Recensioni Lieto prosieguo domenica 26 novembre, per la stagione "Nuovi incontri d’arte" della Società catanese amici della musica, tra i decori Liberty di Villa Ardizzone, che ha visto sotto i riflettori il duo composto dagli artisti nisseni Emanuele Anzalone al clarinetto e Paola Gabriella Milazzo al pianoforte
Lieto prosieguo domenica 26 novembre, per la Società catanese amici della musica, tra i decori Liberty di Villa Ardizzone, che ha visto sotto i riflettori il duo composto dagli artisti nisseni Emanuele Anzalone al clarinetto e Paola Gabriella Milazzo al pianoforte. La serata è stata introdotta da Rosina Ardizzone, compiaciuta delle nuove serate musicali della stagione “Nuovi incontri d’arte” curata dalla direzione artistica di Anna Rita Fontana, già presidente dell’associazione dal 2019.
Accattivante il programma eseguito, che ha posto in luce sin dall’apertura una tangibile intesa: entrambi con spiccata agilità ed eleganza melodica, trascorrevano dall’incipit di Giuseppe Verdi con la “Fantasia op. 45 su motivi de La Traviata” di Donato Lovreglio, attraverso le arie più amate dell’opera, quali il finale del duetto “Un dì felice, eterea”, “Libiamo nei lieti calici”, “Amami Alfredo” e la romanza “Sempre libera degg’io”, che la pianista ben supportava con fluide e oculate misure. Ed altrettanto avveniva in chiusura di serata, sempre nell’ambito operistico del maestro di Busseto, con la Fantasia da concerto sul Rigoletto, di Luigi Bassi: un altro esempio di originale rivisitazione, (in particolare del quartetto vocale “Bella figlia dell’amore”) tra arditezze ritmiche ben affrontate dal duo. Entrambe le fantasie sono state estrapolate dall’album di cd “Operatic Soirée” (fantasie per clarinetto e pianoforte sui temi delle più popolari opere dell’Ottocento e nel primo Novecento italiano) inciso dai concertisti per la “Da Vinci classics”.
Nella parte centrale del concerto l’elaborato linguaggio di Brahms, nella Sonata in mi bemolle maggiore op. 120 n. 2, è stato reso dal sodalizio con delicata propensione ad un lirismo soffuso, incastonato fra andamenti venati di modernità. A seguire le pagine dense di quest’ultima, nella Sonata per clarinetto e pianoforte FP184 di Francis Poulenc, che in arguta simbiosi col pianoforte, il clarinetto di Anzalone ha condotto tra sortite jazzistiche e accensioni spumeggianti di un Novecento innovativo.
Calorosa la risposta del pubblico agli artisti, con reiterati applausi fino al bis “Après un Reve” di Gabriel Fauré.
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