Recensioni Ha spaziato dal fronte madrileno a quello catalano, attraversando l’Andalusìa, con un balzo nell’Argentina di Piazzolla il concerto promosso dalla Camerata Polifonica Siciliana, andato in scena il 10 novembre al Sangiorgi di Catania, in collaborazione col Massimo Bellini. Sul palco la Camerata Strumentale Siciliana diretta dal valenciano Pascual Cabanes, solista al pianoforte la croata Ivana Marija Vidović
Dal fronte madrileno a quello catalano, attraversando l’Andalusìa, con un balzo nell’Argentina di Piazzolla. Si dipanava in tal maniera il ventaglio compositivo di “Sonidos de España”, il nuovo appuntamento promosso dalla Camerata Polifonica Siciliana, sotto la direzione artistica di Giovanni Ferrauto, presidente Aldo Mattina, andato in scena venerdì 10 novembre al Teatro Sangiorgi di Catania, in collaborazione col Teatro Massimo Bellini. Sul palco la Camerata Strumentale Siciliana diretta dal valenciano Pascual Cabanes, e la pianista croata Ivana Marija Vidović, natìa di Dubrovnik, già distintasi anche come poetessa.
Articolato fra composizioni per orchestra da camera, accanto ad opere per pianoforte affiancato da quest’ultima, il programma della serata ha lasciato emergere un ensemble compatto e di efficacia melodica alla quale si protendevano quindici musicisti che la solerte bacchetta di Cabanes ben coordinava già dall’apertura con Dos miniaturas andaluzas di Joaquìn Rodrigo (delle quali il secondo brano si eseguiva alla fine), giostrando in seguito l’alternarsi di toni raccolti con andamenti energici ne La oraciòn del torero di Joaquìn Turina, dalla mesta preghiera che precede la corrida e si ripete nel clima orante in chiusura: si trattava di una versione per orchestra d’archi da un quartetto di laud (strumento a corde derivato dall’oud, tipico dell’Andalusìa e dei paesi musulmani che dominarono la Spagna). L’accurato direttore conduceva poi l’ensemble sino all’amenità distensiva di Vistes al mar di Eduard Toldrà, che ha concluso la manifestazione.
Inframezzando i brani suddetti, un’interessante Andalusìa venata di folklore si coglieva nell’esibizione della valida pianista Ivana Marija Vidović, che ha affrontato con disinvoltura la Fantasia sinfonica op.66 del sivigliano Joaquìn Turina, tra arditezze cromatiche e corposità accordale, esprimendo in sintonia col gruppo orchestrale il libero incedere rapsodico tra ascendenze romantiche e squarci impressionistici. Ancora un sodalizio d’effetto, dove la pianista (sempre con una mise in nero sfavillante e fiore fucsia tra i capelli) si produceva nei Tres piezas di Astor Piazzolla (Preludio, Fuga, Divertimento, arrangiamento di Josè Bragato per piano e orchestra da camera), mettendo in campo la duttilità interpretativa consona all’estro del musicista argentino.
A fine serata la platea ha elargito reiterati applausi a tutti gli artisti, i quali concedevano un bis del compositore madrileno Rodrigo.
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