i diritti sociali che è Eugenia Romanelli. Quando il talento risiede nell’anima della purezza, non vi è età che lo possa affermare.

"Il silenzio dell'acciuga" il romanzo di Lorena Spampinato proposto al Premio Strega 2020

Più volte l’autrice etnea è apparsa nella nostra testata. Il 14 marzo, giorno dell’uscita ufficiale di “Piccole cose connesse al peccato“, è anche uscita la nostra rubrica “Massimo Volume” che l’ha vista primeggiare come “Libro Copertina“.

Spampinato e Petruccioli: dallo Strega 2020 al ritorno nel mondo femminile



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