Blog Pina Labanca, che conoscemmo anche in Sicilia per un decennio alla guida di A&B Editrice, fonda in Calabria Qed, una nuova realtà editoriale che debutta con nomi altisonanti. Bonfirraro, attraverso la nipote Sonia Fasino, narra la vita del primo presidente della Regione Siciliana. In copertina i ritorni attesissimi di Massimo Anania per Morellini e di Giorgio De Luca per Algra
E’ appena terminato maggio, il mese dei libri, e rieccoci con i consigli per la lettura del nostro blog che abbracciano le prime due settimane di giugno. Subito una notizia che fa clamore: nasce Qed fondata da un nome notissimo dell’editoria italiana: Pina La Banca. La nuova realtà editoriale proprio questo mese debutta con quattro titoli (ne parleremo la prossima settimana) che troveremo in libreria. In bocca al lupo da parte nostra!
Il poeta, scrittore, drammaturgo e regista Francesco Randazzo, siciliano che vive nel Lazio, torna con “E fu sera e fu mattina” per i tipi di Fare Editore. E a proposito di Lazio, Armando Editore pubblica “ZeroSei” di Settimio Marcelli. Caterve di meraviglie che affrontano tematiche contemporanee dal fronte Il Saggiatore con “La parola immaginata“ di Annamaria Testa; “Essere fragili“ di Joan-Carles Mèlich e “Tecnologia della rivoluzione” di Diletta Huyskes. A farci ridere ma con intelligenza, ci pensa Ilario Carta che per i tipi di Arkadia pubblica “Japanischer garten“.
Sul podio, la sensibilità contro i razzismi che si aggiudica il libro copertina: è “Notte isterica” di Mirian Bax. L’autore, che in occasione di questo ritorno dopo le prove d’autore per Miraggi, ha deciso di usare lo pseudonimo di cui sopra è Massimo Anania, ricercatore attento che entra in squadra dell’editore Morellini che lo mette in uscita venerdì 7 giugno, per un week end di lettura da grandi riflessioni. In contro copertina ci va Giorgio De Luca, che torna con le sue meraviglie archetipiche intinte di coraggio e messaggi: “Lettere dal deserto“, esce per Algra Editore. A proposito di messaggi, continua l’ascesa alla certezza della quiete interiore firmata da Dejanira Bada; stavolta l’autrice jesina esce per Piemme con “I sentieri della meditazione“. Interessante indagine sulla corrente elettrica con Arthur Firstenberg autore de “La tempesta invisibile. Storia dell’inquinamento elettrico” (Bibliotheka); Bonfirraro pubblica la vita di Giuseppe Alessi il primo presidente della Regione Siciliana, narrata da Sonia Fasino. Non manca all’appello NN Editore con un libro per settimana: il 7 giugno esce Domenico Varipapa con “Il giovane caimano” mentre il 14 esce Ferdia Lennon con “Eroi senza gloria“.
Debutta nel nostro blog Beisler Editore con “Oscar e io” di Maria Parr e ancora tanti tantissimi libri per l’estate in arrivo, come la produzione nordica di Iperborea per chi sogna e ambisce sempre alla frescura.
Benvenuta Qed
L’abbiamo conosciuta per un decennio alla guida della etnea A&Editrice, del gruppo Bonanno, adesso, firmati i contratti di distribuzione e di promozione nazionale con Messaggerie libri ed Emme Promozione, Pina Labanca lancia Qed, casa editrice con sede a Tortora, in provincia di Cosenza. Le buone intenzioni non mancano all’editrice lucana che ha chiamato la sua nuova avventura editoriale Qed che è l’acronimo di “quod erat demonstrandum”, locuzione latina che in italiano diventa “come volevasi dimostrare”. Labanca annuncia le prime dodici uscite del catalogo. Si tratta di otto titoli di narrativa, per la collana Kosmos; due di poesia, che inaugurano la collana Steresis; due di saggistica, per la collana Hyle. Le opere saranno disponibili in tutte le librerie e sulle principali piattaforme di commercio on line, a partire da giugno prossimo. Come detto da Pina Labanca: «Altre opere sono in valutazione e non escludo che potranno aggiungersi alle uscite invernali. Queste prime pubblicazioni segnano l’inizio della nostra attività, improntata sulla scelta accurata dei testi e su una programmazione a lungo termine che ci permetta anche piccoli spazi di flessibilità». Aggiornamenti e ulteriori info sulla casa editrice, sugli autori e sui libri sono disponibili sul sito www.edizioniqed.it e sulle pagine Facebook e Instagram “Qed.edizioni”.
In libreria dallo scorso weekend
AA.VV. a cura di Ambretta Sampietro, Delitti sul Lago Maggiore e sul Lago d’Orta, Morellini
Questa antologia ripropone quindici racconti della fortunata serie Delitti di Lago ambientati sulle rive del Lago Maggiore, del Lago d’Orta e sul Lago di Mergozzo. Fanno da sfondo a queste storie Stresa, Levo, Belgirate, Santa Caterina del Sasso, Luino, Maccagno, Sesto Calende, Brissago, Mergozzo, Orta e Pettenasco. Quindici autori con stili diversi e accomunati dall’amore per i laghi e dalla passione per la scrittura, che per quasi tutti è anche una professione.
Settimio Marcelli, ZeroSei, Armando Editore
Chi l’ha detto che mentre stai per morire ti passa tutta la vita davanti agli occhi in un momento? Non è così, è lei, la morte, che ti tiene in sospeso per farsela raccontare da te la tua vita. Almeno questo crede ZeroSei, il protagonista della storia, nel momento in cui vede che gli stanno puntando contro una pistola e sono sul punto di premere il grilletto. Chissà se è proprio così. Forse sta sognando. Oppure gli hanno già sparato ed è in coma in un letto d’ospedale. Non importa. Intanto ingaggia un corpo a corpo con la morte, che lo conosce bene. Non è la prima volta che ZeroSei si mette nei guai. Per questo lei gli si presenta in forme familiari. Perché la morte non è lo scheletro con la falce in mano. Tutt’altro. Lei assume l’aspetto dei nostri pensieri, dei nostri desideri. Così ZeroSei racconta la sua vita, da bambino cresciuto in un quartiere popolare di Roma ad attivista politico negli anni Settanta, poi, con la fine delle illusioni, spaccia droga, sfrutta la prostituzione, organizza truffe e imbrogli. Anche se non in questo ordine. Perché deve stare attento a non annoiare la morte, altrimenti le cose possono mettersi male.
Era maggio. Non un maggio come gli altri. Il Maggio. Facevo le medie. Succedevano tante cose. Che non capivo. A parte una. Che gli studenti facevano casino. Che noi eravamo più scemi degli altri? Dovevamo organizzarlo anche noi uno sciopero. Di quelli belli tosti. Come si fa? Ma sì, l’ho visto alla tv. Che ci vuole? La mattina presto mi alzo, esco di corsa e comincio a passare nelle case degli amici. Li raduno. Glielo spiego. È facile. Ci mettiamo davanti al portone della scuola e non facciamo passare nessuno. Poi entriamo tutti di corsa urlando qualcosa, non ho capito bene, abbasso, evviva, quello che volete, e andiamo tutti in palestra. Gli altri mi chiedono cosa facciamo quando siamo lì. Che ne so? Rispondo io. Qualcosa ci inventiamo. Perfetto. Ci dividiamo per andare ad avvertire gli altri. Non tutti sono d’accordo. Sembra che il piano stia per fallire. Mi viene un’idea. Che diamine, questo capoccione serve pure a qualcosa! È semplice. Coinvolgiamo le femmine. Così ci mischiamo. Perché allora c’erano le classi dei maschi e quelle delle femmine. Rigorosamente divise. Ci facevano fare anche la ricreazione in due cortili differenti. Come le avvertiamo le femmine? Già, come si fa? Se è per questo già lo sanno, dice uno che ha la sorella in terza. Verranno, vedrai che verranno. Urla d’entusiasmo, corse, appostamenti. Prima che suoni la campanella siamo lì, davanti al portone. Come si chiama questa cosa qui? Picchetto, si chiama picchetto, quante volte ve lo devo dire? Però di ragazze non se ne vede neanche una. Qui fallisce la rivoluzione. Invece arrivano. Cantano tenendosi sottobraccio. Tutte in tiro. Hanno tardato per farsi belle. Perché chi l’ha detto che la rivoluzione non è un pranzo di gala? Entrano anche loro nei picchetti. Urlano più dei maschi.
Arthur Firstenberg, La tempesta invisibile. Storia dell’inquinamento elettrico, Bibliotheka
Negli ultimi due secoli e mezzo l’Occidente ha assecondato la convinzione universale che l’elettricità sia sicura per l’umanità e per il pianeta. A questo proposito, Firstenberg solleva molti dubbi, raccontandone la storia in maniera inedita – cioè da un punto di vista ambientale – e descrivendo in dettaglio gli effetti che questo elemento fondamentale della società ha avuto e continua ad avere sulla nostra salute e su quella del pianeta.
Il libro ripercorre la storia dell’elettricità dagli inizi del Settecento ad oggi, ipotizzando che molti problemi ambientali, così come le principali patologie della civiltà industrializzata – malattie cardiache, diabete e cancro – possano essere collegate all’inquinamento elettrico.
Dal prologo: “Viviamo il presente con una serie di devastanti malattie che non ci appartengono, ignorandone l’origine, dandole per scontate e senza più metterle in discussione. Ciò che si prova a stare senza di esse è uno stato di vitalità che abbiamo completamente dimenticato. […] Sono le malattie della civiltà, inflitte anche ai nostri vicini animali e vegetali, malattie con cui oggi conviviamo a causa del rifiuto di riconoscere la forza che abbiamo imbrigliato, ciò che rappresentano. La corrente a 60 cicli nei nostri impianti domestici, le frequenze ultrasoniche nei nostri computer, le onde radio nei nostri televisori, le microonde nei nostri telefoni cellulari, paiono essere solo deformazioni di un arcobaleno invisibile che scorre nelle nostre vene, rendendoci vivi. Ma lo abbiamo dimenticato. È tempo di ricordare”.
Dejanira Bada, I sentieri della meditazione, Piemme
«Non giudicatevi, perché nella meditazione non c’è un modo giusto o sbagliato di praticare, esiste solo la vostra esperienza, l’unica cosa che conta, quello che c’è in questo momento. Potrebbero prevalere emozioni o sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre. Va bene così. Non rispondete con il pensiero. Vedete, un conto è leggere queste parole, pensarci un po’ su, un conto è farne esperienza, sentire nel profondo»
Da qualche anno a questa parte, la parola «mindfulness» è entrata con forza nei nostri vocabolari e nella vita quotidiana di molti di noi, tra corsi, libri, influencer che ci raccontano come abbia cambiato loro la vita. Ma pensateci un attimo: sapreste dire, davvero, che cos’è questa mindfulness? Quando è nata, come si è diffusa, da dove deriva, se è legata al buddismo, alla mistica, alla fede, alla scienza? È per tentare di rispondere a queste domande che Dejanira Bada ha deciso di immergersi in un viaggio particolare: se è così difficile spiegare cosa sia la mindfulness, perché non provare a descrivere cosa non è? Facendo tesoro degli insegnamenti di alcuni mistici della cosiddetta via negativa, da Meister Eckhart ad Angelus Silesius, e di grandi maestri zen, l’autrice ripercorre origini e sviluppi di questa pratica, fino ad arrivare ai nostri giorni e alle diverse credenze errate che le girano attorno, passando quindi a definire la mindfulness proprio partendo da tutto ciò che non è: non è psicologia, non è una tecnica di rilassamento, non è una religione… Così come l’universo, Dio, i più grandi misteri che ci circondano, è quasi impossibile incasellarla dentro confini netti: va vissuta, provata, bisogna farne esperienza; la meditazione è un percorso empirico che deve essere sperimentato per essere davvero compreso. Tra rivelazioni illuminanti ed esercizi pratici, I sentieri della meditazione mira proprio a questo: fornire ai lettori uno strumento prezioso, indispensabile per chiunque desideri intraprendere la via luminosa della consapevolezza.
Francesco Randazzo, E fu sera e fu mattina, Fara Editore
Dalla prefazione di Alessandro Ramberti: “Il poeta esule ha in sé tracce profonde della nativa Sicilia nella forte compenetrazione di una tonalità sanguigna e abbagliante con il nero assoluto che prefigura l’abbraccio inevitabili che tutti ci attende, quella soglia inquietante e tenebrosa a un oltre che si fa vivo già nell’ora che stiamo – non di rado inconsapevoli – trascorrendo. (…) La poesia di Francesco Randazzo è una lastra fotografica sensibilissima che emoziona e lucidamente registra la ragioni del cuore (del suo e del nostro). (…) I poeti, come i profeti, sanno vedere oltre, lontano e, come Nathan fece con Davide, possono scuoterci, tirarci fuori dalle nostre bolle di transitoria e deleteria onnipotenza”.
Le uscite di martedì 4 giugno
Annamaria Testa, La parola immaginata, Il Saggiatore
“La parola immaginata” è un testo imprescindibile per chi si occupa di comunicazione, di pubblicità, di mass media, e per chi lavora o vuole lavorare come copywriter, redattore o autore per il web. È un classico contemporaneo: il racconto vivido e appassionato di una pratica professionale brillante e consolidata. Come si inventa una comunicazione pubblicitaria e da dove si comincia? Quali sono le regole di base? Come si integrano parole, immagini e grafica? Quali vincoli è imperativo osservare (e quali è opportuno scardinare) quando si scrive per conto di un’azienda o un’istituzione? Annamaria Testa ci svela i meccanismi, gli accorgimenti e le strategie necessarie per comunicare con efficacia: dall’individuazione delle caratteristiche salienti del messaggio all’invenzione di un titolo, fino alla scelta del format e del tono di voce più appropriati e capaci di «avvicinare i prodotti al pubblico e viceversa, rendendo desiderabili i primi e desiderante il secondo». Quest’opera è un resoconto dettagliato, chiaro e onesto del mondo della pubblicità, che ruota attorno alle parole che persuadono. È anche una riflessione sulla lingua e sulla società in cui viviamo, perché, come ci dice l’autrice stessa, «la pubblicità è uno specchio spudorato, rivelatore di tutto ciò che si è sedimentato nella coscienza e nell’inconscio collettivo». La parola immaginata è, soprattutto, un esemplare trattato di scrittura creativa. E ha formato generazioni di professionisti per il suo essere, oltre che un ampio e prezioso repertorio di tecniche e soluzioni, anche un suggestivo autoritratto professionale e umano.
Le uscite di mercoledì 5 giugno
Saša Stanisic, Il lupo, Iperborea
Da uno dei più brillanti scrittori tedeschi contemporanei, un romanzo sulle paure della preadolescenza in cui ogni ragazzo e ragazza si ritroverà, candidato al Deutscher Jugendliteraturpreis
Spedito controvoglia in un campo estivo nei boschi, Kemi, un ragazzo solitario e fiero guastafeste, che si tiene alla larga dagli altri per non mettersi mai in gioco e affrontare la vita, si ritrova a condividere la stanza con Jörg, l’unico «ancora più diverso di lui», che per il suo aspetto e i suoi interessi fuori dal coro viene sempre escluso dal gruppo e preso di mira dal temutissimo Marko. Capendo che in assenza di Jörg la vittima designata dei bulli sarebbe lui, Kemi osserva con curiosità il suo compagno, e in un crescendo di tensione ed empatia lo vede subire angherie e sfide sempre più rischiose senza mai sottrarsi né nascondersi come lui invece è abituato a fare. Ma fin dove si spingerà Marko? E per quanto tempo ancora Kemi rimarrà a guardare i soprusi contro Jörg senza reagire? Ogni notte, in quello che sembra un sogno, nella stanza dei due ragazzi si presenta un lupo. Spaventoso, misterioso, solitario come loro, forse cerca una preda, o forse solo un posto dove stare, un compagno nel buio. Attraverso la voce schietta e ironica di Kemi, la sua sensibilità e le immagini poetiche della sua fantasia, questo romanzo racconta il coraggio di non conformarsi e le dinamiche dell’esclusione, ma soprattutto la paura che ciascuno a suo modo si porta dentro, il lupo con cui crescendo impariamo a convivere.
Selma Lagerlof, L’anello rubato, Iperborea
Una nuova edizione del romanzo culto di Selma Lagerlöf, una storia di fantasmi che rievoca la magia dei racconti ascoltati accanto al fuoco. «A me la storia è stata raccontata al crepuscolo accanto al fuoco», dice Selma Lagerlöf chiedendosi se ha senso cercare di rievocare con la scrittura le emozioni, i brividi di piacere che dà la paura e l’atmosfera magica che può avere una storia di fantasmi narrata nella penombra in una sera d’inverno. Da quei racconti della sua infanzia, dall’immenso patrimonio della tradizione popolare svedese, questo romanzo attinge a piene mani: il motivo dell’anello rubato, che passa di mano in mano portando la propria maledizione a chiunque lo possegga, lo spettro che vaga fra i vivi, perseguitando con la sua vendetta colpevoli e innocenti, il ricorso al giudizio di Dio, il sovrapporsi di personaggi immaginari a figure storiche. Ma Lagerlöf si serve della trama «gotica» per riaffermare quello che resta il tema centrale della sua opera: l’amore come unica forza che si contrappone al male, come sola via liberatoria che può spezzare la catena dell’odio. E di questa positività, del calore e dello slancio della vita, portatrici sono sempre le donne, anche se il lieto fine non è garantito. Perché l’ingenuità è solo un trucco del mestiere di una scrittrice consapevole, capace di variare i ritmi, di creare suspense e colpi di scena, di ricorrere al gioco dell’ambiguità dei punti di vista, un’artista che sa che nelle storie umane, con o senza fantasmi, non è sempre facile dire dov’è il vero.
Le uscite di venerdì 7 giugno
Libro copertina, “Notte isterica” di Miran Bax, Morellini
«Che mi resta? Niente. Solo una notte buttata nel cesso, una notte puzzolente e senza onore che sa di fallimento. Una notte isterica, dove tutti sono andati via di testa senza nemmeno un motivo, spingendo le loro azioni al limite della follia. Forse tutti la ricorderanno come la notte dei fuochi, io me la ricorderò per il suo odore di bruciato»
Ispirato a un fatto di cronaca torinese che nel 2011 ha fortemente scosso l’opinione pubblica nazionale, questo romanzo si snoda attraverso i racconti in prima persona di quattro personaggi. Mara ha sedici anni, è innamorata di Giuseppe e racconta la tanto attesa “prima volta”. Quando confida al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari, lui e alcuni amici organizzano una fiaccolata di solidarietà, con l’idea di radere al suolo il campo nomadi.
E mentre Debora, che ha assistito all’incendio dalla finestra di casa, deve fare i conti con la sua salute psichica, Steve, originario dell’Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l’operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero. Notte isterica è una lucida analisi del mondo contemporaneo, spietato, razzista e sempre pronto a giudicare a priori.
L’autore
Miran Bax, pseudonimo di Massimo Anania, nasce nella nebbiosa periferia di Torino, vive e lavora a Belluno. Nel 2018 pubblica il romanzo Autostop per la notte (Miraggi edizioni) che arriva in finale al premio “Prunola” 2019 e riceve la menzione d’onore al premio “Tre colori” 2021. Nel 2020 pubblica il romanzo Tutto l’amore che manca (Miraggi edizioni). Nel 2021 e nel 2023 ha vinto il premio letterario Raccontami In 25 Parole per il “racconto più significativo”.
Sonia Fasino, Il Patriarca Giuseppe Alessi, Bonfirraro
Giuseppe Alessi, nato il 29 ottobre 1905 a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, è stato una figura chiave nella storia della Sicilia. Nel 1947, diventò il primo presidente della Regione Siciliana e fu rieletto in altre tre legislature. Alessi, soprannominato “Peppino”, è stato uno dei principali promotori dell’autonomia siciliana e, dal 1973 al 1992, ha presieduto l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.
Cresciuto in una famiglia di artigiani sotto la guida di una madre forte e austera, Alessi mostrò fin da giovane un’inclinazione per il commercio. Laureatosi in giurisprudenza ancora ventenne, iniziò a frequentare i circoli cattolici di Caltanissetta e di altre città siciliane, stringendo importanti legami con figure come Bernardo Mattarella e l’onorevole Salvatore Aldisio.
Il libro di Sonia Fasino nasce da una promessa incompiuta. Nel 1978, Giuseppe Alessi chiese alla nipote Sonia quale oggetto desiderasse come dono, ma lei lo incoraggiò a scrivergli una biografia. Iniziò così una corrispondenza intensa, successivamente interrotta, che Fasino ha ripreso per ricostruire la storia della sua famiglia attraverso tre generazioni, svelando segreti e tradimenti. Alessi morì a Palermo il 23 luglio 2009 alla veneranda età di 103 anni.
Sandra Manzella, Gerusalemme ancora, OLIGO
Gerusalemme, luogo dove le tre religioni monoteiste si incrociano nel territorio in cui Dio si è rivelato: eretz, Terra Promessa, non solo adamah, terra, suolo. L’ Autrice, tramite una scrittura quasi “visiva”, conduce alla scoperta di siti celeberrimi e di angoli nascosti, oltre i confini politici (visibili) e culturali (invisibili): nella gioia delle feste e nella quotidianità sofferta e irrisolta, a Gerusalemme si torna e si ritorna anche per trovare se stessi. Il libro raccoglie poi testimonianze inedite di chi abita nella città santa, di chi la cerca, di chi la sceglie: imprenditori, gente comune, religiosi, volontari. E non mancano segni di pace, dalle ricamatrici di Ramallah alla straordinaria esperienza di Neve Shalom/Wahat Al-Salam.
Sandra Manzella ci introduce in questo suo secondo libro su Gerusalemme con serietà e leggerezza, insieme pellegrina commossa e turista curiosa. Ha il piglio sicuro e l’attenzione minuziosa di chi conosce luoghi e persone, ma soprattutto di chi ama ciò che conosce e vuole renderne partecipi altri. Ampio è infatti lo spettro di interessi abbracciato: storici, archeologici, artistici, politici, religiosi. Per ciascuno di essi l’autrice si interroga, porta documenti, riferisce aneddoti, mostrandosi una buona conoscitrice della vita di Gerusalemme. […] È la complessità di Gerusalemme, il suo fascino irresistibile e contraddittorio a ritmare questa rapsodia, che – attraverso la forma autobiografica – facilita l’approccio del lettore anche quando l’intrecciarsi degli aspetti storici e dei dati archeologici documentaristici rende il testo più articolato e complesso. (S.B. Pierbattista Pizzaballa)
Domenico Varipapa, Il giovane caimano, NN Editore
Questo libro è per chi con un joystick tra le mani si trasforma in un cecchino infallibile, per chi considera Tre uomini e una gamba un film di culto, per chi ha ereditato le buffe manie dei nonni, e per chi sa che una semplice carezza sulle spalle ha il potere magico di curare ogni dolore
Rino ha quindici anni e non esce più di casa: dopo un umiliante scherzo in piscina, diventa un hikikomori. Di notte si rifugia nei giochi online e nelle video chat, con il nickname “Caimano” e la maschera di Berlusconi, il grande nemico del nonno. Il vecchio pensa che Rino abbia il malocchio, e in punto di morte si fa promettere che tornerà in Calabria per farselo togliere. Il ragazzo decide di partire per porgere al nonno l’ultimo omaggio: seppellire la sua gamba finta nel mare che tanto amava. Inizia così un viaggio verso sud, in cui Rino si ritrova in compagnia di Gaetano, che si fa chiamare Richie Rich e sogna di fare soldi a palate; poi di Massimo, un ragazzo con la sindrome di Asperger; e infine di Margherita, cosplayer di manga giapponesi e suo grande amore. Le loro picaresche avventure attirano l’attenzione dei media e diventano virali, trasformando un gruppo di ragazzini allo sbando, mascherati da Berlusconi, in una piccola famiglia che reclama: “Potere ai giovani”. Il giovane caimano è un’esuberante storia di crescita, che racconta il senso di inadeguatezza, la paura del fallimento e il desiderio di ribellione dell’adolescenza. Con umorismo ed empatia, Domenico Varipapa svela come l’amicizia più pura abbia il potere di liberare e di infondere il coraggio di vivere nel mondo.
Joan-Carles Mèlich, Essere fragili, Il Saggiatore
Esistere è cadere. E anche alzarsi, sapendo che cadremo di nuovo. Questa vulnerabilità dell’essere umano va riconosciuta, accolta e affrontata con una critica radicale al pensiero metafisico e alla logica dualista, per ritrovarci corpi sì fragili ma uniti. Il filosofo catalano disinnesca la metafisica e la sua idea di mondo che perdura da secoli – che esista cioè un principio non problematico, fuori dalla realtà; un principio che nega la vulnerabilità per indagare la realtà senza più punti di riferimento assoluti e accettare che quella umana sia una condizione prodotta da una vita finita. Con una prosa chiara e alla portata di tutti, traendo esempi dalle pagine, tra gli altri, di Le onde della Woolf, Vita activa della Arendt, Moby Dick di Melville, le Elegie duinesi di Rilke o Totalità e infinito di Levinas, Mèlich prende posizione contro la metafisica aprendo le porte all’etica, intesa non come un insieme di norme, ma come cura di sé e dell’altro. La domanda etica non è più l’interrogativo kantiano «che cosa devo fare?» bensì «come posso rispondere adeguatamente all’appello dell’altro?». L’“etica della compassione” si basa sul rapporto con gli altri, sulle esigenze partecipate, sull’attenzione reciproca, sul sentimento di vergogna, sul perdono e sul loro riconoscimento che dà senso ai limiti della nostra esistenza. Fragilità è però anche flessibilità, capacità di adattamento e quindi disponibilità al cambiamento. Essere fragili è un invito a farci carico della nostra e altrui vulnerabilità, per reggere la paura, il dolore e la finitezza in maniera diversa e condivisa.
Ilario Carta, Japanischer garten, Arkadia
Autunno 1982. Antero Congera lavora per una multinazionale tedesca che lo invia in Germania per un corso di formazione. Qui ritrova il vecchio padre, prossimo alla pensione, con il quale aveva già collaborato negli anni Settanta quando era ancora un ragazzo. Ma quanto è cambiato quello scorcio di mondo in così poco tempo. E, soprattutto, riuscirà Antero a convincere il padre che deve dedicarsi di più alla propria salute e meno alle fatiche? Tra situazioni tragicomiche e momenti drammatici, in una narrazione sempre sospesa tra serio e ironico, Ilario Carta ci racconta uno spaccato spassoso e ricco di spunti della vita di tutti coloro costretti a migrare in cerca di un futuro migliore.
Le uscite di mercoledì 12 giugno
Jocelyne Saucier, Il segreto dei cardinal, Iperborea
Dall’autrice di Piovevano uccelli, un romanzo polifonico a tensione crescente sulla storia di una famiglia e i suoi segreti. Vincitore del Prix Canada-Reads e del Prix France-Canada
Ventuno figli, una casa enorme e labirintica, una miniera e una città tutta per loro: sono i Cardinal, la famiglia che ha fondato Norco, sorta intorno a un giacimento di zinco scoperto dal padre in Québec. I Cardinal hanno il loro lessico famigliare e un soprannome per tutti, la tradizione di far esplodere ai figli il primo candelotto di dinamite al settimo compleanno e un odio profondo per gli estranei, i «bifolchi», quelli che hanno invaso Norco e fatto fallire la miniera. Ma ormai i figli sono cresciuti e scappati sempre più lontano, chi più a nord tra gli inuit, come LaTommy, chi sul fronte di guerra in Cecenia, come Geronimo. Finché nel 1995 l’anziano padre riceve un premio alla carriera e tutti sono invitati alla cerimonia. Inizia così il flusso dei ricordi, la nostalgia per i tempi andati di Fanalino, l’ultimo arrivato, cresciuto nel mito della sua enorme famiglia pur non avendolo mai vissuto in prima persona. Ma anche le recriminazioni di LaPulzella, la più anziana, che è stata madre di tutti e anche di se stessa, il dolore di Geronimo, un tempo a capo delle scorribande dei fratelli e tormentato da un segreto, la rabbia di LaTommy. E su tutti aleggia lo spettro di Angèle, gemella di LaTommy, che voleva andarsene in città e di cui nessuno ha saputo più niente dopo che è salita su una macchina diretta a Montréal. Attraverso una sinfonia di voci e punti di vista, con un sottile crescendo di tensione vengono a galla i misteri della famiglia Cardinal e il tabù che a carissimo prezzo l’ha tenuta insieme, in una storia agrodolce come la nostalgia e potente come il coraggio di chi si sacrifica per gli altri.
Le uscite di venerdì 14 giugno
Ferdia Lennon, Eroi senza gloria, NN Editore
È il 412 a.C., Atene ha perso la guerra e a Siracusa i soldati prigionieri sono confinati nelle cave alla periferia della città, incatenati sotto il sole, costretti a stenti e sofferenze sino alla morte. È qui che Lampo, un giovane disilluso e dedito solo alle risse e al vino, un giorno accompagna l’amico Gelone che chiede ai prigionieri di recitare i versi di Euripide in cambio di pane e olive. Gelone è innamorato della grande tragedia greca ed escogita un piano coraggioso: allestire lì nelle cave, con l’aiuto dei prigionieri, la Medea e Le Troiane. All’inizio Lampo è indifferente, ma l’audacia del progetto lo conquista, trova il denaro per i costumi e le scene, stringe amicizia con l’ateniese Paches e si innamora di Lyra, una giovane schiava. Quando lo spettacolo va in scena, però, si riaccende l’odio dei siracusani nei confronti degli ateniesi, e così Lampo e Gelone dovranno difendere la loro impresa e portare in salvo i loro nuovi amici. L’uomo di Ferdia Lennon è schiacciato dall’apatia e dalla guerra, ma si riscopre umano e si apre alla compassione e all’amore rifiutando il mito violento dell’eroismo. Eroi senza gloria è una storia antica che con una lingua esuberante ci parla dell’oggi, di fratellanza e di conflitti, e di come a dispetto dell’indifferenza la bellezza sia in grado di farci immaginare qualcosa di più grande.
Questo libro è per chi cerca risposte nel blu del mare e del cielo, per chi ha sperato fino alla fine nei Commitments di Roddy Doyle, per chi ha imparato a cantare una canzone d’amore in un’altra lingua, e per chi crede che il mondo sia una cosa ferita, che solo le storie possono curare.
Maria Parr, Oscar e io, Beisler Editore
In un piccolo villaggio nel cuore della Norvegia, c’è una grande casa rossa e sciupacchiata che si affaccia su un bosco tanto amato e mai temuto, dai mille colori cangianti a seconda delle stagioni. Qui, insieme ai genitori, Ida e Oscar riempiono la loro vita di piccole e grandi avventure. Ida ha otto anni, è paziente e gentile. Oscar di anni ne ha cinque, non è per nulla paziente, ha l’argento vivo addosso e una fantasia che galoppa. Mica facile dividere la cameretta e la giornata con un tipo così.
In 12 capitoli, ognuno una storia a sé a comporre l’affresco familiare, Maria Parr descrive il potere straordinario della quotidianità; i litigi tra fratelli sulla scelta del letto a castello; le disquisizioni sul mistero di Babbo Natale; la paura di un mostro nell’armadio; il virus intestinale che contagia tutta la famiglia. Lo zio Øyvind, gravemente malato, amatissimo dai nipotini che ha un marito invece di una moglie, ma va bene così. Toccando con garbo e delicatezza i temi dell’accettazione, del mettersi in gioco e del coraggio, del lutto e della nascita. Del ridere di tutto e di nulla. In fondo, un romanzo d’avventura, dove la noia, piaga del nostro tempo, non esiste perché non c’è il tempo di annoiarsi, per Ida, Oscar e la sua famiglia.
Diletta Huyskes, Tecnologia della rivoluzione, Il Saggiatore
Attraverso la storia della tecnologia possiamo ripercorrere la storia di chi viene sistematicamente escluso, le esperienze dei gruppi sociali che vengono ricorsivamente spinte ai margini e la cui oppressione viene oggi codificata per essere sempre più invisibile, penetrante e deresponsabilizzata attraverso nuove e sempre più sofisticate tecniche. Dopo aver tracciato questa genealogia, aver ripercorso molti dei loro utilizzi ma soprattutto ciò che ha spinto alla loro stabilizzazione, viene spontaneo chiedersi: possono le tecnologie non discriminare? Ciò che accomuna le nostre nuove tecnologie a quelle del passato è sicuramente il desiderio di rintracciare pattern, fino a spingersi a correlazioni sempre più profonde. Ma ciò che le lega indissolubilmente alla bicicletta o al forno a microonde è la loro costruzione frutto di scelte, compromessi e in molti casi oppressione ed emarginazione, sui quali non hanno precedenti. Ripercorrendo molte decisioni contingenti legate alla costruzione di alcune tecnologie digitali, in particolare quelle usate per automatizzare i processi decisionali, ci accorgeremo che non c’è nulla di inevitabile nei loro effetti, guidati da decisioni umane che spesso vengono completamente delegate alle macchine. Come possiamo costruirle, interpretarle e indirizzarle per fare in modo che l’ennesima rivoluzione tecnologica non porti a una nuova involuzione ed esclusione sociale?
Le uscite di lunedì 16 giugno
Libro controcopertina, “Lettere dal deserto” di Giorgio De Luca, Algra
Torna dopo i successi dei volumi precedenti, l’enigmatico scrittore etneo Giorgio De Luca, con sprazzi di luce da quel silenzio di pace ma anche di offuscamento che è il deserto. Cosa comunica il maestro federale di arti marziali nonché docente di discipline umanistiche: sarà sicuramente una sorpresa, come ogni volta che appare in pubblico o che lancia strali di bellezza dello stile e dei contenuti.
L’autore
Giorgio De Luca (Catania, 1966) è docente di discipline umanistiche e ricercatore in ambito antropologico, con spiccato interesse per il pensiero filosofico-spirituale di varie tradizioni culturali. Particolarmente dedito allo studio del Lontano Oriente e ad alcune aree del Sudamerica (relative al bacino dell’Amazzonia), pratica da lunghi anni arti marziali e studia piante e medicine della tradizione degli indios. Il presente romanzo è la sua prima pubblicazione ufficiale e in essa l’autore riunisce, in modo originale (vuoi per la tematica dell’opera, vuoi per le scelte linguistiche adottate), la propria passione per la comunicazione scritturale e, insieme, per i temi attorno ai quali gravitano sia la sua professione che la sua multiforme dimensione interiore.
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