Libri e Fumetti È trascorso un secolo dalla nascita di Ciccio Ingrassia, nato il 5 ottobre 1922, e il 9 dicembre saranno 30 anni dalla scomparsa di Franco Franchi. Per celebrare le due maschere palermitane del cinema e della tv è tornato in libreria “Soprassediamo! Franco & Ciccio story. Il cinema comico-parodistico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”, volume del 2014 di Gordiano Lupi (Edizioni Il Foglio). Lupi: «In Italia sono stati la coppia comica per eccellenza»
È trascorso un secolo dalla nascita di Francesco “Ciccio” Ingrassia (Palermo, 5 ottobre 1922) e trent’anni dalla scomparsa di Franco Franchi (al secolo Francesco Beninato, mancato il 9 dicembre del 1992). Le due maschere palermitane diedero vita a una coppia comica entrata nella storia del cinema e del costume italiano. Entrambi nati in quartiere di borgata provenienti da famiglie numerose e poverissime, divennero famosissimi come Franco e Ciccio e furono protagonisti di un centinaio di film di successo. Lo scorso 26 ottobre i due anniversari speciali sono stati celebrati dalle Poste con un francobollo di € 1,20, su bozzetto di Tiziana Trinca, inserito nella serie tematica “le Eccellenze dello spettacolo”, con una tiratura di 300 mila esemplari.
A loro venne anche dedicato nel 2004 il film-documentario di Daniele Ciprì e Franco Maresco “Come inguaiammo il cinema italiano/La vera storia di Franco e Ciccio”. I due si conobbero per caso, tra i vicoli di in una Palermo gravata dalla miseria, dove si respirava aria e fame. Niente scuola in classe per loro, ma la vita in strada a far loro da palestra, da vera scuola di sopravvivenza. Arriva la guerra e Franco talvolta per sfamarsi si ingegna con qualche furtarello, mentre Ciccio si avvia al mestiere di calzolaio. Entrambi sono portatori di una vitalità popolare propria di chi conosce la vita dal basso, amano il teatro, la battuta che stempera gli stenti, gli spettacoli di strada che per qualche ora fanno dimenticare miseria e guai. Una passione travolgente la loro, che esplode in un contesto in cui ancora si sapeva sognare e sperare. Conoscono il successo nell’Italia del boom da ricostruzione e fanno film popolari (ben centosedici quelli in coppia). Indimenticabili anche nella parte del Gatto e la Volpe che interpretarono nel Pinocchio di Luigi Comencini, sceneggiato Rai in cinque puntate andato in onda nel 1972.
A questi due italianissimi campioni della risata, che dopo aver patito la fame esibendosi per strada e in teatri di infimo ordine, che conobbero la notorietà e interpretarono pellicole su pellicole facendo sganasciare dalle risate folle di spettatori, Gordiano Lupi, scrittore cinefilo toscano, ha dedicato nel 2014 un voluminoso tomo di ben 530 pagine, comprensivo delle locandine dell’oltre centinaio di film interpretati. Il volume si intitola “Soprassediamo! Franco & Ciccio story. Il cinema comico-parodistico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia” (Edizioni Il Foglio), riproposto in questi mesi, dall’editore/autore di Piombino, esperto di cinema d’antan che ha già pubblicato vari volumi su tale argomento (ricordiamo soltanto i suoi saggi dedicati alla storia del cinema horror italiano).
Per Lupi “Franco e Ciccio sono universali. Sono stati la mia prima scoperta cinematografica, all’inizio degli anni Sessanta. Erano portatori di una comicità naturale che arrivava a tutti. Un bambino si immedesimava nelle loro smorfie, soprattutto in Franco, seguiva le loro peripezie, ridendosela di gusto per la dabbenaggine delle situazioni e per i qui pro quo verbali”.
Un lavoro di ricerca lungo e meticoloso supportato da una corposa bibliografia e arricchito dagli interventi di Giacomo Di Nicolò e Matteo Mancini. Dopo avere sinteticamente presentato la corposa bibliografia di Franco e Ciccio, l’autore ne tratteggia gli esordi e la vita. “Franco Franchi e Ciccio Ingrassia nascono dall’avanspettacolo, perfino dal teatro di strada e sono figli di una povertà estrema che caratterizza i loro primi passi nel mondo dello spettacolo. La comicità dei due attori scaturisce dal contrasto tra la maschera mobile di Franco e la compassata serietà di Ciccio. Il primo gioca sulla sua stessa ignoranza, modifica le parole per scarsa conoscenza dell’italiano e spinge alla risata il pubblico, pure per contrasto con il collega che presta il fianco alle battute”.
E ancora: “In Italia sono la coppia comica per eccellenza. Si rifanno a Stan Laurel e Oliver Hardy, anche a Gianni e Pinotto (Abbott e Costello), ma Franco ha il mito di Totò e di Buster Keaton (ci lavoreranno insieme in un film di Scattini) ed entrambi sono figli della posteggia, della vastasata sicula e della commedia dell’arte. Ci sono state valide coppie che hanno interpretato pochi film (Cervi e Fernadel, Tognazzi e Vianello, Billi e Riva), ma non esistono comici che hanno collaborato per oltre cento pellicole e per un numero incalcolabile di sketch televisivi! Sono bravi attori anche presi singolarmente, ma in coppia erano eccezionali, interpretavano parodie gustose come I due figli del leopardo e Don Chisciotte, film che senza di loro non avrebbero avuto ragione di esistere. Davano un senso anche al film più scadente, persino a modeste sceneggiature girate da Civirani, Ciorciolini e Di Gianni”. Un libro tutto da gustare, per ritrovare intatto l’umorismo di due siciliani figli del loro tempo, oggi riscoperti anche dalla critica e, perché no, farli scoprire anche ai più giovani.
Il toscano Gordiano Lupi, collabora con varie riviste e giornali, dirige Il Foglio Letterario Edizioni e traduce scrittori cubani. Appassionato di cinema, è anche scrittore dissacrante che ha dato alle stampe, tra i suoi tanti titoli: “Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura”, “Almeno il pane Fidel”, “Mi Cuba”, “Fellini – A cinema greatmaster”, “Velina o calciatore, altro che scrittore!”, “Fidel Castro – biografia non autorizzata”. Tra i suoi romanzi ricordiamo: “Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino”, “Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano” e “Sogni e altiforni – Piombino Trani senza ritorno” (presentati al Premio Strega 2014, 2016, 2019).
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