Blog Il video “Come sarà la terra tra 250 milioni di anni” mostra l'animazione della teoria del supercontinente Pangea Proxima sviluppata dal geologo e paleogeografo americano Christopher R. Scotese, che ipotizza una nuova unione fra i continenti, da cui poi ripartirà una nuova deriva degli stessi. Come fosse il respiro della terra
C’è un video su Youtube col titolo “Come sarà la terra tra 250 milioni di anni”, che sta girando anche su Whatsapp. E’ una realizzazione di Christopher R. Scotese, geologo e paleogeografo americano, ora in pensione, ma attivo a contratto presso la Northwestern University dell’Illinois, accreditata come una delle più prestigiose istituzioni accademiche del pianeta. Ha sviluppato la teoria del supercontinente Pangea Proxima, mostrandola con l’animazione del video in questione, che perciò può rivelarsi fondato.
Tanto per darci la misura, ricordiamoci che il primo ominide è comparso circa 3,8 milioni di anni fa, e il genere Homo 1,5 MA fa. Dunque, quando parliamo di un tempo pari a 250 MA cerchiamo di immaginarlo nella scala adatta. Partiamo sempre dall’assunto della tettonica a placche, che ormai conosciamo tutti.
E allora iniziamo a vedere che tra 2 MA l’Australia ha preso una chiara posizione in viaggio verso N; tra 17 MA il nostro Mediterraneo è già chiuso e l’Africa sta arrivando all’Isola delle Correnti; fra 30 MA l’America Latina, staccata dal continente, va verso NE; a 48 MA la Sicilia non esiste più come isola, la Sardegna, la Corsica e la Spagna sono state raggiunte dal continente africano, arrivato già in Costa Azzurra. A 66 MA l’Australia si unisce all’Asia, a 82 l’Africa e l’Europa sono tutt’uno: fine del Mar Mediterraneo, del Mar Nero e del Caspio. A 100, l’Asia e l’America del Nord si separano sempre più, a 120 l’Antartide corre verso N. Passano altri 100 MA e tra l’Asia settentrionale e l’America del Nord, non ci sta più lo stretto di Bering, ma un oceano grande quanto il Pacifico attuale. A 220, il Brasile tocca l’Africa, l’Atlantico scompare. Infine, a 250 MA l’Antartide si unisce all’Africa e all’America Latina, mentre anche l’America del N si salda al continente africano.
Il supercontinente si è nuovamente formato, Pangea Proxima (come Pangea iniziale), che non vuol dire Ultima, cioè definitiva. Ma momentanea. Poi ripartirà una nuova deriva (dei continenti), come già è successo, come fosse il respiro della terra, che fa pensare al tema del ritorno cantato e scritto da cantautori e scrittori, da Vecchioni a Capossela a Fossati, a Sepulveda. Uomini ispirati, che sentono la verità celata all’apparenza. In un mondo sferico, c’è un punto oltre il quale, se si va ancora oltre, la fuga diventa ritorno, e si torna a casa, alla Pangea Proxima. Terre come uomini e donne. Tutto torna e tutto ricomincia in maniera nuova. La natura insegna e ci ricorda soprattutto di non avere fretta.
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